14,30 - Gianfranco Miccichè è il nuovo presidente dell’Assemblea regionale siciliana. L’applauso liberatorio pe rla maggioranza scatta al voto numero 35 che gli consente l’elezione essendo oramai al terzo appello ed essendo in aula i presenti 69 per effetto dell’assenza di Pippo Gennuso. Ma il risultato di Miccichè non si ferma al minimo e, nonostante due franchi tiratori, quelli di sempre, arriva fino a 39 voti ottenendo i 33 voti della sua maggioranza (meno due franchi tiratori e un assente), i due voti di Sicilia Futura (Bandiera e D’Agostino), e 4 voti chiaramente dati dal Pd. I franchi tiratori della maggioranza votano uno per Sergio tancredi del Movimento 5 stelle come aveva fatto già per due volte ieri e l’altro, stavolta, per Turano cambiando sempre deputato indicato. Claudio Fava si fa riconoscer votando per se stesso onde evitare equivoci. Votano compatti per Margherita La Rocca Ruvolo i 20 deputati 5 stelle mentre i deputati del Pd (11 in tuto) si spaccano con 7 voti a Nello Dipasqaule e 4 a Miccichè. A questo punto sarebbe facile pensare che i 4 voti siano quelli di Cracolici e compagni visto che i 7 renziani avrebbero votato il renziano Dipasqaule. Stanati, dunque, con questo sistema i voti per Miccichè di Sicialia Futura e corrente cracoliciana del Pd. Alle 14.04 il presidente pro tempore proclama Gianfranco Miccichè eletto confermando 69 presenti e votanti, nessuna nulla e nessuna bianca. Seconda Margherita La Rocca Ruvolo con 20 voti, poi NelloDi Pasquale con 7 e quindi Tancredi, Turano e Fava con un solo voto. La giornata dell’Ars era iniziata molto male, senza alcun accordo e in grande ritardo con l’aula aperta solo alle 11,45 e la votazione iniziata solo alle 12.05. E poi era proseguita peggio con vibranti proteste in aula e conseguente annullamento del voto quando il deputato Giovanni Bulla dell’Udc decide di mostrare a Gianfranco Miccichè la propria scheda votata per dimostrare di non essere un franco tiratore e di non cadere neanche nella trappola dei 5 stelle
14,00 - Gianfranco Miccichè (Fi) è stato eletto, alla terza votazione, Presidente dell’Assemblea regionale siciliana. Hanno votato tutti i 69 deputati presenti in aula. L’unico assente è il deputato autonomista Giuseppe Gennuso, colpito da un grave lutto. Al secondo posto la capogruppo Udc Margherita La Rocca Ruvolo, votata in massa dal M5S. L’elezione di Miccichè, scattata al 35esimo voto, è stata salutata da un lungo applauso.
13,30 - Alta tensione all'Ars riunita per l'elezione del presidente. I deputati avevano cominciato a votare, quando Giovanni Bulla, deputato della maggioranza, eletto nella lista dell’Udc, ha mostrato la scheda alle telecamere. Alcuni deputati del Pd si sono accorti del gesto ed è scoppiato il caos in Aula. Nel video le immagini della bagarre.
L'Ufficio di presidenza, sulla base dell’articolo 133 del Regolamento interno dell’Ars, ha deciso di annullare la votazione. Le schede della prima votazione andranno distrutte.
07,00 - Fumata nera ieri per Gianfranco Miccichè, ha trovato i franchi tiratori dentro la sua maggioranza.
Nessun accordo, almeno per la giornata di ieri, con il PD.
Non ha raggiunto la votazione necessaria al primo turno, al secondo turno é mancato un solo voto, i voti contati sono stati 35.
Si è astenuto da entrambi le votazioni il Partito Democratico, non hanno partecipato alle operazioni di voto che si sono tenute a scrutinio segreto.
Diverso il modus operandi di Sicilia Futura, i cui onorevoli sono due: Edy Tamajo e Nicola D'Agostino.
Il partito di Totò Cardinale si è astenuto durante la prima votazione, in seconda battuta ne hanno preso parte e con molta probabilità il voto è stato espresso su Miccichè.
Scuro in viso il commissario di Forza Italia, sperava già nella giornata di ieri di poter sedere sullo scranno più alto di Sala D'Ercole.
Assente un uomo della maggioranza, Peppe Giannuso, per un grave lutto che lo ha colpito.
Inizia così la diciassettesima legislatura regionale, la presentazione all'Assemblea eletta della Giunta da parte del presidente della Regione, Nello Musumeci, poi il giuramento dei settanta deputati.
Presente Luigi Genovese, che più che un deputato aveva l'area di una matricola universitaria (smarrita) , causa la giovanissima età di appena 21 anni, è il più giovane dell'Aula, svolge funzioni di segretario.
E' più facile che i franchi tiratori di Miccichè facciano parte del suo stesso partito, tra le schede si contano due voti al deputato grillino Sergio Tancredi e una scheda bianca. I Cinque Stelle hanno votato ognuno per se stesso.
Difficile, però, analizzando i numeri, che sono dati di fatto inoppugnabili, credere che sia stata la maggioranza a tradire Miccichè. Insomma, in seconda votazione sono stati 35 i voti su Miccichè, la maggioranza è composta da 36 deputati e ieri ne mancava solo uno, quindi se la matematica non è un'opinione i conti tornano, se non fosse che alla prima votazione sono stati 33 i voti su Miccichè. Si suppone allora che gli amici di Sicilia Futura, intervenuti successivamente , abbiamo deciso di fare da stampella.
La seduta è stata aggiornata per stamattina alle ore 11, nessun slittamento a lunedì, niente fine settimana di piani e trame per nuove e sotterranee alleanze.
Trancianti i grillini, Giancarlo Cancelleri parla di un Micciché invotabile: “Dall’opposizione è arrivato un segnale molto chiaro: non vogliamo questo presidente. Ci presentino un nome votabile, e lo voteremo. Ma Micciché non lo è da nessun punto di vista”. I pentastellati sono disponibili a votare un presidente dell' ARS di centrodestra purchè non sia Miccichè: “ non ha la caratura morale”.
Compatto sul commissario azzurro, invece, il gruppo parlamentare dell'UDC.
Trattative per tutto il pomeriggio di ieri, i dem hanno tentato di incrociarsi con i grillini per potere spaccare il centro destra, si torna in aula stamattina dove per l'elezione del presidente basterà la maggioranza dei deputati presenti, se nessuno la raggiungerà a quel punto i due più votati andranno al ballottaggio e chi otterrà più preferenze sarà eletto.
Il più emozionato per la giornata di ieri è stato il Governatore Musumeci che, dopo aver salutato il presidente uscente, Rosario Crocetta, ha parlato di forti sensazioni: “Da quando sono stato eletto dormo sempre meno. Le emergenze sono tante e c'è tanto da fare. Inutile però piangere sul latte versato... da altri. In due-tre anni rimetteremo la Regione sulla strada della normalità".
Musumeci ha esordito con delle parole non proprio di grande ottimismo: “ Che il Signore ci accompagni”, speriamo non per strade impervie.