Non è stato un anno facile per l'Amministrazione Comunale di Marsala, un anno sostanzialmente di polemiche, poca programmazione e di assessorati lasciati vacanti.
A lasciare per prima è stata Lucia Cerniglia, delega Sport-Turismo-Spettacolo, segretaria del PSI, i consiglieri di riferimento non la volevano lì, hanno parlato di incompatibilità tra la carica di assessore e quella di segretaria cittadina. Ci si arrampicava su uno statuto, quello che desideravano i consiglieri socialisti era una persona “gradita” in Giunta. Non ha abboccato il sindaco, Alberto Di Girolamo, non ha concesso nessun assessorato a quella parte politica che ha concorso alla sua elezione. Una lista, quella del PSI, che ha portato i suoi voti grazie anche alla presenza di Oreste Alagna e Letizia Arcara, quasi subito allontanatisi da Nino Oddo. La composizione dei socialisti di oggi è ben diversa da quella che ha concorso ad eleggere il sindaco del PD. Oggi sindaco di tutti, anche se qualcuno spesso lo dimentica.
Il secondo assessore a dimettersi è Salvatore Accardi, Lavori Pubblici.
Accardi era in Giunta in rappresentanza del gruppo Una Voce per Marsala, si dimette per un cavillo: la sfiducia in sesta commissione alla presidente Linda Licari, sfiducia chiesta anche da Alessandro Coppola.
Non si è ben compreso il nesso, a dimettersi avrebbe dovuto essere l'assessore al ramo, Clara Ruggieri, e invece si suicida politicamente Accardi.
I due assessorati sono ancora liberi, il primo vacante da dieci mesi, il secondo da appena un mese.
Non c'è la quadra, il sindaco sta incontrando tutti i gruppi consiliari, qualcosa verrà fuori.
Dicevamo, non è stato un anno facile per l'Amministrazione che ha dovuto incassare dei colpi duri in aula, spesso un muro contro muro che ha fatto avvilire la città tutta.
Giochi di potere e prove di forza che poco o nulla hanno a che fare con le risposte che chiedono i cittadini, nell'immediatezza.
In aula si consumano strappi, vengono bocciate delibere su cui si era imperniata la campagna elettorale, eppure le forze di coalizione erano le stesse.
Così' in questo quadro belligerante, di guerra fredda, tra due mondi che non comunicano per come dovrebbero e non si chinano l'uno all'altro, viene respinta la delibera che prevedeva lo scioglimento di Marsala Schola. Si vada oltre, è un campo aperto, l'Amministrazione rimbalza contro il muro di gomma che ha formato il consiglio comunale.
Lo stesso Partito Democratico in aula è spesso critico nei confronti dell'Amministrazione e il suo capogruppo, Antonio Vinci, è più vicino alle posizioni di contrasto che di allineamento, salvo poi dire in aula che è uomo di partito.
Sono stati mesi in cui il gruppo di Enzo Sturiano è cresciuto e rafforzato. Fa riferimento a Paolo Ruggirello, folgorato sulla strada del PD dopo essere stato eletto con Nello Musumeci. Sembra un cammino di conversione, ci piacerebbe sapere quale sia stata la guida spirituale.
Sturiano fa suoi Federica Meo, Alfonso Marrone e Alessandro Coppola. A qualche incontro con il deputato Ruggirello hanno partecipato anche Vito Cimiotta (PSI) e Angelo Di Girolamo (PD), un mix da Prima repubblica. Sono un partito dentro il partito, lo hanno più volte affermato ripetendo le parole del mentore Ruggirello. Di quale partito si tratti ancora non è cosa nota, Ruggirello è il Caronte della politica, traghetta le anime da destra a sinistra, loro seguono, speriamo “i corpi sulla barca non siano di colore ferrigno”.
Il consiglio comunale di Marsala è un laboratorio sperimentale di una politica che arranca e che comunica pochissimo, non con il Palazzo, ma con i cittadini a cui interessa la buca su una strada piuttosto che una luce o un discerbamento.
Si alzano parlano, sono interessati al bene della città, si guardano tra loro, ammiccano... qualcuno fa un intervento avendolo prima pattuito con qualcuno, è un quadro surreale sganciato dalla realtà.
Il sindaco e la Giunta non parlano se non tra loro, c'è il nodo da risolvere della Giunta: tecnica o politica? Allo stato dei fatti ci sono tre assessori targati PD: Clara Ruggieri, Agostino Licari, Annamaria Angileri. E di tecnico c'è poco.
E' una questione di opportunità, di dare una visione e una lettura dell'Amministrazione anche sganciata dal consiglio comunale ma è lo stagno nel quale versa costantemente questa Amministrazione che rende le acque torbide, le rane non ce la fanno più.
E' una questione di opportunità dire ai cittadini come si intenda governare nei prossimi tre anni e con quali progetti, che non siano solo Area Vasta e Agenda Urbana. Troppo a lungo raggio.
E' una questione di opportunità quella del Sindaco di pretendere che il suo ruolo istituzionale venga rispettato e che non venga tirato per la giacchetta da tutte le richieste di assessorati, poltrone, poltroncine.
Sarebbe bene mettere in pratica il principio secondo cui la politica è l’arte d’impedire agli avversari di fare la loro.