di Leonardo Agate - Mi sono incontrato, vicino a Porta Nuova, con tre cari amici, e tutti e quattro abbiamo alzato gli occhi verso l’antico campanile della Chiesa di Sant’Andrea, che è posto ad angolo tra la via XI Maggio e la via Santo Rocco. La Chiesa non esiste più, sui suoi ruderi furono edificati edifici privati. A piano terra si affacciano negozi e bar. Resiste l’antico campanile, ma in condizioni precarie. Svetta ancora un poco sui tetti delle limitrofe case, come una vecchia bandiera sfilacciata dal vento. Il guaio è che la copertura del campanile è danneggiata e nemmeno le mura portanti più alte sembrano stare bene. Potrebbe crollare qualcosa di voluminoso, e mandare all’altro mondo l’incauto passante.
L’amministrazione comunale attuale ci governa dal 15 giugno 2015. Fra meno di un mese festeggerà i primi due anni di lavoro. Qualche mese dopo le ultime elezioni comunali, ho incontrato un neo eletto, che, per non far nomi , chiamerò Tizio. Ho tanti conoscenti tra gli amministratori comunali, nuovi e vecchi. Oltre Tizio, conosco Caio, Sempronio e altri.
Incontrato Tizio, e fottigli gli auguri per la carica, gli ho accennato dell’antico campanile della Chiesa di Sant’Andrea, che da numerosi anni è visibilmente malandato. Mi ha ringraziato della sollecitazione, promettendomi un pronto interessamento.
Poiché non ho visto concretizzarsi l’interessamento promesso, dopo un annetto, avendo incrociato per la via un altro conoscente amministratore, Caio, dopo le cordialità di rito, ho rammentato pure a lui il problema dell’antico Campanile. Caio mi è sembrato già informato del pericolo, su questo era pienamente d’accordo con me, ma ha osservato che il problema era complesso, perché non si sapeva a chi appartenesse il campanile. La proprietà della casa limitrofa lo rivendica, ma potrebbe appartenere alla Curia Vescovile o anche al Comune, o addirittura alla Regione. Caio, comunque, mi ha assicurato che avrebbe continuato a interessarsi.
Ora che è passato un altro anno, non vedo nessuna novità guardando in alto verso il campanile, il cui stato di salute è apparso questo pomeriggio, ai miei tre amici e a me, peggiorato.
Non si dovrebbe mai augurare a nessuno una disgrazia, sarebbe contro la nostra religione e la nostra morale. Figuriamoci se potessimo gioire di un infortunio che potesse capitare ai nostri amministratori, che sono stati eletti da noi e hanno la nostra fiducia. Ciò detto, un male minore è sempre meglio che un male maggiore. Allora, penso che se per caso un amministratore comunale, un religioso, un rappresentante della Regione o della Soprintendenza, passando nei pressi del campanile, venisse colpito alla testa da un pezzettino di tegola o di tufo, caduto da lassù, e finisse per un paio d’ore al pronto soccorso, per essere dimesso con due punti sulla cute del capo, potrebbe essere buono, per convincerlo a mettere in moto quel meccanismo inceppato che ha impedito finora di eliminare un pericolo pubblico.
Se qualcuno dei miei 24 lettori volesse segnalarmi qualche altra piccola cosa che non va nella nostra città, e mi volesse scrivere all’indirizzo di posta elettronica: leonardoagate1@gmail.com, gliene sarei grato, se mi consentirà di scrivere un altro articolo.