L'estate sarà calda non solamente per le temperature, la prossima tornata elettorale delle elezioni regionali in Sicilia del 5 novembre ha già messo in movimento partiti e futuri candidati.
Ci sono le liste da preparare e ci sono tutta una serie di accordi che i partiti devono mettere a punto soprattutto per una coalizione che segni il passo vincente.
Gli ultimi cinque anni di governo Crocetta non sono passati inosservati, più le pendenze negative che quelle positive.
Una Regione, che per la prima volta nella storia delle legislature siciliane, vede il bilancio contestato dalla Corte dei Conti.
Brucia tutto, brucia la Sicilia che non riesce a fare fronte alla difesa dei suoi boschi e delle sue montagne, incendiati da piromani, un comportamento criminoso che si verifica ogni anno. Eppure la Regione vanta ben 23 mila forestali, anche qui il paradosso. Nell'isola con più alto tasso di lavoratori in nero solamente novanta gli ispettori del lavoro, pullulano invece i forestali.
Un suicidio da un punto di vista gestionale e amministrativo. La Sicilia brucia, ha continuato a farlo anche con questo sedicente governo targato PD, sostenitore di un presidente che aveva tracciato la netta linea di demarcazione con il passato.
Gridare oggi allo scandalo è roba da furbacchioni, dire che la rovina di questa terra siano stati solamente i cinque anni di governo Crocetta è mentire a se stessi.
Bisogna, invece, ricordare le sventure lasciate da chi prima ha governato, le scelte non appropriate se non a quelle di tutelare e favorire amici, amici degli amici. Crocetta avrà fatto danni, sarà stato inappropriato nel ruolo ma ha ereditato una Sicilia alla canna da gas. Ecco, forse sono quelle le elezioni da non far celebrare. Meglio un commissario, un Prefetto che metta a posto un po' di cose che indichi la via e poi ritornare alla normalità.
Le pseudo coalizioni litigano, più a destra veramente.
Nello Musumeci, lo abbiamo scritto tra i primi, non ha intenzione di mollare indipendentemente da quelle che saranno le scelte fatte da Forza Italia.
La sua corsa alla presidenza della regione è ormai cosa nota, incontra i territori, si muove da mesi.
Forza Italia frena, non è daccordo, Musumeci rappresenta una candidatura troppo a destra si vuole puntare su qualcuno di moderato, se poi forzista doc ancora meglio. Il Berlusca lascia ampia manovra al commissario regionale azzurro, Gianfranco Miccichè, che intanto tratta con Angelino Alfano. Per come sono messe le cose il centro destra arriverà spaccato all'appuntamento del 5 novembre. Da una parte ci sarà Musumeci con la sua Diventerà Bellissima più Fratelli d'Italia e Noi con Salvini, dall'altra parte ci sarà Forza Italia con Cantiere Popolare e, se l'accordo ci sarà, con il Ministro Alfano.
A sinistra ci si muove ancora con pressing verso l'attuale presidente del Senato, Pietro Grasso, che ha già declinato l'invito. Il PD sa bene che questa è una carta vincente, autorevole e certa, insomma potrebbero i dem ritornare a governare la Sicilia. Chi potrebbe essere il sostituto di Grasso? Intanto Saruzzo Crocetta, che farebbe un passo indietro solo per la presenza di Grasso, e poi si sciorinano una serie di nomi da Antonello Cracolici a Davide Faraone: rumor interni al PD dicono che la partita Grasso non è chiusa e che pertanto ci si muove in quell'area.
A luglio in Sicilia arriveranno Pierluigi Bersani e Roberto Speranza che, nel frattempo, hanno creato “Insieme”, unione di Campo Progressista con Art.1-Mdp.
L'incontro di luglio sarà orientato a creare un progetto comune dentro l'alveo del centro sinistra che sia inclusivo e che possa riunire uomini e donne che credono nei valori dell'unità del centro sinistra.
Il progetto però prevede discontinuità in Sicilia, così come a Roma.
Ottavio Navarra, ex parlamentare nazionale e regionale, ex consigliere comunale a Marsala, sta prendendo in considerazione una sua candidatura alla presidenza della Regione. L’ha confermato ed ufficializzato con un post sulla sua pagina Facebook. Una candidatura che guarda a sinistra ed all’area progressista. Una candidatura ed uno schieramento che punterebbero ad un progetto politico e di governo della Sicilia assolutamente nuovo. “Questo schieramento alternativo – scrive Navarra – in Sicilia c’è. Bisogna comprendere se sarà disponibile a buttare il cuore oltre l’ostacolo e mettersi in campo in ogni comune, in ogni angolo della nostra terra. In questi giorni valuterò dunque se è possibile costruire un largo schieramento non di testimonianza ma in grado di competere per vincere con dignità e senza compromessi inaccettabili. Penso in questo senso, sul piano politico, alle forze progressiste e della sinistra, ai movimenti che hanno combattuto battaglie nei loro territori contro scelte scellerate, a chi si è battuto per difendere i beni comuni e per la difesa dei nostri valori costituzionali, ai tanti amministratori che con coraggio hanno tenuto in piedi le istituzioni con determinazione costruendo anche ipotesi di eccellenze amministrative, ai tanti cittadini e cittadine che vorrebbero orgogliosamente sentirsi siciliani”.
E aggiunge: “Questo desiderio di cambiamento lo respiro anche tra tanti elettori e militanti del Pd e del Movimento Cinquestelle che cominciano a comprendere l’inadeguatezza dei progetti che fin qui i loro gruppi dirigenti hanno sostenuto. Lo schieramento che, quindi, voglio verificare è uno schieramento ampio e colorato. Un insieme di forze che amerei chiamare del coraggio e della speranza”. Infine: “I prossimi giorni saranno quindi impegnati in una verifica di tale ipotesi e alla fine di questa verifica sarà mia cura comunicare la scelta che riterrò opportuno compiere”.
E anche sui territori i partiti si organizzano, dopo la batosta delle elezioni amministrative torna a riunirsi a Trapani Forza Italia. Il senatore Tonino d'Alì rientra da Roma e riunisce i suoi, l'obiettivo è puntare alle regionali con una lista forte e competitiva, del resto a Trapani sono il primo partito.
Agosto non sarà un mese di ferie per la politica ma la riorganizzazione di partiti passa dall'allestimento delle liste e dei candidati. La provincia di Trapani questa volta eleggerà cinque deputati e non più sette, un'impresa difficile oltre che dispendiosa. Tanti i volti che resteranno fuori dall'ARS e forte il vento grillino che soffia sulla Sicilia.
“Forza Italia – ha sottolineato il parlamentare forzista – ha dimostrato di essere indiscutibilmente il primo partito della città. Una città che ha altresì confermato, anche con l’esito del ballottaggio, di guardare con fiducia all’area di centrodestra, apprezzando il nostro invito a riaprire, in tempi rapidi, il confronto democratico attraverso le urne, per una vera scelta del nuovo governo della città. Il risultato trapanese di Forza Italia, pari a oltre il 14% dei consensi totali, 4.442 preferenze, è stato anche il migliore dell’intera Sicilia, con riferimento proprio alle recenti amministrative”.