Da due mesi l'Ente Parco Isola di Pantelleria creato lo scorso luglio con un decreto del presidente della Repubblica attende il via libera dal Ministro dell'Ambiente. Una volta creato l’ente, il governo Crocetta, l’estate scorsa, scelse il “proprio” presidente, Nino Caleca, penalista tra i più noti in Sicilia e ex assessore dello stesso Crocetta e originario di Pantelleria.
Sembrava tutto pronto, ma da oltre due mesi, insomma, il Ministero dell’ambiente non risponde alla Regione, ed ora è arrivatp anche il passo indietro di Caleca che ha deciso di rinunciare all’incarico.
“Ringrazio il presidente Crocetta – dice l’avvocato - per avermi indicato quale presidente. Lo stallo politico provoca gravi conseguenze istituzionali ed a patirne le conseguenze è solo la mia isola. Pertanto ho chiesto al sindaco di Pantelleria di dire al Ministro ed al presidente Crocetta che ho deciso di non accettare più l'eventuale nomina. Non conosco – prosegue - le ragioni politiche del ministro che pure apprezzo molto per la sua attività di governo. Però, ripeto ancora una volta, io con questa politica non c'entro niente”.
E' una sorta di giallo politico quello che sta accandendo attorno al Parco di Pantelleria. Le ragioni di questo blocco vanno cercate proprio lì. Caleca si è avvicinato molto al gruppo che fu di “Articolo 4” e oggi in parte confluito in “Sicilia Futura” di Totò Cardinale. Un gruppo politico che oggi indica in giunta l’assessore Maurizio Croce, proprio al ramo – quello del Territorio e ambiente – che ha il compito di indicare il presidente del Parco. E dalla giunta di Crocetta, come detto, è transitato lo stesso Caleca, all’assessorato all’Agricoltura. Da dove è andato via presto sbattendo la porta, contrario alla scelta di Crocetta di chiamare in giunta Giovanni Pistorio, ex braccio destro di Raffaele Lombardo ed ex assessore alla Sanità di Totò Cuffaro. Un segno di quel “ritorno al passato”, denunciato da Caleca, quello del nuovo componente in giunta in quota Udc. Per due mesi, Caleca e la Regione hanno atteso il via libera da Roma. Ma adesso Caleca ha deciso di rinunciare: “Con questa politica non c’entro niente”.