E' iniziato il tour siciliano di Matteo Renzi.
Toccherà le nove province della Sicilia, lunga maratona che spalmerà d'un fiato in pochissimi giorni e che percorrerà in auto perchè, si sa, le condizioni delle nostre infrastrutture non consentono di fare altro. Non in tempi ragionevoli, europei per buttarla in modernità.
Renzi, che del Partito Democratico è il segretario nazionale, nel pomeriggio di ieri ha raggiunto la città di Palermo, ha visitato un centro di accoglienza per donne migranti vittime di violenza, ha incontrato Alice Grassi, figlia di Libero, che della lotta al racket ne hanno fatto un manifesto.
Stringe la mano, sorride. Nel suo stile è un grande comunicatore.
Non risponde alle domande sulla politica, dice che non è il momento. Ma Renzi sa di essere Renzi?
Cioè, è consapevole di essere il segretario nazionale di un partito che potrebbe tornare a governare il Paese?
Che significa che non risponde alle domande di politica? Si è democristianizzato più del dovuto, non ha più la percezione che oltre le strette di mano e gli ammiccamenti alle buone intenzioni della società civile c'è uno spaccato, che si chiamano cittadini italiani, che chiedono di conoscere il programma di questo leader di centro sinistra.
Dribbla sulle domande, non è in Sicilia per fare polemica ma per ascoltare tutte le anime di un partito che qui, come nel resto d'Italia, sta implodendo.
Tanti re e tante regine, senza regno.
Così Renzi cerca di salvare il soldato Fausto Raciti, a scadenza di mandato, e che qualcuno vorrebbe far fuori prima del previsto adducendone la responsabilità della sconfitta alle ultime regionali. Roba da orbi.
Così Renzi fa il pompiere, butta acqua sul fuoco: “Le discussioni all'interno del Pd ci sono, sono numerose, ma l'obiettivo di questo viaggio è ascoltare in ciascuna delle province italiane alcune storie”. E che farà poi? Un altro libro?
Del resto, il dem nazionale, non ne ha mai fatto un mistero, si lascia portare in giro, almeno per ora, ma di certo il suo partito è un partito inclusivo, un partito che non mette alla porta nessuno né tantomeno epura, almeno non dopo le rottamazioni che ha effettuato anni fa, e soprattutto lo vuole smart.
Giovane dentro e fuori, senza i pesi di chi ancora pensa che i partiti siano casa propria. Un baronaggio che ha fatto più male che bene, a questo partito, che ha etichettato quelli di destra con la puzza sotto il naso e snob fino allo sdegno per poi rintanarsi dentro una delle più importanti cantine della città di Marsala.
Ecco, Renzi tocchi con mano, se ne ha capacità e resistenza, le altre innumerevoli realtà territoriali siciliane. Si doni alla gente, alle piazze e ai dialoghi semplici che sono quelli che il cittadino ricerca, non si doni alla classe blasonata di un partito stantio con sorrisi di circostanza, all'occorrenza di plastica.
Non sia portavoce di chi pensa di essere il detentore indiscusso, ma discutibile, della bandiera della moralità e dell'etica.
Si fidi, Renzi, questi alti valori ci sono anche altrove.
Una tappa a Marsala in mezzo ai giovani ha tracciato una strada importante. La visita al Liceo Pascasino ha scandito il tempo dell'incidere non solo sociale ma anche politico.
Perché se è vero che il ruolo della scuola è quello di formare e insegnare è anche vero che i ragazzi erano emozionati, fin dalla mattina, per questa visita.
Emozionati di mostrare i loro lavori ad un ex premier e comunque ad un comunicatore giovane. Uno di loro.
Una bella tappa che ha visto molti cittadini presenziare, l'incontro è stato appositamente voluto aperto al pubblico dalla Dirigente scolastica, Annamaria Angileri.
Il vice presidente della Regione Siciliana, Gaetano Armao, è a Roma, si discute di Bilancio.
I conti della Sicilia non sarebbero così in ordine e allora c'è bisogno di negoziare con il Governo centrale.
Armao vuole mettere in atto una serie di misure, ha intenzione di disdettare quello che è stato l'accordo tra Alessandro Baccei, ex assessore all'Economia di Crocetta, e lo stesso Crocetta.
Questi accordi prevedevano il trasferimento di 1,4 miliardi di euro da Roma a Palermo come corrispettivo per l’Irpef pagata in Sicilia.
Azioni autonome e federaliste quelle che Armao vorrà mettere in campo senza nessun tipo di assistenzialismo romano ma con i conti in perfetto equilibrio.
C'è un'altra emergenza che la Sicilia dovrà affrontare: i rifiuti.
La Regione sta ancora utilizzando un vecchio piano rifiuti del governo Lombardo, Roma intende bypassare la Regione dando l'ok alla realizzazione del primo termovalorizzatore nell'Isola.
Ad essere riconvertita sarà la centrale di San Filippo del Mela nel messinese, prima della firma del Ministro dell'Ambiente Galletti si aspetta l'autorizzazione da parte della Soprintendenza di Messina.
Nettamente contrarie all'inceneritore sono Legambiente ed altre associazioni ambientaliste che ne indicano la piena incongruenza con il Piano Paesaggistico, sollecitando il presidente Nello Musumeci a stoppare il governo nazionale.
Lo stesso Musumeci ha incontrato il Ministro Galletti per chiedere la proroga dell'ordinanza commissariale così da evitare la chiusura delle discariche.
Nascono i primi fuochi nemici in Giunta regionale, è Vittorio Sgarbi a dire che in Sicilia non è garantita la libertà di espressione. Il critico d'arte e assessore ai Beni Culturali ha fatto una battuta infelice sul pm Di Matteo non trovando, ovviamente, solidarietà e spalla in Musumeci, che ne ha preso le distanze.
Il critico non ha gradito: “Rinuncio ad occuparmi del presente, sul quale altri pretendono di avere l'incontrastato dominio fino al limite del pregiudizio. Mi rifugio nella Storia, nella speranza che in essa si rispecchino i siciliani migliori in attesa di un Rinascimento. Assunte le funzioni di membro del governo della Regione Siciliana, e in seguito alle sagge parole del presidente Musumeci che mi richiama alla sobrietà del ruolo pubblico prendo atto che la mia libertà di opinione e di esternazione è condizionata dallo stato di emergenza nel quale si intende lasciare la Sicilia, limitando i diritti costituzionali garantiti dall'Italia. Sul piano giudiziario la Sicilia è commissariata. Nel tempo del mio impegno come assessore ai Beni Culturali mi occuperò soltanto del patrimonio e della sua tutela, ovvero della Storia, evitando di pronunciarmi sulla cronaca e sulle questioni giudiziarie. Prendo atto che, soprattutto nel mio ruolo istituzionale, in Sicilia non sono opportuni, e forse nemmeno consentiti, la libertà di opinione e il diritto di critica, ovvero una agibilità politica non condizionata da poteri forti".
Parole molto pesanti, Musumeci in Giunta dovrà fare i conti con un giudizio inequivocabile espresso da Sgarbi.
E ieri mattina in Assemblea sicialiana c'è stata l'accoglienza dei parlamentari eletti, foto di rito per il badge e dati anagrafici in aggiornamento.
Il 15 dicembre si parte con la prima seduta dell'ARS all'ordine del giorno l'elezione del presidente d'Aula.