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19/06/2017 17:10:00

Sta per riesplodere il caso Consip

di Leonardo Agate - A scorrere i giornaloni o a guardare i telegiornaloni, non si apprende nulla o quasi su quello che sta succedendo per il caso Consip. Nei prossimi giorni andranno in discussione al Senato le varie mozioni dei diversi partiti, che riguardano la rimozione dell’Ad di Consip. Naturalmente la mozione Dem, più volte modificata fino a ieri, non cita mai il nome del ministro Lotti. Solo Marroni è citato nella mozione.

Con la discussione e la votazione delle mozioni si aprirà un nuovo importante capitolo nella storiaccia degli affari che giravano intorno alla più grande centrale europea di acquisti per la pubblica amministrazione. Anzi, il capitolo è già iniziato, oscurato dalla gran parte della stampa e della televisione.

Accade il fatto nuovo che si comincia a discutere in Senato della rimozione dell’d Marroni, che confessò ai Carabinieri di avere avuto pressioni da parenti, amici e sodali di Matteo Renzi, per facilitare l’accesso agli appalti di alcune imprese. Marroni, a domanda dei Carabinieri, rispose pure che aveva fatto togliere le “cimici” dai suoi uffici perché era stato avvertito di essere sotto controllo. Gli avvertimenti gli erano venuti, a detta dello stesso Marroni, dai soliti parenti, amici e sodali di Matteo Renzi.

Secondo l’Ansa, quando di recente Marroni è stato interrogato dai Pm, ha sostanzialmente confermato le precedenti accuse. L’Ad di Consip è rimasto al suo posto finora, come del resto è rimasto al suo posto di ministro Luca Lotti. Il governo e in particolare il ministro dell’Economia non hanno ritenuto finora di sostituirlo, trattandosi di un procedimento penale ancora da svolgere, dall’esito incerto come tutti i procedimenti penali.

La posizione del Governo è stata finora la più opportuna, e anche la più legittima. Come si fa a sospendere un amministratore delegato per il fatto che è impelagato in un procedimento penale non ancora concluso? Dove andrebbe a finire la presunzione di innocenza fino a sentenza di condanna?

Però le cose stanno improvvisamente cambiando. Il Pd, e altri quattro o cinque partiti, che hanno presentate le proprie, discuteranno nei prossimi giorni le mozioni di sfiducia a Marroni. L’esito della discussione e delle votazioni è incerto, ma una cosa emerge chiara: la calendarizzazione delle discussioni e votazioni sulle mozioni è stata decisa, quando si è appresa la notizia che Marroni ha confermato ai Pm la versione originariamente fornita ai Carabinieri, sulle pressioni illecite ricevute e sulle informazioni che gli hanno consentito di far bonificare i suoi uffici dalle “cimici”. Appare evidente che il Pd, partito di maggioranza, che influisce sulla calendarizzazione dei lavori parlamentari, ha deciso di porre in discussione la permanenza di Marroni al vertice della Consip, quando ha capito che non ha ritrattato le accuse al gruppo di pressione e di informazioni illecite. Fino al momento in cui si poteva sperare che Marroni ritrattasse, poteva restare al suo posto. Ora che la speranza sembra essere sfumata, dovrà andar via.

Nella mozione Dem non si fa alcun riferimento al ministro Lotti, che pure è uno degli accusati di Marroni, e nemmeno al papà di Renzi, altro accusato. Il Pd stabilisce, prima che lo affermino i magistrati, che Marroni è un calunniatore, anche se non è ancora indagato, e non può più stare al suo posto, mentre il ministro Lotti può continuare a sedere al governo da indagato. Due pesi e due misure.

Se in seguito alla discussione delle mozioni presentate dai Dem e dagli altri partiti, il governo sostituirà Marroni e non il ministro Lotti, commetterà l’errore più grave. O li lascerà tutti e due al loro posto, in attesa di sentenza che stabilisca le responsabilità di ognuno, o li dovrà mandare a casa tutti e due. Non è ragionevole, e nemmeno giusto che l’accusatore venga mandato via e l’accusato resti al suo posto.
Una bella e nuova grana per il governo Gentiloni. Entro qualche settimana vedremo di che pasta sono fatti Gentiloni e Padoan. Finora, il mio giudizio è 5 su 10. Potrebbe abbassarsi.

18 giugno di mattina

Stamattina, dai giornaloni viene data la notizia che i due rappresentanti del Tesoro nel Cda della Consip, Luigi Ferrara e Marialaura Ferrigno, si sono dimessi. Poiché il Cda non può più funzionare, è decaduto e entro otto giorni dovrà essere convocata l’assemblea per la nomina dei nuovi vertici. Con questa mossa a sorpresa, il Pd spera di disinnescare la discussione sulle mozioni presentate al Senato, calendarizzate per la prossima settimana. Azzerato, infatti, il Cda dell’ente, il Pd spera di evitare la discussione in Senato, in cui sarebbe sbranato dagli avversari.
La mossa tecnica del Pd è per certi aspetti intelligente, per altri versi masochistica. Nessuno si berrà senza reazioni politiche la furbata di azzerare tecnicamente i vertici Consip.

L’abbandono di Marroni da parte del Pd è arrivato dopo che l’Ad ha confermato ai Pm le pressioni ricevute dal giro di Renzi sull’affidamento degli appalti e dopo che ha ribadito di essere stato avvisato delle “cimici” nei suoi uffici da personaggi dello stesso giro. Il ministro Lotti e il comandante la Legione Toscana dei Carabinieri, Saltalamacchia, sono indagati per rivelazione di segreto.

Uno degli ultimi atti di Marroni è stato quello di escludere l’imprenditore in carcere, Alfredo Romeo, dalla maxi gara Facility Management 4 e le mega cooperative emiliane della Lega, Cns e Manutencoop, dagli appalti delle pulizie. La maxi gara è al centro delle indagini che hanno coinvolto Tiziano Renzi.
L’affare Consip, tra furbate, colpi di scena e silenzi interessati, durerà ancora alcuni mesi. E’ possibile che esploda del tutto un mese prima delle prossime politiche.

Ci sarà da divertirsi, se non si trattasse di soldi pubblici, e quindi di soldi nostri, utilizzati per fini personali.