A sinistra, nel PD, ci cercano ancora i colpevoli di questa sconfitta senza precedenti.
Terzi, scarsa percentuale di risultato, soprattutto dopo avere avuto la Regione in mano per ben cinque anni e avendo sbandierato da più parti tutte le cose meravigliose che si erano fatte. Evidentemente così meravigliose non lo erano, e non lo sono.
Il Partito Democratico ha perso, nonostante il candidato presidente Fabrizio Micari, unica verà novità dentro un partito che, in ogni collegio della Sicilia, non ha saputo allestire liste competitive ma che ha riciclato i matusalemme delle politica.
Cercare le colpe adesso non avrebbe senso, addossarle ad un solo soggetto ancora meno.
Una grande verità bisogna però circoscriverla: Micari era un ottimo candidato, moderato, liberale, con una programmazione importante. Quindi in soldoni: non è mancato il candidato è mancato l'apparato di partito.
Nessuno dentro al PD sa fare un'analisi compiuta del dato voto, nessuno tranne Mila Spicola: “Il Pd scelga con chi vuole stare e cosa vuole fare, se fare la politica delle persone, con esperienze reali nei territori o se vuole perseverare con la politica senza politiche, delle tattiche perdenti e degli apparati che bruciano mesi e mesi in discussioni sterili su candidature improbabili”.
Per Antonello Cracolici la colpa è di Matteo Renzi sulla cui figura ci sono più divisioni che unioni.
Cracolici vive su Marte, non ha ben compreso che la sconfitta siciliana è nell'80% da ricercare nell'operato del governo uscente e in quegli esponenti del Partito Democratico sempre in eterna campagna elettorale ma senza quel grado di umanizzazione che porta il cittadino ad avvicinarsi a quello schieramento.
Il PD ha sbagliato la strada pur avendo una buona macchina per affrontarla e un discreto pilota.
Nel centro sinistra c'è già chi pensa a lasciare quella collocazione per passare dall'altra parte non fosse altro perché con il PD non c'è soluzione di comunicazione, non ascoltano e trattano con sufficienza. Pure gli alleati si sono stufati, è il caso di Sicilia Futura che guarda al centro per la competizione elettorale nazionale.
Consultazioni in atto tra il neo Governatore della Sicilia, Nello Musumeci, e i leader dei partiti della coalizione che lo hanno sostenuto. C'è un governo regionale da formare, a giorni la proclamazione degli eletti. Musumeci ha già parlato di Giunta politica e non tecnica, ascolterà le indicazioni dei partiti ma deciderà in massima autonomia. La presidenza dell'ARS dovrebbe andare a Gianfranco Miccichè, commissario regionale di Forza Italia eletto nel collegio di Trapani.
La provincia di Trapani quasi certamente avrà il suo assessore nella persona di Mimmo Turano, in predicato di andare agli Enti Locali. Dubbi, invece, sull’altro trapanese, Giuseppe Guaiana, indicato da Forza Italia. Da non dimenticare, infine, il mazarese Massimo Russo, magistrato, già assessore alla sanità del governo Lombardo, che Musumeci vuole alla guida della burocrazia regionale.