di Leonardo Agate - Il 5 novembre saremo chiamati alle urne in Sicilia per eleggere il presidente della Regione e i 70 deputati regionali.
A sentire in giro gli umori della gente, giovane e non più giovane, si nota un grande scoramento e una certa voglia di non andare alle urne.
Stiamo per uscire da un Governo di centro – sinistra, dopo aver subito i Governi di centro - destra. La novità stavolta è costituita dal M5S, che cinque anni fa era agli albori, e con poca esperienza parlamentare.
In cinque anni non si può più dire che non hanno fatto esperienza. Hanno fatto cose giuste e cose sbagliate. Rispetto ai loro concorrenti di centro, di destra e di sinistra si sono macchiati di meno reati perseguiti dall’autorità giudiziaria.
Sarei un illuso se pensassi che il M5S , se vincitore delle elezioni siciliane, risolverà la “Questione meridionale” , o almeno solo quella siciliana. D’altra parte non voglio più farmi fregare dagli assembramenti di centro - destra e di centro - sinistra, dove il centro non c’è più, perché sbilanciato a destra o a sinistra.
Confesso che mi sento fregato dagli ultimi Governi siciliani, presieduti da Rosario Crocetta, e prima di lui da Salvatore Lombardo, e prima ancora brevemente da Nicola Leanza, e ancora prima da Salvatore Cuffaro. Ad alcuni di loro ho dato il mio voto; visti i risultati, di nessuno sono rimasto soddisfatto. Il bello è questi signori hanno rappresentato l’arco politico per intero, a 360 gradi. Non ho notato alcuna differenza sostanziale tra le fregature che mi hanno dato, e a tutti i siciliani hanno dato, i presidenti sunnominati. Tutte le promesse fatte in campagna elettorale sono state tradite nel corso delle legislature.
Sarei tentato anch’io di non andare a votare, tanto poi non cambia niente. Oppure potrei fare come quei votanti che si turano il naso entrando in cabina elettorale, e votano il meno peggio. Ma chi è oggi il meno peggio?
Prima di rispondere, bisogna però decidere se andare a votare. Direi di sì, altrimenti lasciamo la Regione alla mercé di quelli che sicuramente andranno a votare perché legati, direttamente o indirettamente, a questo o quel carro politico.
Posto quindi che conviene andare a votare, sapendo che dentro la cabina si sentirà il puzzo di una latrina, e le idee si confonderanno, converrà appoggiarsi la mattina del voto a casa il capo alla mano, come le statue degli antichi pensatori, per decidere chi oggi è il meno peggio.
Seguendo la logica, non possono essere considerati meno peggio i rappresentanti di quei partiti, pure trasformatisi nelle denominazioni, che hanno fatto parte delle maggioranze che hanno supportato i summenzionati esimi presidenti. L’unico partito che resta, e che non vuole nemmeno essere chiamato partito, ma “movimento” è il M5S. Se votassimo questo movimento e lo portassimo a governare, potremo trovarci fregati un’altra volta. Ma non ne possiamo essere sicuri, perché al governo siciliano non ci sono stati. Se votassimo gli stessi personaggi che precedentemente abbiamo votato, saremo sicuri che continueranno a comportarsi come prima.
Non mi va di essere fregato dalla stessa persona o dallo stesso partito due volte consecutive. Stavolta, senza illusioni, voterò e invito a votare M5S. Al massimo saremo ancora fregati, ma non da uno che già conosciamo come truffatore.