E' carico. Il presidente Nello Musumeci, che si è rifugiato in campagna dove rimarrà a riposo per un paio di giorni, è già al lavoro su alcuni dossier come quello dei fondi Ue di cui parlerà a Bruxelles con Tajani, e comincerà a entrare nel vivo del confronto con gli alleati sulla squadra di governo, sugli assetti della coalizione e sulle prime cose da fare rispetto al programma.
Un’indicazione chiara l’ha già data nel corso di un collegamento tv con «Porta a Porta»: «Voglio fare il lavoro più sporco, bonificare la Regione, renderla efficiente, premiare il merito dei dirigenti...».
Oggi Gianfranco Miccichè giovedì sarà a Palazzo Grazioli, a Roma, per il vertice convocato da Berlusconi con i coordinatori regionali di FI per fare il punto dopo la vittoria in Sicilia. Racconta un retroscena La Sicilia:
Matteo Salvini, invece, ha voluto abbracciare direttamente il nuovo governatore; i due si sono incontrati nell’aeroporto di Catania in un clima festoso e di serenità. Poi si sono appartati per parlare. Al bar dello scalo hanno preso un caffè. Alla domanda del barista «volete un arancino?», Musumeci e Salvini hanno sorriso: «No, grazie, basta arancini...» e hanno ordinato una brioche che hanno diviso a metà. Poi Salvini parlando con i cronisti un po a sorpresa ha ribadito il giudizio sul M5S che aveva espresso in campagna elettorale: «Non condivido chi nel centrodestra insulta o riduce a una scelta di disperati o fannulloni il voto dato ai M5s, che invece merita rispetto. C'è stato un voto disgiunto a favore del candidato presidente che ha preso più preferenze della lista. Loro sono il primo partito in Sicilia quindi ci devi ragionare e dialogare. E se fossi Musumeci - insiste - li interpellerei sulle scelte più importanti».
Musumeci, che ha vinto col 39,9% staccando di 5,3 punti Giancarlo Cancelleri (M5s), può contare sulla maggioranza in Assemblea: 36 parlamentari su 70. Il gruppo più numeroso è quello dei 5stelle, con 20 deputati. Solo per metà si può parlare di nuova Assemblea. Sono 36 i deputati che rientrano all’Ars, mentre i «nuovi» sono 34, ma solo una parte al primo mandato perché in qualche caso si tratta di un ritorno, come quello di Cateno De Luca e Alessandro Aricò.
Le donne rimangono 14, ma in proporzione risultano di più in quanto la nuova legislatura è formata da 70 deputati e non più da 90.
Gran parte dei volti nuovi si trova tra i 5stelle, la metà dei 20 deputati, e tra le fila di Forza Italia, 6 su 12. Tra gli habituè con diversi mandati alle spalle ci sono Giuseppe Lupo, Baldo Gucciardi e Antonello Cracolici del Pd, Riccardo Savona per FI, Mimmo Turano dell’Udc, Nicola D’Agostino di Sicilia futura.
MAFIA. “In questi anni, ho tenuto lontana dal palazzo la mafia, che c’è e resiste e, purtroppo, è tornata. Perché la corruzione è mafia. Mi auguro che Musumeci, che ne ha le qualità, sappia resistere alle sollecitazioni che gli impresentabili sicuramente gli faranno”. Lo ha detto all’Adnkronos Giovanni Ardizzone, Presidente uscente dell’Assemblea regionale siciliana. “Se, per necessità, Musumeci si è fatto carico in queste elezioni del loro voto, una volta eletto, dovrà avere il coraggio, che non gli manca, di tenerli fuori”, ha aggiunto.
CENTROSINISTRA. "Grasso leader ? Andrebbe da Dio". All'indomani delle elezioni in Sicilia, Pier Luigi Bersani fa il punto sullo stato dell'arte a sinistra. "Con i dem siamo a una rottura profonda che si risolve solo andando nel profondo", ammette, mentre liquida a "tatticismo" questo "dibattito sui candidati premier". E però, interrogato dai giornalisti risponde che "cerchiamo una persona che abbia un profilo civico e di sinistra" e che quindi, sì il presidente del Senato calzerebbe a pennello, in linea con la proposta di Giuliano Pisapia. E condivisa anche da Massimo D'Alema ("se effettivamente Pietro Grasso volesse partecipare a questo sforzo civico e progressista, la sua presenza sarebbe fondamentale", ha detto oggi alla direzione di Mdp.
Il partito si stringe intorno all'ex magistrato, chiamato in causa Partito Democratico, nella fattispecie dal deputato Faraone che sull'onda dei primi exit poll siciliani (già chiari in merito al risultato), ha sparato a zero: "Micari - ha detto il dem - ha avuto il coraggio che non ha avuto Grasso di fare il candidato del centrosinistra in una logica larga, proposta da Si e Mdp salvo poi tirarsi indietro"). Oggi Matteo Renzi rettifica: "Nessuno - spiega nella sua Enews - ha dato la colpa a Grasso, neanche il sottosegretario Faraone che ha rilasciato la dichiarazione contestata da tanti. Si è solo detto che se Grasso si fosse candidato, come gli era stato chiesto, i risultati sarebbero stati diversi". Ma lo stesso presidente l'ha presa come un 'j'accuse' e ha risposto per le rime.
Per Mdp, che ha lanciato la proposta per "un'alleanza civica e di sinistra", il voto siciliano è l'ennesima occasione per ribadire la distanza con i democratici (che nella suddetta allenza non sono inclusi). Anche in vista delle elezioni politiche 2018, un accordo sembra quantomai lontano. "Un'alleanza con il Pd? Ma per l'amor di Dio - incalza Bersani - Il Pd è in grado di chiudere un ciclo nei contenuti?". Del resto, "se facessimo una alleanza con questo Pd non ci seguirebbero gli elettori. Se Fava non si fosse presentato in Sicilia - rincara -, qualcuno pensa che i suoi voti sarebbero andati al Pd?
Renzi però rilancia: "Già oggi siamo in coalizione. E siamo pronti ad allargare ancora al centro e alla nostra sinistra - scrive sulla sua enews -. Condivido a questo proposito le riflessioni di Dario Franceschini. Non abbiamo veti verso nessuno, noi". Alle politiche "se il Pd fa il Pd e smette di litigare al proprio interno, possiamo raggiungere, insieme ai nostri compagni di viaggio, la percentuale che abbiamo preso nelle due volte in cui io ho guidato la campagna elettorale: il 40%, raggiunto sia alle Europee che al Referendum".
Poi l'autodifesa: "Dire che il problema sono io per il voto in Sicilia" significa "utilizzare ogni mezzo per togliere di mezzo l`avversario scomodo. Che poi è l`obiettivo di chi è contro di noi (...) Sono mesi che cercano di mettermi da parte, ma non ci riusciranno nemmeno stavolta".