Ci sono nomi e fatti nuovi che avrebbe raccontato ai giudici il pentito alcamese Armando Palmeri. Ce ne siamo occupati la settimana scorsa, in questo articolo che potete leggere qui. L’autista del boss Vincenzo Milazzo, avrebbe raccontato ai giudici di Caltanissetta, che continuano ad indagare sui mandanti occulti delle stragi, che il boss alcamese venne ucciso perchè disse no all’attuazione della strategia stragista voluta da Cosa nostra. Dalle pagine del Fatto Quotidiano, con un articolo firmato da Sandra Rizza e Giuseppe Lo Bianco si riporta anche il nome di chi ha fatto da intermediario per gli incontri tra Milazzo e i servizi segreti.
“Voleva usare armi batteriologiche fuori dalla Sicilia, per questo il boss Vincenzo Milazzo lo considerò un pazzo”. Sono queste le parole del pentito alcamese riguardo al periodo dello stragismo dei primi anni ’90. Il presunto personaggio che avrebbe avuto l’intenzione di usare quest’arma era addirittura l’alcamese Baldassare Lauria, 82 anni, medico ed ex senatore dal 1996 al 2001. Sarebbe lui il politico che avrebbe permesso l’incontro tra il boss Milazzo e i servizi segreti.
Il presunto incontro tra Lauria, Milazzo e i servizi segreti sarebbe avvenuto alla vigilia delle stragi in cui morirono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Milazzo fu ucciso, insieme alla fidanzata, alla vigilia via D’Amelio. Per la mafia sapeva troppo ed è stato fatto fuori. “Il nome del politico – scrive il Fatto quotidiano – è contenuto nell’ultimo interrogatorio del pentito Armando Palmeri, reso il 18 novembre scorso ai pm di Caltanissetta Gabriele Paci e Stefano Luciani che tornano ora a scandagliare la pista dei mandanti occulti delle stragi”.
Palmeri, che appartiene ad una famiglia della borghesia alcamese, iniziò la carriera criminale con una banda composta da altri alcamesi e dedita alle rapine nel nord Italia. Dopo l’ingresso in Cosa nostra divenne autista e uomo di fiducia di Milazzo. Sul fatto quotidiano è riportato anche un virgolettato delle dichiarazioni del pentito alcamese: “Ricordo che Milazzo appellò il Lauria come un altro pazzo, quando commentò in mia presenza la proposta che questi aveva fatto di usare fuori della Sicilia armi batteriologiche”.