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19/07/2017 12:00:00

Emergenza acqua ad Alcamo. PD e Confartiginato chiedono l'intervento del Prefetto

La crisi idrica ad Alcamo è sempre più grave con i tanti disagi causati da turni di attesa di oltre una settimana e una situazione sempre più nel caos con la decisione degli autobottisti che sabato hanno annunciato di fermare il loro servizio di trasporto dell’acqua. Il Pd e la Confartigianato locali ieri hanno chiesto l’intervento del prefetto di Trapani Giuseppe Priolo.

L’amministrazione comunale ha varato da un mese il nuovo regolamento per la fornitura d’acqua per mezzo di autobotti e ha annunciato di attivare nuovi punti di carico, cosidette colonnine, per agevolare l’attingimento dell’acqua da parte dei camionisti autorizzati. Ma fino a ieri la situazione è stata definita da molti cittadini «insostenibile», cosicché la Confartigianato provinciale nella persona del suo segretario Francesco La Francesca e la Com.Art alcamese, rappresentata da Giuseppe Orlando, hanno diffuso una lettera per chiedere un incontro in Prefettura per «una conferenza di servizi con gli enti preposti, con tutti i capigruppi consiliari del Comune, con la rappresentanza territoriale delle forze sociali presenti e con il capo dell’amministrazione comunale, per trovare una soluzione che possa ridurre il disagio che la crisi sta causando ai cittadini e agli autotrasportatori. Siamo fermamente convinti – proseguono Confartigianato e Com.Art – che la cosa migliore da fare in questo momento sia la riapertura dei pozzi privati, naturalmente con diretta gestione degli impianti da parte del Comune oltre che del prelievo dell’acqua a pagamento». Secondo le due associazioni, «così facendo si permetterebbe di utilizzare le acque dei pozzi privati ai soli usi non destinati al consumo umano (riempimento delle piscine, irrigazione dei campi, dei giardini, dei parchi, fornitura idrica per impianti di produzione non alimentare, per tutti gli interventi antincendio eccetera». Orlando evidenzia: «Al momento le richieste di acquisto acqua agli uffici tecnici comunali sono di circa 100 al giorno».

 Anche il Pd, nella persona del suo capogruppo consiliare Giacomo Sucameli, «coadiuvato e sostenuto da diverse associazioni locali», come riporta infatti in una nota, chiede al prefetto di Trapani di poterlo incontrare «per discutere quella che appare essere l’attuale “piaga sociale” della nostra città. A pesare sul nostro territorio – spiega Sucameli - è una gravissima crisi idrica la quale sta dilaniando, cittadini a parte, la categoria degli autotrasportatori, costretti ad iter e trafile impossibili proprio a causa della penuria idrica. L’unico accesso per rifocillare le vasche dei nostri concittadini alcamesi è il Bottino comunale – prosegue Sucameli - la cui portata d’acqua non può risultare sufficiente per soddisfare le centinaia di richieste che giorno dopo giorno si susseguono». Sucameli ritiene «doverosa la possibilità di attingere a pozzi privati avendo preventivamente preso visione delle normative vigenti in materia, al fine di smaltire le chilometriche file di autobotti, oltre che per garantire ai cittadini di poter prendere l’acqua». Sucameli già nei giorni scorsi, in linea con quanto asserito dagli autobottisti, ha contestato: «A seguito di regolamento, il nostro Comune ha garantito alle autobotti l’accesso al Bottino comunale al fine di evitare disagi ai cittadini. Essendo l’acqua un bene utilizzato per scopi umani, occorre sia potabile. Decisione questa non conforme alle esigenze dettate dalla città la quale, oltre al personale uso dell’acqua, dovrebbe poter irrigare terreni o semplicemente riempire piscine e recipienti». Anche secondo Sucameli, quindi, è «urgente poter attingere a pozzi privati, previa visione da parte del Comune il quale potrebbe consentirne anche la comunale gestione».