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12/06/2017 06:45:00

Il voto in Sicilia, dal trionfo di Orlando alla sconfitta di Nicolini

11,20 - Vittoria netta di Salvatore detto Totò Martello che, con 1.566 voti, ridiventa sindaco di Lampedusa e Linosa dopo quindici anni. Secondo arrivato è Filippo Mannino che andrà all'opposizione e che ha raggiunto il traguardo dei 1.116 voti. Terza e fuori dall'amministrazione il sindaco uscente, Giusi Nicolini che, con 908 voti non è riuscita ad avere consiglieri di opposizione.
Quarta ed ultima la ex senatrice, Angela Maraventano che è riuscita a racimolare appena 231 voti. Le operazioni di spoglio si sono svolte per tutta la notte dal momento che i vari rappresentanti di lista hanno voluto controllare minuziosamente tutte le schede rallentando così le operazioni che al momento su una sezione, sono ancora in corso.

Salvatore Martello, è stato sindaco di Lampedusa per due legislature fino al 2001. Nicolini è componente della segreteria nazionale del Pd, ha ricevuto il premio Premio Unesco per la Pace. A ottobre scorso Nicolini è stata una delle quattro donne "simbolo dell'eccellenza italiana" che ha accompagnato il premier Matteo Renzi alla Casa Bianca per la cena con l'ex presidente degli Stati Uniti, Obama.

07.00 -  Sulla base degli exit poll e delle proiezioni quando lo spoglio è ancora in corso, Leoluca Orlando vince a Palermo con un risultato netto e viene riconfermato sindaco. Per lui si tratta del quinto mandato, non consecutivo. Aveva 38 anni quando per la prima volta, era il 1985, fu nominato sindaco; quest'anno, il primo agosto, compirà 70 anni.

Il professore strapazza gli avversari, conquistando la vittoria al primo turno, staccando di quasi quindici punti Fabrizio Ferrandelli, sostenuto anche da Forza Italia e dai cuffariani, e addirittura di quasi trenta punti Ugo Forello, il candidato dei 5stelle. Il dato di Orlando si aggira, secondo le proiezioni, intorno al 45%, quanto basta per essere eletti senza passare dal ballottaggio come prevede la legge elettorale per gli enti locali in Sicilia, che stabilisce come soglia minima al primo turno il 40%. A Palermo ha votato il 52,6% degli elettori. Alle comunali del 2012 aveva votato il 63,19%.

«Questa esperienza politica deve continuare ed è un modello di riferimento per tante altre realtà del nostro Paese, è un modello di civismo politico che è alternativo ai velleitarismi e alle logiche soffocanti degli apparati», ha detto Orlando, arrivato nella sede del comitato elettorale allestito all'hotel Borsa di Palermo. Qui Orlando è stato accolto da lunghi applausi. «In attesa di ulteriori conferme, i risultati di Palermo sono i migliori tra tutte le grandi città italiane, questi risultati ci hanno premiati e ci spingono ad andare avanti. Voglio dire grazie a tutti coloro che hanno condiviso quella che sembrava una follia, una cosa fuori dall'ordine normale delle cose», ha proseguito Orlando.

«Questo risultato - ha aggiunto - basta per avere conferma della bontà dell'amministrazione di questi anni che è stata riconosciuta dai palermitani che chiedono di non fermare il cambiamento dopo i 10 anni disastrosi di governo di centrodestra. Sembrava un'anomalia, ma probabilmente da Palermo arriva un segnale molto chiaro: che il mondo è cambiato e chi non lo comprende o rimane chiuso dentro la scatola di un apparato o in piazza a protestare senza governare. Il mio partito si chiama Palermo».

Ancora una volta, la strategia dettata da Leoluca Orlando agli alleati è risultata vincente. Attorno a sé non ha voluto simboli di partito, creando una ampia coalizione, con sette liste, aggregando oltre alla sinistra, che lo aveva sostenuto cinque anni fa, anche il Pd, all'opposizione nella consiliatura appena terminata, i centristi di Casini, buona parte di Ap e Sicilia futura dell'ex ministro Totò Cardinale.

Era stato il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini, a chiudere l'intesa con Orlando, superando le resistente di alcuni pezzi del partito locale. Gli elettori dunque confermano la fiducia al sindaco uscente che ha puntato molto verso la riqualificazione della città, che sarà 'capitale della cultura del 2018', a partire dai trasporti con l'apertura di tre linee di tram e la progettazione di nuove tratte per collegare le periferie al centro.

La sua amministrazione, nonostante non poche polemiche, è riuscita a pedonalizzare alcune piazze e strade del centro storico, iniziative apprezzate da commercianti e soprattutto dai turisti. Altra misura, che aveva sollevato polveroni, è stata l'istituzione della Ztl (zone a traffico limitato) in un'area delimitata del centro. Interventi avviati dopo aver rimesso a posto aziende pubbliche decotte, come quelle per la raccolta dei rifiuti. A chi durante la campagna elettorale gli ha rimproverato di essere stato sempre un uomo solo al comando e di non aver «allevato» successori, Orlando ha promesso: «Preparerò il terreno per il mio erede nel 2022». E aveva messo in guardia dal pericolo di un ritorno al passato.

Ecco i nomi dei primi sindaci in Sicilia. A Gangi è stato eletto ancora prima che venissero aperte le urne Francesco Migliazzo, unico candidato in lizza. Per essere eletto era necessario il superamento del quorum, la metà più uno degli elettori. Questo risultato è stato già raggiunto alle 21.
A Gangi, borgo delle Madonie, gli elettori erano 8449 dei quali tremila circa residenti all'estero. Al termine delle operazioni i votanti sono stati 4649 pari al 56 per cento. Il sindaco uscente Giuseppe Firrarello, che non si è ricandidato dopo due mandati, sarà assessore e vice sindaco.

Si conosce anche il nome del sindaco di Motta D'Affermo, paese in provincia di Messina, sui Nebrodi. Si tratta di Sebastiano Adamo, candidato unico. Il quorum per essere eletto è stato abbondantemente superato e dunque Adamo, medico di Palermo, specializzato nella medicina per la cura del dolore, sarà il primo cittadino del paese nebroideo per la quarta volta.
A Villafranca Sicula il sindaco è Domenico Balsamo che ha ottenuto 533 voti per 55,81%. E sempre nell'Agrigentino eletto a Comitini eletto Antonino Contino, per lui 371 voti (il 51,53 per cento). Ad Acquaviva Platani la spunta Salvatore Caruso: 386 preferenze, ovvero il 56,6%. Ancora in provincia di Caltanissetta a Sommatino la spunta Elisa Carbone (2.216 voti per il 53,12% delle preferenze).
A Sperlinga Giuseppe Cuccì ottiene 328 preferenze che rappresentano il 54,4% dei voti degli aventi diritto. Sebastiano Nucifora è il sindaco di Fiumefreddo di Sicilia (2.412 voti per il 45,05%).
A Messina molti i sindaci già eletti: Castelmola (Antonino Orlando Russo, candidato unico); Castroreale (Alessandro Portaro, candidato unico); Francavilla di Sicilia (Vincenzo Pulizzi, 1.081 voti - 41,34%); Gallodoro (Alfio Filippo Currenti, 191 voti - 68,71%); Librizzi (Renato Di Blasi, 421 voti - 34,76%); Longi (Antonino Fabio, 572 voti - 52,82%); Montalbano Elicona (Filippo Taranto, 1.002 voti - 68,82%); Novara di Sicilia (Girolamo Bertolami, 719 voti - 82,55%), Pettineo (Domenico Ruffino, 594 voti - 61,43%); Piraino (Maurizio Tindaro Ruggeri, 1.102 voti - 41,84%); Roccavaldina (Domenico Antonuccio, 325 voti - 42,37%); Roccella Valdemone (Giuseppe Spartà, 272 voti, 83,69%); Alcara Li Fusi (Ettore Dottore, 808 voti - 56,15%); Pagliara (Sebastiano Antonio Gugliotta, 470 voti - 53,47%); Santo Stefano di Camastra (Francesco Re, 2.266 voti - 79,51%); oltre a Motta d'Affermo di cui abbiamo già detto.
In provincia di Palermo torniamo sulle Madonie, a Blufi, Vittorio Castrianni è stato votato da 377 persone con il 56,44%. A Caccammo Nicascio Di Cola: 2.229 voti - 40,98%. A Castellana Sicula: Francesco Franco Calderaro: 1.016 - 47,15%. Ancora sulle Madonie, ad Isnello, il sindaco è Marcello Catanzaro: 671 voti - 62,42%. Prizzi: Luigi Maria Lucio Vallone (2.487 - 88,92%). Ciminna: Vito Filippo Barone (1.461 voti - 56,15%).