Trapani non ha un Sindaco. Piero Savona non ha raggiunto il doppio quorum, i cittadini trapanesi hanno disertato le urne, bassissima l'affluenza.
Il secondo turno ha così registrato un dato elettorale che non ha consentito di superare i due quorum che Savona avrebbe dovuto superare per essere eletto sindaco della città. Il primo quorum da raggiungere era quello della maggioranza assoluta degli elettori. Avrebbero dovuto votare almeno 30.012 elettori. Il 26,75% (16.055 votanti) è un dato ben al di sotto dell’asticella del quorum. Il voto per Savona non ha raggiunto neanche il secondo quorum: 15.006 voti, pari al 25% degli aventi diritto al voto. Savona si è fermato poco prima, la differenza è di 470 voti.
Lo stesso Savona ha subito commentato: "Non mi sento deluso da Trapani per il fatto stesso che siamo arrivati al ballottaggio battendo sul campo il senatore D’Alì. Questo è un segnale chiaro che la città ha dato alla politica cittadina e ritengo che se Fazio non avesse gettato la spugna avremmo conseguito un ulteriore risultato straordinario. I fatti giudiziari verificatisi nel corso della campagna elettorale hanno gettato nello sconforto i cittadini che in misura sempre maggiore, rispetto a fenomeni di malapolitica diffusa, si allontanano sempre di più durante le scadenze elettorali".
E ancora: "Era una battaglia difficile con una legge elettorale che ha posto una asticella così elevata che ha generato ulteriore demotivazione tra i cittadini. A questo aggiungiamo la feroce propaganda palese per il non voto che ha visto accomunati D’Alì e Beppe Grillo in particolare, che ha ulteriormente creato confusione; sono prevalsi gli interessi di bottega a danno di quelli dei cittadini. Poi mi viene da chiedere: i poteri forti di questa città quali interessi potevano avere alla mia elezione? Questa battaglia elettorale a Trapani avrebbe dovuto assumere connotazioni nazionali per la difesa delle Istituzioni dal malaffare, dalla corruzione e dalla criminalità organizzata, ma questo messaggio non è stato capito dalle forze politiche, purtroppo anche del mio partito nazionale che ha perso una grande occasione in Sicilia. Devo dare atto, invece, alla Chiesa locale di avere percepito la gravità delle vicende trapanesi".
Il PD non è stato abbastanza convincente con la città, nemmeno con il karaoke. Questione di giorni e a Trapani arriverà il commissario nominato dalla Regione. Esultano gli altri partiti che hanno fino alla fine esortato i trapanesi ad andare al mare, meglio un commissariamento e successive elezioni che Savona sindaco, questo era stato l'appello dei più.
Che poi, a sentire gli addetti e gli avversari politici, il problema non sarebbe stato Savona ma il Partito Democratico, presente con tutto il suo entourage ma poco incisivo sul territorio.
Cosa è mancato allora a questo PD che è rimasto da solo a potersi giocare la partita? Da solo senza altri candidati ma con un quorum da battere.
E' mancato il cuore, il coraggio, l'orgoglio di giocare una partita di dignità e di identità. A Trapani tutti sapevano che Paolo Ruggirello aveva stretto un accordo con Tonino d'Alì per riunirsi al ballottaggio. La gente per questo non avrebbe potuto premiarlo dentro al PD. Tutti sapevano che Giacomo Tranchida aveva un accordo simile con Mimmo Fazio. Altro che orgoglio del PD.
Solo qualche settimana fa Ruggirello era certo che le sue liste avrebbero sorpassato quelle del PD, non è successo né a Trapani né ad Erice, a Petrosino poi il suo candidato, Alessandro Alagana, non è stato eletto. E in ultimo quale è stato l'apporto della senatrice Pamela Orrù? Alla luce di questa sconfitta verrebbe da chiedersi, e lo dovranno fare i vertici del partito, quale PD ha perso a Trapani?
Lo scoglio del doppio quorum era davvero difficile da superare. Il PD le ha provate tutte, ha preso pezzi di programma di Forza Italia e li ha inglobati al suo, così per i Cinque Stelle.
E mentre Savona con i dem sfilava per le strade della città, sentendo entusiasmo attorno alla sua persona, Trapani rispondeva in maniera fredda e distaccata. Non aver saputo leggere questo dato politico è un fatto grave, non saper guardare dentro la propria città compromette ancora di più i rapporti con la stessa. E' mancata la visione d'insieme.
Demonizzare l'arrivo di un commissario, come l'orco cattivo mangiatore di buone speranze e iettatore delle oscurità, è stato un altro passo falso che dalle parti di Savona avrebbero potuto evitare.
Nessuna proclamazione, dunque, per la carica di sindaco senza il quale non si potrà nemmeno avere il consiglio comunale. I consiglieri eletti tornino a fare i loro lavori, si rimettano in moto per le successive elezioni che con probabilità ci saranno per la primavera del 2018.
Saranno mesi travagliati in cui i nomi dei prossimi candidati sindaci potranno non essere più gli stessi. Mimmo Fazio potrà avere risolto i suoi problemi giudiziari oppure no, in ogni caso avrà già portato a casa la soddisfazione dei suoi cittadini che si sono mostrati legati a lui più che ad altri.
Cosa farà il senatore azzurro Tonino d'Alì? Potrebbe decidere di non scendere più in campo per la sua città che si è dimostrata ingrata.
Troppo presto per parlare delle prossime candidature, Trapani è commissariata....