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29/06/2017 09:05:00

Castellammare, Francesco Cascio. Parla Rino Sabella, lo psichiata che lo ha avuto in cura

Un carattere schivo, molto chiuso, parlava sempre della sua passione per il mondo musulmano, e di fatti legati alla morte, Francesco Cascio, il giovane Castellammarese morto in Siria combattendo al fianco dei militanti dello stato islamico. A parlare del carattere del giovane Cascio è lo psichiatra Rino Sabella che ha seguito per anni il giovane. Sabella è stato compagno di scuola del padre di Francesco, oggi impiegato in Prefettura.

"Aveva deciso di suicidarsi e lo aveva annunciato su internet ad alcuni amici che me lo hanno comunicato. Allora facemmo delle terapie di gruppo e siamo riusciti a fargli cambiare idea", afferma Sabella. Negli ultimi mesi però il percorso intrapreso da Francesco Cascio era ormai di non ritorno. Aveva detto ai familiari che erano andati a trovarlo in Turchia, a settembre del 2016, che non si sarebbero più dovuti vedere. Da allora non rispose più al telefono.

Ad annunciare la morte di Francesco Cascio ai familiari, sarebbe stata la moglie Lara Bombonati, sposata nel 2012. "Cascio non frequentava nessuno e non aveva relazioni sociali in particolare con le donne. Se veniva allo studio e trovava una donna andava subito via - afferma Rino Sabella -". E sul carattere così introverso parlano anche due suoi ex compagni di scuola: "Non parlava quasi mai con noi e quando lo faceva era solo per fatti e disegni di morte".

Sabella dice di averlo aiutato ad aprirsi al mondo e farlo uscire di casa. Poi partì per il nord Italia e nel 2011 cambiò totalmente. Conobbe Lara ed era molto felice e con lui i suoi genitori. Dopo il matrimonio partì per la Turchia, al ritorno aveva un abbigliamento da musulmano, ma nulla che facesse pensare a posizioni estremiste e radicali.