17,30 - Come era nelle previsioni, Rosario Crocetta ha nominato Francesco Messineo commissario a Trapani. Il presidente della Regione siciliana in una nota ringrazia il procuratore Messineo per avere accettato l'incarico di commissario straordinario per il sindaco, la giunta e il consiglio comunale di Trapani. “Sono convinto – dice Crocetta - che la scelta del procuratore Messineo sia la più corretta e la più giusta per Trapani, una città che ha bisogno - in una fase in cui non è stato possibile eleggere gli organismi rappresentativi - di un commissario di garanzia in grado di operare per il bene comune e per 'interesse della città. Abbiamo già apprezzato le qualità amministrative del procuratore in una situazione molto difficile, quella del comune di
Castelvetrano. Siamo convinti che l'impegno eccezionale manifestato a Castelvetrano, sarà profuso anche a Trapani. Grazie procuratore, - conclude il presidente - a nome dei siciliani e dei cittadini trapanesi”.
07,00 - L'ufficio elettorale ha decretato: nessun sindaco, nessun consiglio comunale a Trapani.
Tornano a casa i consiglieri eletti, ci riproveranno alla prossima tornata utile, dalla Regione fanno sapere sia non prima di un anno, primavera 2018.
Questione di giorni e verrà nominato il commissario che farà funzioni di sindaco e giunta, il vociferare di questi giorni è che si possa trattare del magistrato Francesco Messineo.
E' Vito Damiano, sindaco uscente, a far sentire la sua voce, per Damiano il commissario dovrà effettuare dei tagli ai servizi, c'è un buco in bilancio che è stato provocato dal mancato aumento della Tari. A Trapani non era ancora stato approvato il bilancio. La colpa, secondo Damiano, è del consiglio comunale che ha fatto ostruzionismo.
Damiano conclude la sua esperienza e lo fa togliendosi qualche sassolino dalla scarpa, parla di pressioni interne ed esterne dal palazzo, di condizionamenti.
Damiano pare si riferisse ai due esponenti politici che lo hanno voluto sindaco, Mimmo Fazio e Antonio d'Alì, per poi essere lasciato solo. E sull'ultima campagna elettorale Damiano la pensa così: “Il buon senso avrebbe voluto che entrambi abbandonassero la campagna elettorale subito".
L'esperienza politica di Vito Damiano termina qua, lui uomo di Stato non farà della politica la sua carriera.
Trapani è senza un sindaco, Piero Savona, che il Primo Cittadino lo avrebbe voluto fare, non è stato premiato. Una campagna elettorale di secondo turno fatta a tantoni, si parlava troppo di commissariamento e poco del poi, del dopo.
Si parlava dei pezzi di programma di Forza Italia e dei Cinque Stelle da inglobare per prendere i voti di quelle parti politiche ma di, eventuale, amministrazione Savona niente.
Si è fatto un ritratto del commissario come di un uomo non rispettoso delle speranze di una città. Un commissario, continuano a ripetere dal Pd, che dovrà aumentare le tasse, ci si scorda forse, strumentalmente, che il livello di tassazione a Trapani è già massimo, non si può tassare oltre.
C'è un buco da coprire in bilancio e con molta probabilità verrà coperto con un taglio di alcuni benefici per le classi di cittadini che godono di sconti sulla tassa dei rifiuti.
Benefici che il consiglio comunale passato non ha mai toccato.
E poi ci potrebbero essere tutta una serie di tagli dalla Biblioteca Fardelliana all'Ente Luglio Musicale.
Ma siamo nel campo delle ipotesi e il commissario non è ancora arrivato.
L'amministrazione Damiano lascia un disavanzo di circa 35 milioni di euro, il commissario potrebbe provare a svincolare tale cifra, però poi il 2018 sarebbe una cattiva annata.
La sconfitta di Savona ha una lettura diversa da parte di Pamela Orrù e di Baldo Gucciardi, i due scrivono congiuntamente, non si comprende come mai. La carta intestata è quella del Senato, verrebbe da dire che la Orrù scrive per se ma ci rifila poi Gucciardi. Sono soddisfatti per il risultato del candidato del PD non fosse altro per avere staccato d'Alì, candidato di Forza Italia e del PSI. La Orrù si contenta di poco, forse non ha ancora chiare le dinamiche politiche della sua città, non quelle che l'hanno portata in senato. Se Tonino d'Alì non fosse sceso in campo Mimmo Fazio avrebbe vinto al primo turno, è un'analisi talmente semplice che pure un analfabeta della politica comprenderebbe. Non si può ad elezioni terminate demonizzare l'avversario come il PSI, specie se i socialisti sono stati chiamati per votare Savona al turno del ballottaggio. E' una politica poco chiara ma con una caccia alle streghe per camuffare le proprie malefatte.
Poi la Orrù intraprende la strada dei se e dei ma: “Il nostro candidato ha costruito e portato avanti, in questi mesi, un progetto serio e concreto con il Pd trapanese e le liste a sostegno ma si è trovato a confrontarsi contro il quorum e non con un avversario. In una condizione normale con i 14.536 voti ottenuti al ballottaggio Savona sarebbe il nuovo sindaco di Trapani. Basti pensare che il primo cittadino uscente, nel 2012, ne ottenne 12.309”. La Orrù dimentica che si votava con una legge elettorale nuova e che il quorum era uno scoglio talmente alto da non far scorgere nessun orizzonte. L'avversario c'era, il quorum non è un'entità astratta, sono gli elettori che non hanno accordato fiducia. Non ci sono altre spiegazioni o misteri da ricercare, c'è una città che non ha risposto perchè evidentemente la battaglia fatta non è stata fortemente identitaria.
L'impresa era ardua e dopo la prova di forza di Fazio con la città lo stesso ha fatto il PD. Questo turno di ballottaggio è costato ai cittadini oltre i 380 mila euro, soldi pubblici. Lottare e sperare di vincere un quorum sulla pelle dei cittadini è stata un'altra risicata prova.
Trapani ha deciso, vuole ordine, vuole il commissario, non ha ascoltato i presagi di catastrofi imminenti sancite da tutto il PD, per inciso il commissario è un funzionario regionale, non sparge pesti bubboniche e non dissemina disgrazie.
Di certo il mancato insediamento del consiglio comunale si traduce in un risparmio per le casse comunali di ben 1 milione e 400 mila euro annui, mica poca cosa per un organo di controllo dell'amministrazione. Ma non basterebbe la Corte dei Conti a controllare le Amministrazioni?
Savona intanto pare non essere più interessato a fare il candidato alla prossima tornata elettorale, del resto i trapanesi se lo avessero voluto lo avrebbero preso adesso.
La città si interroga sul suo domani ma soprattutto sulla vicenda Fazio, cosa accadrà tra un anno? Tornerà in pista da uomo libero e si riprenderà la sua città ovvero si apriranno nuovi scenari? Tra poco meno di qualche giorno le battute di partenza per le regionali renderanno il quadro più chiaro.
Intanto può darsi che il nuovo trio canoro Savona -Orrù-Ruggirello ci regali una nuova performance, si accettano richieste.