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04/09/2017 06:00:00

Sicilia 2017, Renzi si lava le mani, con Musumeci il vecchio centrodestra. E Cuffaro...

 Matteo Renzi come Ponzio Pilato, si lava le mani del problema Sicilia. Non intende promuovere candidature né deciderle, lascia la questione ai dirigenti dem dell'Isola.

Renzi non si comporta come un segretario nazionale di Partito, in questi casi ci vuole un atto di autorevolezza, la piena capacità a mettere ordine tra le fila dello stesso partito per traghettarla, quantomeno, ad una soluzione inclusiva ed eterogenea. Almeno si salvi la faccia.

La verità è che Renzi in Sicilia perderà, così ha deciso, così hanno deciso a Roma. La Sicilia sarà di nuovo di Berlusconi e di Cuffaro. Il primo, da Arcore, lo dichiara a chiare lettere: “Scendo in campo per vincere”. Si è già snaturata la candidatura di Nello Musumeci che è diventato lo strumento per i giochi di potere di altri. Quelli più grandi di lui, con cui ha fatto accordi e con cui ne farà ancora, perchè è con loro che governerà.

Renzi dice di non volere personalizzare le regionali siciliane, facendo un passo indietro. Il fatto è che Renzi, Matteuccio, è incapace a fare il segretario nazionale. Facesse lo scout, allora. Ha personalizzato il referendum del 4 dicembre scorso e non lo fa per la campagna elettorale, del suo partito?

Allora qualcuno lo spieghi, a Renzi, quale sia il ruolo di dirigente massimo di un partito, poi se vuole continuare a fare il gioco dell'oca si attrezzi a Firenze, a casa sua, e lasci stare le competizioni elettorali. Ha già dimostrato che è più bravo a perdere che a vincere. Renzi, il distratto, non si è accorto di quelli che erano presenti in conferenza stampa a Palermo, mentre il centro destra si ricompattava, e se non si tratta di distrazione è chiaro l'intento, voluto, che la Sicilia deve andare in mano al centro destra.

Nella sala stampa di Palazzo dei Normanni c'erano tutti: Ignazio La Russa, Francesco Scoma, Gianfranco Miccichè, Saverio Romano,Gaetano Armao, Francesco Cascio, Roberto Lagalla...l'asse che ha governato dal 2001 al 2006 si è ripresentato. Quell'asse che Nello Musumeci ha combattuto e con il quale oggi va a braccetto. E' rinato il centro destra, dicono. Già, è rinato quello vecchio, stantio, che puzza di muffa. Se questi sono i presupposti per farla diventare Bellissima sarebbe opportuno reinventare l'aggettivo. C'è una verità siciliana, Cuffaro ha sempre i suoi voti, apre il cassetto e li esce all'occorrenza, un potere che ha subito una perdita ma non una debacle. E' un fenomeno tutto siciliano e culturale, perchè i voti sono fatti di carne ed ossa, a mettere quella X sul nome del candidato è il movimento di una mano. Una persona.

Totò vasa vasa è interdetto dai diritti politici non dal parlare di politica.

La coalizione è servita, a muoversi anche Riccardo Antonio Afflitto, il pupillo di Marcello Dell'Utri, il trait d'union tra Berlusconi e  Raffaele Lombardo. Accordi su accordi, qualcuno dei quali prevederebbe anche un posto alle nazionali per Silvio Cuffaro, fratello di Totò.

Una coalizione ampissima che stopperebbe i grillini e anche Rosario Crocetta, attuale governatore. Il PD annaspa, gracchiano come le rane, e non è un canto d'amore. Hanno seminato mine anti Crocetta e adesso le stanno raccogliendo con le loro stesse mani.

E Cuffaro se la ride, ha posizionato Roberto Lagalla, suo intimo amico, suo assessore alla Sanità e quell'assessorato, immancabilmente, lo rivogliono in mano. Del resto si sa, l'assessore alla Salute in Sicilia è l'uomo che ricopre un ruolo importante, più dello stesso presidente, è l'assessorato che si spalma su oltre il 50% del bilancio siciliano.

La sanità ai tempi di Cuffaro è stata la sanità in cui il miglior medico era l'aereo per potersi fare curare nei centri del nord Italia, Emilia Romagna in testa, spendendo, in rimborsi per prestazioni fornite ai siciliani da aziende ospedaliere non siciliane, circa 256 milioni di euro l'anno, ma il cittadino pagava di tasca proprio il viaggio, l'albergo e tutto quello che doveva servire.

E' stata la sanità cuffariana ad accreditare 61 case di cura private, contro 71 pubbliche, tra cui Villa Santa Teresa a Bagheria, controllata direttamente dai corleonesi. Quella casa di cura portava circa 40 milioni di euro di introito l'anno, tariffario concordato direttamente con Cuffaro, superiore alla media nazionale, dopo l'arresto di Michele Aiello la tariffa scende del 75%.

E' la sanità in cui gli assessori di Cuffaro avevano interessi legittimi in cliniche private, questo il caso di Ettore Cittadini. Cuffaro icona della sanità in Sicilia, si dice che gestisse, intorno agli anni 80, i concorsi per medici su disposizione di Calogero Mannino. Hanno sempre negato entrambi, Cuffaro ha solo detto che incontrava i medici per consigliarli, e per mangiare un cannolo.

Insomma Cuffaro, o suoi eletti, rivogliono la Sicilia in mano passando proprio dalla sanità, snodo principale di interessi e ampio bacino di voti.
Al momento hanno il campo libero per la campagna elettorale, se la vedono con il movimento Cinque Stelle, il PD dondola e si canta, da solo, la ninna nanna. Sogni d'oro, al risveglio saranno incubi.

Intanto l'altra parte della sinistra, quella di Art.1-Mdp, i bersaniani per intenderci, correranno con Claudio Fava alla presidenza. Non sono loro migliori di altri, Bersani è stato forte oppositore di Fava, lo stesso Bersani che si è dichiarato “tradito” da Salvatore Lombardo, in quel governo ribaltonista. Massimo D'Alema è scettico sul nome di Fava, la sua priorità sarebbe quella di un centro sinistra forte e compatto per arginare il centro destra.

Leoluca Orlando, sponsor ufficiale di Fabrizio Micari, sulle primarie richieste da Crocetta è categorico: “Accettarle significherebbe legittimare il presidente della Regione e il suo operato". Ma è un pullulare di candidature, i Liberalsocialisti presentano la loro autonoma candidatura, Marzia Casiraghi: “La condizione favorevole della candidatura di Marzia Casiraghi è data dalla conclusione  della < farsa > che ha visto protagonisti Gaetano Armao ( con il Movimento Sicilia Nazione ) e Roberto Lagalla ( con Idea Sicilia ) che avevano affascinato, sedotti, ingannato i siciliani con l’illusione di dare voce ai bisogni di autonomia e di rappresentanza in un raggruppamento autonomista che raccogliesse le istanze e la cultura moderata dei siciliani alla fine concluso con il sostegno a Nello Musumeci proposto e sostenuto < dai sovranisti e dai populisti > con aggregati Forza Italia ed il Cantiere Popolare di Saverio Romano.

Candidato anche Franco Busalacchi, Noi Siciliani con Busalacchi: “Il nostro scopo – sostiene Franco Busalacchi - è far ripartire il Mezzogiorno attraverso l'attuazione della sovranità nazionale e, di conseguenza,  la sovranità siciliana perché il nostro Statuto autonomo è parte integrante della Costituzione. Il nostro obiettivo, quindi, è quello di ripristinare lo status federale che, sebbene sia stato ottenuto dalla Sicilia nel 1946, la classe politica che ha governato l’Isola negli ultimi 60 anni ha fatto in modo che non fosse mai applicato”.

Rossana Titone