L’abusivismo edilizio è ormai una delle piaghe della Sicilia. Per i Comuni siciliani è scaduto in questi giorni l’ultimatum della Regione per consentire tutte le misure previste dalla legge contro il fenomeno e comunicare il monitoraggio annuale. Ogni giorno in Sicilia sono tanti i casi di abusivismo con 700 metri cubi di cemento che vengono gettati dove non è possibile costruire e in particolare nelle coste.
Casi scoperti a Marsala - Marsala è la città col maggior numeri di casi di abusivismo edilizio scoperti e dichiarati nel 2017, ben cento, per un totale di 20 mila metri cubi di cemento illegalmente utilizzato. Sono numeri allarmanti quelli rilevati nei Comuni siciliani che quotidianamente effettuano controlli tramite polizia locale e forze dell’ordine, che oggi effettuano sono maggiori controlli più efficienti
Trapanese - Ma non è solo Marsala, ma un un po’ tutto il Trapanese, una delle province più colpite. Ad Alcamo nel 2017 sono una trentina gli abusi per oltre 10 mila metri cubi costruiti. A Castellammare del Golfo, risultano 28 casi per soli 200 metri cubi: in realtà si trattano soprattutto del tentativo di costruire in suoli di proprietà dello Stato o in assenza di autorizzazioni. Il fenomeno è molto diffuso anche nelle zone costiere. A Messina si registrano 151 casi in tutta la provincia con 23 mila metri cubi di costruzioni illegali.
Nonostante sia scaduto il tempo e i comuni rischiano il commissariamento sono addirittura 107 le amministrazioni che nel 2017 non hanno neanche comunicato il risultato dei controlli previsti dalla legge. Tra questi comuni ci sono le città più grandi della Sicilia, Palermo, Catania e Messina.
E sono tanti i Comuni siciliani che non hanno demolito nè fatto scattare le sanzioni. Contro sindaci e uffici che non rispettano le norme l’assessore al Territorio, Totò Cordaro, ha annunciato un maxi esposto in Procura, ma la battaglia della Regione contro l’abusivismo edilizio continua soprattutto su binari amministrativi.
Comuni inadempienti - Se i Comuni inadempienti resteranno più di cento, saranno praticamente il doppio di quelli dello scorso anno, quando furono 51 a non trasmettere alcun dato alla Regione. Due anni prima, nel 2015, erano stati ancora meno, 17. Un campanello di allarme che rischia di suonare come disinteresse della pubblica amministrazione nella lotta contro l’abusivismo edilizio. Il dipartimento dell’Urbanistica guidato da Carmelo Frittitta ha inviato così un ultimatum ai sindaci dando sessanta giorni di tempo per effettuare il monitoraggio periodico sugli abusi del territorio e per far scattare le sanzioni. Il termine è scaduto nei giorni scorsi e la Regione ora si prepara ad agire. «Stiamo ultimando lo screening dei riscontri pervenuti in assessorato – dicono dagli uffici – ma possiamo già dire che la gran parte dei Comuni non ha risposto” .
I numeri dell'abusivismo in Sicilia - Nel 2017 sono stati accertarti 1.159 casi di abusivismo per un totale di 255.208 metri cubi di cemento illegale. Un numero decisamente inferiore a quello dello scorso anno quando i metri cubi scoperti furono quasi 497 mila per un totale di 2.170 casi. Quest’anno però mancano all’appello i dati di Palermo e Messina e pure quelli di Catania, che l’anno scorso aveva fatto pervenire l’esito dei propri controlli. Complessivamente rispetto allo scorso anno mancano i dati relativi a 50 Comuni, per cui il dato sull’abusivismo edilizio in Sicilia nel 2017 è destinato sicuramente a crescere.
Tanti i controlli al Comune di Bagheria, finito di recente al centro della polemica per un regolamento che avrebbe favorito sanatorie e abusivi. Sono 67 i casi scoperti nel 2017, per un totale di 11.500 metri cubi di costruzioni non autorizzate.
E ancora, nel Ragusano ben 41 i nuovi casi segnalati a Modica che dovrà fare i conti con 9 mila metri cubi di costruzioni abusive.
A Licata, altra zona particolarmente interessata dalla piaga dell’abusivismo, nel 2017 risultano 23 casi e 9.100 metri cubi di costruzioni. Numeri non certo eclatanti rispetto alla percezione del fenomeno nella città agrigentina.
La Regione ora mette sotto accusa i sindaci che a loro volta minacciano sanzioni ai dirigenti. L’invio dei commissari da parte della Regione apre un caso all’interno dei Comuni, dove le giunte scaricano sui vertici della burocrazia la responsabilità della sanzione in arrivo.
Caso Palermo - A Palermo il sindaco Orlando ritiene di aver fatto tutto il possibile nel contrasto all’abusivismo ma i dati a Palazzo d’Orleans non sono mai arrivati e di tutte le attività contro gli abusivi all’assessorato regionale al Territorio non c’è traccia. E scarica la colpa sui funzionari l’assessore comunale alla Riqualificazione Urbana, Emilio Arcuri, secondo cui sono stati emessi decine di provvedimenti contro gli abusivi. Ma è mancata la comunicazione.
Arcuri spiega le difficoltà di un sindaco o un assessore nella fase di contrasto agli abusivi: «A prescindere dalle comunicazioni abbiamo lavorato ad abbattimenti e sanzioni. Ma è un percorso difficilissimo. La Regione non dà soldi a sufficienza. Noi siamo riusciti ugualmente a prevedere abbattimenti ma poi succede magari che agiamo in forza di una sentenza definitiva del tribunale penale e invece il Tar accoglie il ricorso degli abusivi. Così agire diventa difficilissimo».
I numeri comunicati in ritardo da Orlando dicono che in undici mesi dell’anno sono stati effettuati 559 controlli a Palermo, 265 segnalazioni all’autorità giudiziaria. Sono state sottoposte all’autorità giudiziaria 416 denunce per violazioni urbanistiche e 10 per violazione di sigilli precedentemente apposti dai vigili. Le violazioni accertate riguardano un totale di 17.545 metri quadrati di costruzioni e 76.996 metri quadrati di terreni. Dati in linea con il 2016.
Caso Catania - Situazione analoga a Catania con il sindaco Bianco che conferma l’azione anti-abusivismo ma che non è stata comunicata alla Regione. L’assessore Salvo Di Salvo allarga le braccia: «Noi abbiamo un monitoraggio completo delle attività. Inoltre non abbiamo mai smesso di portare avanti demolizioni di interi edifici e perfino di semplici verande. A Catania però arriverà il commissario per la mancata informazione alla Regione sulle attività svolte.