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10/11/2017 10:07:00

Nello Musumeci, neo presidente della Regione, e la bonifica della Sicilia

di Leonardo Agate - A quel povero Nello Musumeci, che per il rotto della cuffia è riuscito a diventare presidente della Regione – il partito che ha raccolto più voti è il M5S, non il suo - nelle elezioni del 5 novembre scorso, non gli lasciano nemmeno il tempo di riposarsi, che una grana gli piomba tra capo e collo.

La sua maggioranza a Palazzo dei Normanni è di 36 deputati, metà più uno dei componenti complessivi, che sono 70.

A poche ore dal risultato elettorale, un eletto dell’Udc, Cateno De Luca, è posto dalla magistratura alla custodia cautelare. Le reazioni politiche sono tutte prevedibili, rientrando nel canovaccio classico dello pubblico spettacolo. Il segretario dell’Udc dichiara di avere fiducia nella magistratura, sperando che alla fine il suo imputato venga riconosciuto estraneo ai fatti contestati: un’evasione fiscale da 1 milione e 700 mila euro.

C’è, però, da ricordare che lo stesso Cateno De Luca – il suo nome sembra un auspicio dello stato civile, e Pirandello a un personaggio di tal fatta non ne avrebbe trovato uno migliore – aspetta una sentenza della Cassazione per un altro procedimento penale, risalente a fatti meno recenti.

Il neo presidente della Regione ha dichiarato che bonificherà la nostra terra. L’intenzione è buona, e lo seguiremo nei lavori di bonifica. Per quanto riguarda la situazione del deputato in custodia cautelare, il neo presidente non si è precisamente pronunciato, ma ha dichiarato che la legge prevede come Palazzo dei Normanni deve in questi casi comportarsi. Forse, però, non si è informato bene, perché nessuna norma di legge o di regolamento interno al Palazzo contempla il caso di un deputato eletto che, prima di insediarsi, viene confinato a casa sotto custodia. Allora, bisognerà investire del caso l’Ufficio Legislativo e Legale della Regione, per averne una sollecita risposta, che in altri casi si è fatta aspettare mesi.

Il giudice potrebbe consentire a De Luca di recarsi saltuariamente al Parlamento per svolgervi le sue funzioni in attesa che venga emessa una sentenza interdittiva definitiva, o anche solo provvisoria. La nostra è solo un’ipotesi. Non abbiamo la competenza per sostituirci, in così complicata materia, ai fertili ingegni dell’Ufficio Legislativo e Legale.

Per quanto riguarda la maggioranza in aula, il centro – destra non dovrebbe avere scossoni, perché il posto i De luca potrà essere occupato da altro candidato che lo segue nella lista. Un sedere al posto di un altro su una poltrona non è determinante per la maggioranza, se appartiene alla stessa maggioranza. Però, che la maggioranza non navigherà in acque tranquille è una previsione tra le più fondate. Infatti, i vari partiti che hanno fatto vincere Nello Musumeci con la coalizione, chiederanno, nell’assegnazione dei posti di governo e di sottogoverno, la loro retribuzione, e non è detto che le discussioni saranno pacifiche. In caso di rottura tra un partito della colazione con la colazione stessa, alcuni deputati potrebbero passare armi e bagagli all’opposizione, che già conta venti deputati grillini, oltre quelli dell’alleanza di centro - sinistra e dell’altra sinistra di Fava.

In questa situazione il consiglio che possiamo dare a Nello Musumeci è di ridimensionare le sue intenzioni di fare la grande “bonifica”, contentandosi di governare, anche con la sua esigua minoranza, in modo meno indegno di come hanno fatto i legislatori precedenti. Che non è una cosa da poco se si pensa che circa la metà dei nuovi eletti è costituita da parlamentari della precedente o di più vecchie legislature rieletti.