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05/07/2017 12:00:00

Pericolo alluvioni a Castellammare. Il sindaco chiede l'immediata messa in sicurezza

«Urgentissimi e non procrastinabili interventi sul canalone di gronda e sulla montagna finalizzati alla tutela del centro abitato». Il sindaco di Castellammare del Golfo Nicolò Coppola chiede interventi urgenti per mantenere in sicurezza Castellammare dopo l’incendio che domenica ha bruciato monte Inici proprio in una zona dove 43 anni fa un’alluvione causò morte e devastazione.

«Un risanamento della zona con interventi urgenti finalizzati a tenere in sicurezza la città ricordando che nel luglio 1974 la zona fu devastata da analogo incendio e nel mese di ottobre una alluvione causò morte e danni all’abitato con l’acqua che proveniva da quelle zone e, non trovando più ostacoli, provocò una gravissima alluvione –ha scritto il sindaco Nicolò Coppola alla prefettura, protezione civile, genio civile, assessorato regionale al Territorio e ai vigili del fuoco-. Ho modo di dare atto a tutte le forze intervenute che hanno fatto quello che potevano, ma ho il dovere di manifestare la preoccupazione per le conseguenze che questa devastazione può avere, restando disponibile, assieme ai miei tecnici, alla individuazione di soluzioni possibili».

Il sindaco fa suonare il campanello d’allarme alluvione che può rappresentare una delle pericolose conseguenze dell’incendio di domenica domato con l’intervento di tre canadair e che ha bruciato circa 180 ettari di terreno la maggior parte coperto da bosco: secolari alberi come lecci, frassini e querce. «Trattandosi di aree sopra l’abitato di Petrazzi desta particolare preoccupazione la caduta massi. La mia sensazione netta è stata che, pur trattandosi di zona impervia, per quelle zone e per le altre, il tardivo intervento di pulitura dei viali parafuoco rende difficile le operazioni di spegnimento, mentre è da segnalare la mancanza di mezzi: il mio Comune, nonostante le richieste da tempo effettuate, non ha in dotazione neanche una autobotte e per questo occorre affidarsi a qualche autobotte privata. Ritengo che la situazione sia analoga per il corpo Forestale -afferma il sindaco Coppola- che dispone soprattutto di personale e non di automezzi che, pur essendoci, non sono efficienti per motivi diversi.

In sintesi ritengo che ci si debba muovere non in polemica ma in sintonia, al fine di prepararci ad un risanamento della zona con interventi urgenti». Il sindaco chiede che venga messo in sicurezza il territorio già devastato e ferito dagli incendi perché non debba ripetersi la tragedia di quarant’anni fa quando l'alluvione nel quartiere "Petrazzi" causò due morti a causa della valanga di fango che si riversò nel quartiere. Anche allora il gravissimo fatto si verificò per i continui incendi che avevano spogliato monte Inici. Auspico che gli Enti ai quali chiedo con forza di guardare con attenzione a tale rischiosissima situazione -conclude il sindaco Coppola-, provvedano con urgenza a mettere in sicurezza la nostra comunità».

Bilancio incendio su monte Inici - Oltre 180 gli ettari di bosco in fumo. Un attacco programmato e mirato. Le gravissime conseguenze del disboscamento ad incendio in corso: chiusa la strada d’accesso all’area attrezzata del belvedere da dove rotolavano i primi massi.

«É in corso la ricognizione ma certamente sono oltre 180 gli ettari di bosco in fumo dopo il gravissimo incendio che ancora una volta purtroppo ha devastato monte Inici -il sindaco fa un bilancio dell'incendio di Monte Inici -. Le gravissime conseguenze del disboscamento si sono presentate ad incendio in corso: lunedì abbiamo dovuto chiudere la strada di accesso all’area attrezzata del belvedere da dove rotolavano già i primi pericolosissimi massi, uno dei quali ha colpito un mezzo dei vigili del fuoco. Non ci sono più gli alberi che frenano la caduta massi e vorrei che chi attua annualmente questo disegno criminale avesse chiaro che gli incendi oltre a danneggiare irreversibilmente il nostro paesaggio, la natura, l’immagine e l’economia in maniera inquantificabile, mettono a rischio l’incolumità di tutti. Fino al tramonto canadair e mezzi antincendio erano in attività. Solamente all’alba di oggi l’incendio è stato definitivamente spento. Un attacco programmato e mirato».

Dopo l’incendio che nella giornata di lunedì ha continuato a bruciare ettari su ettari del martoriato monte Inici dove le tantissime zone ormai disboscate a causa degli incendi sono visibilissime ad occhio nudo, il sindaco Nicolò Coppola parla di evidente volontà di danneggiare il territorio. «Un unico focolaio partito da una zona impervia e difficilmente raggiungibile nella gola dietro la chiesa della Madonna di Fatima, in zona “fossa del bue” ed estesosi a “tre portelle” ed oltre, appiccato questa volta non con il vento di scirocco: anche questo non è causale poiché si è atteso il vento di tramonta così da far estende l’incendio verso est nella zona dove c’era ancora un fitto bosco. In maniera macchinosa è stato fatto partire il rogo che dalle 10,30 circa di domenica e fino al tramonto ha devastato, ancora una volta monte Inici –afferma il sindaco Nicolò Coppola-. Un fronte di fuoco vasto e difficile da arginare arrivato a lambire alcune abitazioni. Fortunatamente con l’intervento di tre canadair è stato circoscritto e alla fine definitivamente domato e spento grazie al lavoro del corpo forestale, vigili del fuoco, polizia e carabinieri, polizia municipale, volontari della protezione civile dell’associazione Fire rescue e guardie ambientali che ringrazio per aver lavorato incessantemente in situazioni davvero molto delicate attuando il piano di emergenza e protezione civile predisposto e da me coordinato".

"Mentre lavoriamo portando avanti l’iter per far diventare Monte Inici una riserva orientata, oggi rimane tanta amarezza e un paesaggio che non è solo desolante ma anche pericoloso. Valuteremo –conclude il sindaco- ogni possibile azione a salvaguardia della nostra città dopo i resoconti di tutti gli organi che hanno collaborato allo spegnimento dell’incendio. Intanto nella mia relazione alla prefettura, che ci è stata molto vicina, ho sottolineato il fatto che l’indispensabile lavoro dei forestali è stato avviato dalla Regione solo da poco e questo, con la carenza di mezzi, non consente di attuare la pulizia e dunque la prevenzione necessaria. La Regione se ne assuma la responsabilità».