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17/08/2017 02:05:00

Legambiente, roghi in parchi e riserve. In Sicilia in fumo quasi 26 mila ettari

  Aree naturali protette, ma non dagli incendi che quest'anno in un caso su tre sono stati innescati proprio all'interno di quegli scrigni di biodiversità e presidio paesaggistico che sono i parchi naturali e le riserve. ''Nel 2017 - denuncia Legambiente - in Italia quasi un terzo dell'intera superficie percorsa dal fuoco ha interessato aree di valore naturalistico e incluse nella rete Natura 2000 sempre più nel mirino di ecomafiosi e piromani''.
In particolare, precisa l'associazione ambientalista, sono 24.677 gli ettari di Zone di Protezione Speciale per tutelare l'avifauna andate in fumo, 22.399 quelli dei Siti di importanza comunitaria e ben 21.204 gli ettari bruciati di parchi e aree protette, per un totale di 35.000 ettari.

Le Regioni più colpite, sottolinea Legambiente, sono Sicilia, Campania e Calabria. Gli incendi nel 2017 hanno coinvolto in Italia 87 Siti di Importanza Comunitaria (principalmente in: 31 Sicilia, 24 Campania, 8 Calabria, 7 Puglia, 5 Lazio, 4 Liguria), 35 Zone di Protezione Speciale (10 Sicilia, 6 Campania, 5 Calabria, 5 Lazio, 3 Puglia, 1 Liguria) e 45 Parchi e Aree protette (12 Sicilia, 13 Campania, 5 Lazio, 4 Calabria, 4 Puglia, 1 Liguria), tra cui 9 Parchi nazionali, 15 Parchi regionali e 16 Riserve naturali.
Le regioni che hanno perso il patrimoni maggiore sono: la Sicilia (con 11.817 ettari (ha) bruciati nei SIC, 8.610 nelle ZPS e 5.851 nelle Aree protette), la Campania (8.265 ha nei SIC, 4.681 nelle ZPS e 8.312 nelle Aree protette), la Calabria (666 ha nei SIC, 3.427 nelle ZPS e 3.419 nelle Aree protette), la Puglia (1.687 ha nei SIC, 1.535 nelle ZPS e 1.283 nelle Aree protette), il Lazio (173 ha nei SIC, 2.797 nelle ZPS e 847 nelle Aree protette) e la Liguria (1.083 ha nei SIC, 325 nelle ZPS e 300 nelle Aree protette).
L'emergenza incendi non conosce tregua e non risparmia neanche le maggior aree di valore naturalistico, incluse quelle nella Rete Natura 2000. "Non solo il Vesuvio, ma anche - sottolinea Legambiente - Cilento e Vallo di Diano, Gargano, dall'Alta Murgia alla Majella, dalla Sila al Pollino al Gran Sasso passando per la Riserva dello Zingaro in Sicilia, sono troppe le aree di pregio del Centro-Sud finite in balia di ecocriminali e piromani.
"Il 2017 verrà ricordato, come lo furono il 2007 e il 1997, come un anno orribile per la devastazione prodotta dalle fiamme'' conclude Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente, lamentando ''troppi ritardi ed errori. Ha pesato anche la burocrazia, la mancanza di un'efficace macchina organizzativa, di politiche di gestione forestale sostenibili come dimostra la situazione reale e il ritardo nell'aggiornamento dei piani AIB dei parchi e delle riserve naturali dello Stato. Allo stato attuale risultano 13 piani AIB vigenti, otto con l'iter non ancora concluso e due Parchi (Stelvio e quello del Cilento e Vallo di Diano) con il piano antincendi recentemente scaduto e da aggiornare. Nella lotta agli incendi servono più prevenzione e controlli e politiche di adattamento al clima".