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23/06/2017 07:19:00

Trapani al voto, Savona contro il quorum. Se non viene eletto, tutti a casa

A Trapani ieri sera Piero Savona ha chiuso la sua insolita campagna elettorale alla presenza del riconfermato sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.

Da oggi a domenica si terrà il fiato sospeso, una apnea per capire le sorti, non tanto del candidato, quanto della città di Trapani.

Mercoledì sera per le vie cittadine si è snodata una passeggiata pro voto, in favore della democrazia hanno partecipato i sindaci di Erice, Marsala, Salemi, Favignana, Valderice, il sindaco uscente di Erice Giacomo Tranchida, i deputati regionali Antonella Milazzo, Baldo Gucciardi, Paolo Ruggirello, dal senato Pamela Orrù.

Una lunga sfilata che dovrebbe portare il miracolo, cosa assai difficile. Savona dovrà portare circa trentamila persone al voto e, di queste, quindicimila devono esprimere preferenza per il candidato, un doppio quorum che è difficile da raggiungere ma che certamente ha creato il precedente in tutta in Italia. La normativa va immediatamente modificata, la prossima legislatura regionale dovrà occuparsi anche di questo.

Se il quorum non verrà raggiunto la Regione invierà subito un commissario, e proprio ieri mattina l'assessore regionale alle Autonomie Locali, Luisa Lantieri, ha risolto il rebus consiglio comunale Trapani. Il consiglio in caso di mancata proclamazione del sindaco non si potrà insediare, ci sarà la decadenza dei consiglieri eletti. Nel caso in cui Savona risultasse eletto allora avrà il premio di maggioranza, all'opposizione andrà il 40% dei seggi, le liste elette con Fazio avranno i loro seggi.
Anche i sindacati hanno manifestato la necessità di recarsi alle urne e di avere un sindaco a Trapani, così la CGIL, UIL,CISL, chiedono “ai cittadini di scongiurare la drammatica situazione del commissariamento che avrebbe pesanti ripercussioni sul tessuto produttivo”.

Anche i Verdi Sicilia si appellano al voto: “Al di fuori degli schieramenti, occorre ad andare a votare domenica massicciamente per l'unico candidato reale, Piero Savona. E’ il momento per tutti i cittadini di Trapani di esercitare il loro diritto a scegliere chi dovrà amministrare la città per i prossimi 5 anni. È necessario un moto di orgoglio che dimostri di essere cittadini e non merce dei vari potentati”.

Interessato alla questione Trapani anche il PD di Pantelleria: “invitiamo tutti i trapanesi a recarsi alle urne domenica 25 giugno. Occorre una partecipazione consapevole per esercitare un diritto democratico, ma soprattutto bisogna sostenere con forza il voto al ballottaggio”.

Trapani potrebbe pertanto essere commissariata per un anno o diciotto mesi, difficilmente si potrà andare al voto nella sessione autunnale, altre sfide elettorali che riguardano la regione, le elezioni del 5 novembre, non potranno lasciare spazio alle amministrative di Trapani.

Un percorso e un periodo non facile si appresta a vivere la città limitrofa a Marsala, a scanso di equivoci, è bene dire che un commissario non è l'orco cattivo che mangia bambini. Certo, non sarà nemmeno il sindaco per eccellenza, che ha nel cuore l'amministrazione della sua città, ma tutti i presagi funesti che si sono tirati fuori dal vaso di Pandora magari è meglio lasciarli alla mitologia greca.

Le operazioni di voto intanto a Trapani hanno aperto un fronte socialista, il neo eletto consigiere del PSI, Vassallo, contrariamente a quanto stabilito dal partito, posizione del non voto, ha deciso di andare a votare e di farlo votando Savona. Il consigliere passa dall'appoggio a Tonino d'Alì a quello di Piero Savona come fosse acqua. Ha scelto in totale libertà, nel rispetto della democrazia interna al PSI.

A Trapani si è consumato un atto di forza senza precedenti e senza esclusioni di colpi, un regolamento di conti e una lotta di potere che ha visto cadere i più forti personaggi della politica cittadina. Da una parte Mimmo Fazio dall'altra parte Tonino d'Alì, l'uno non ha lasciato spazio all'altro scalzandolo da quello che era il sogno della Grande Città. Fazio si ritira al secondo turno, lascia che la città si ritrovi con un solo candidato, un atto di amore e di coerenza, lo etichetta Fazio, ma è un ulteriore presa di posizione ferma a discapito di tanti cittadini che hanno investito, fosse solo in speranze.

Piero Savona resta solo, non si ritira, non decide di fare il passo indietro, sfida la sorte perchè spera di superare il doppio quorum e di essere sindaco della città, altra prova di forza per una Trapani provata e distrutta da un punto di vista politico.

Domenica, comunque vada, qualunque sia l'esito, a pagare il ballottaggio saranno i cittadini. Per allestire le urne, il personale, la sicurezza e il materiale di cancelleria vengono spesi soldi pubblici. Non sono le segreterie di partito che pagano, non sono soldi dei candidati che decidono di giocare a fare la prova di buon governo o di buon ritiro. A pagare saranno i cittadini.

GRILLO. Beppe Grillo interviene sulle elezioni a Trapani.
«Queste – scrive Grillo - non sono elezioni, non è votare questa roba qui. Avete già fatto troppo con il 59 per cento al primo turno, c'erano Fazio e Savona, il primo era in vantaggio ma si è ritirato (problemi con la giustizia che si era dimenticato?) e Savona, quello di centrosinistra con il simbolo del Pd affiancato da mulini a destra e sinistra».

Grillo chiede «rispetto per i mulini delle saline». Un rispetto che lo spinge ad attaccare sul blog: «Non potete andare dietro a questi giochetti, vi chiedono di essere in almeno il 50 per cento perché vinca l’unico che è rimasto, fa il ballottaggio con la palla a muro… se la gioca da solo e ha paura di se stesso». Il leader del Movimento 5 Stelle storpia il nome di Antonio D’Alì, candidato del centrodestra arrivato terzo e ribattezzato “Calì”: «Non so più qual è dei due, uno con obblighi di dimora (in realtà per D’Alì c’è una richiesta, ancora pendente, di soggiorno obbligato, ndr) e l’altro che viene da casa, ma dai domiciliari (l’altro candidato, Girolamo Fazio, scarcerato a ridosso del primo turno, ndr)».

L’ex comico si rivolge ai trapanesi: «Aghi della bilancia – scrive – soppesate bene il vostro ruolo in tutto questo: nessuno! State a casa, diamine! Mi appello al vostro senso della decenza e vi prego, mi rivolgo a tutti gli elettori: questo non è un voto, è l’autopsia del cadavere di una democrazia marcia. Siete elettori e non dei dissotterratori di mostruosità».