Sono partito da Trapani ragazzino; ho vissuto tutta la mia vita ovunque nel mondo tranne, a parte i primi anni, nella città dove sono nato.
Mi dispiace molto sapere che siamo ultimi, in coda alla classifica del buon vivere.
Me ne sono andato sessantaquattro anni fa, quando ebbi la fortuna di vincere un concorso e di trasferirmi a Londra, nel gruppo scientifico più potente del mondo, diretto dal grande Blackett. Nella mia città natale torno una volta l'anno per abbracciare mia sorella e i miei nipoti. Avevo 24 anni quando smisi, praticamente, di essere trapanese. Andai a Roma vincitore di una borsa di studio dell’allora nascente INFN. Mi consideravano uno studente proveniente dall'Africa e se devo essere sincero conosco più Bolzano di Trapani, una città che ieri come oggi ha comunque la più bella spiaggia al mondo, che è San Vito Lo Capo. Ricordo quando ragazzino mio padre mi portava al mare e i pesci arrivavano al limite della spiaggia. La vecchia Trapani è bellissima, poco nota, ma affascinante. Non mi sorprende invece che tutto il sud occupi la parte inferiore nella classifica della qualità della vita ed è evidente che si tratta di un fatto strutturale; non dobbiamo dimenticare come è nato il Sud: le due Sicilie avevano in banca cento volte più soldi del Piemonte. I problemi quindi nascono da lontano.
Devo dire che la mia famiglia viene da Erice, che è a due passi da Trapani. In questa città piccola e sperduta ho costruito il più grande centro scientifico del mondo, l'Ettore Majorana, dove si studiano le frontiere della scienza moderna. Quando torno in Sicilia vado più ad Erice che a Trapani, e così fanno tremila scienziati all'anno che vantano scoperte e invenzioni. Ecco perchè Erice è diventata famosa in tutto il mondo; Erice da sola merita un Nobel.
Quello che posso dire ai miei concittadini trapanesi è di ritrovare l'orgoglio della scienza che ci appartiene. Quando vado nel mondo sono convinti che Archimede sia greco, invece è siciliano. A casa nostra è stata scoperta quella cosa che si chiama mondo scientifico, da Archimede a Galilei. Cominciamo con il ritrovare l'orgoglio delle nostre radici. Sarebbe già molto.
Antonino Zichichi, Il Giornale del 28/11/2017 (qui l'articolo originale)