Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
23/12/2017 10:00:00

Asp Trapani, all'ospedale di Mazara il primo impianto di defibrillatore sottocutaneo

Impiantato, per la prima volta, dall’Unità operativa di Cardiologia dell‘ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo, diretta da Michele Gabriele, un defibrillatore sottocutaneo (S-ICD) a un giovane paziente affetto da una cardiomiopatia dilatativa primitiva.
Questo dispositivo ha la finalità di riconoscere ed interrompere le aritmie ventricolari gravi, che possono essere causa di morte improvvisa. Tale apparato non presenta il sistema di defibrillazione inserito dentro il sistema cardiovascolare, come avviene per i comuni defibrillatori, ma nel tessuto sottocutaneo del torace. E’ quindi meno invasivo, oltre che più sicuro ed efficace.

Si compone di un generatore che viene inserito in una tasca sottocutanea a livello del cavo ascellare di sinistra, con una piccola incisura. Il cavo di defibrillazione è tunnelizzato da questa tasca al lato sinistro della base dello sterno, dove si pratica una seconda incisione più piccola ed è poi fatto risalire lungo il margine sinistro dello sterno per una decina di centimetri. L’intervento viene eseguito in anestesia generale o in sedazione profonda. Al termine per testare il corretto funzionamento del sistema, in profonda sedazione, si induce una aritmia ventricolare rapida e si verifica se il defibrillatore la riconosca e la tratti in maniera efficace.

“Non nascondo la mia personale soddisfazione- dice Gabriele - per il risultato ottenuto, ma voglio puntualizzare con forza che non è il successo di un singolo ma un gruppo di lavoro. Tutto il personale è stato infatti impegnato in un lungo e complesso percorso diagnostico/terapeutico, che si è concluso con l’impianto del device e la dimissione del paziente. Un risultato da condividere con tutta l’equipe della nostra unità operativa, dai medici, agli infermieri, agli ausiliari, agli operatori sanitari, e con la preziosa collaborazione dei colleghi anestesisti che ci hanno coadiuvato durante l’intervento in sala operatoria. Abbiamo anche avuto il sostegno fattivo e lungimirante del commissario dell’ASP Giovanni Bavetta e del direttore di presidio Francesco Giurlanda. Possiamo affermare – conclude il primario - di essere fra i pochi centri siciliani ad aver iniziato questa nuova esperienza, che spero possa diventare una prassi terapeutica, con l’obiettivo ultimo di migliorare la qualità di vita dei nostri pazienti”. 

AMBULATORIO “VBAC” PER PARTO NATURALE DOPO CESAREO - All’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di Mazara del Vallo è stato aperto un ambulatorio VBAC (Vaginal Birth After Cesarean), un particolare ambulatorio dedicato alle gestanti già sottoposte a taglio cesareo.

“L’apertura di questo spazio dedicato alla donna gravida precesarizzata – spiega il primario Pietro Musso - sorge dall’osservazione che il 75 % dei tagli cesarei effettuati presso il Punto Nascita di Mazara del Vallo, in quasi due mesi di attività, è proprio rappresentato da gravide già cesarizzate. Sono tante, tantissime le donne che arrivano a gravidanza quasi ultimata presso il nostro Punto Nascita, provenienti dalla città di Mazara del Vallo e dai tanti paesi circostanti, con l’idea di programmare la data del 2° o del 3° cesareo, convinte che sia la cosa più normale, anche perché nessuno ha provveduto ad informarle correttamente durante la gravidanza”.

Già da qualche anno le Linee Guida sul Taglio Cesareo dell’Istituto Superiore di Sanità dicono che, in assenza di controindicazioni specifiche, la possibilità di un parto vaginale dopo un cesareo deve essere offerta a tutte le donne in gravidanza. Questo non significa che tutte le donne con un pregresso taglio cesareo che desiderano un parto naturale riusciranno ad averlo. Però, ed è questo lo scopo , è giusto che tutte le donne gravide già cesarizzate siano, prima di tutto, correttamente informate e poi dare a loro la possibilità di provarci, con il cosiddetto “travaglio di prova”.

Secondo dati recenti, 3-4 donne su 5 gestanti già cesarizzate partoriscono con successo in modo naturale. Un esempio è quello della gravida cesarizzata per presentazione podalica del feto: se alla successiva gravidanza il feto è con la testina in basso, presentazione cefalica fisiologica, viene meno l’indicazione ad eseguire il taglio cesareo e queste donne possono affrontare un VBAC e partorire benissimo in modo naturale.

Una cosa fondamentale è il forte desiderio della gestante di vivere l’esperienza di un parto naturale, accanto alla corretta informazione e alla verifica di eventuali controindicazioni (3 o più tagli cesarei, presenza di pregressi interventi chirurgici sull’utero o altro).

“La corretta informazione – aggiunge Musso - vuole che si informi la gestante che un taglio cesareo ripetuto aumenta il rischio di complicanze come, ad esempio, le anomalie di impianto placentare (placenta previa oppure l’impianto su cicatrice) oltre ai rischi di infezione, di lesioni chirurgiche di organi addominali, emorragie. La gestante la famiglia vengono informati sull’organizzazione del Punto nascita di Mazara del Vallo, che dispone 24 ore su 24 ore di due ginecologi, due ostetriche, un neonatologo, un anestesista , con disponibilità immediata di sangue e di tutto ciò che necessita per un parto in totale e completa sicurezza per la madre e per il neonato, e quindi anche della possibilità di espletare un eventuale taglio cesareo in pochi minuti”.

Il detto “un cesareo, sempre cesareo” fa ormai solo parte della storia dell’ostetricia e di questo se ne devono rendere conto per primi i medici, in specie i ginecologi che seguono le donne fin dall’inizio della gravidanza e che hanno il dovere di incoraggiarle ad un parto fisiologico e naturale. Oggi lo stato di “già cesarizzata” non è più un’indicazione al taglio cesareo programmato.

“Tante donne arrivano a fine gravidanza – prosegue il primario - convinte che ripetere il taglio cesareo è la cosa migliore, la più naturale, invece se gli spieghiamo che non sempre è così, e le informiamo e le incoraggiamo a provarci, potranno vivere un’esperienza indimenticabile. Tante donne hanno vissuto questa esperienza e sono state felici di averla vissuta dopo un precedente intervento chirurgico”.

Già cinque donne hanno scelto di provarci all’Abele Ajello, e vengono seguite dal “Ambulatorio della gestante precesarizzata – VBAC” del reparto, dove una equipe composta da ginecologi, ecografisti ed ostetrica si dedica alle donne già cesarizzate, che in assenza di controindicazioni, scelgono un parto di prova.

Bisogna sottolineare infine in ogni caso che non è una scelta obbligata o imposta e che, comunque, in qualsiasi momento, la gestante precesarizzata può richiedere il taglio cesareo, con il modulo in cui sceglie l’intervento chirurgico, seppur “in assenza di una appropriata indicazione”. Per informazioni e prenotazioni telefonare tutte le mattine allo 0923 677277.

SEI SPECIALISTI AL S. ANTONIO ABATE - Si è espletato oggi il concorso a tempo determinato per l’acquisizione di sei dirigenti medici specialisti in chirurgia vascolare, il cui bando era scaduto lo scorso 27 novembre, per l’Unità operativa complessa di Chirurgia generale dell’ospedale Sant’Antonio Abate. Questi specialisti saranno utilizzati per la branca di chirurgia vascolare, avviata nel presidio dopo la convenzione siglata lo corso ottobre tra l’ASP trapanese e l’ospedale Arnas Civico di Palermo. Erano state ben 21 le domande presentate.

In commissione vi erano sia il direttore del dipartimento di Chirurgia dell’ASP Lelio Brancato, che il direttore della Chirurgia vascolare del Civico, Franco Talarico.

“A Trapani abbiamo eseguito già diversi interventi – spiega Talarico – di sostituzione della carotide, di salvataggio degli arti, tutti andati a buon fine, mentre l’attività ambulatoriale sia clinica che diagnostica, l’ecocolordoppler, viene svolta ogni mercoledì, così come l’attività di consulenza per i reparti di degenza. Questi sei nuovi specialistici consentiranno di implementare l’attività clinica, diagnostica e chirurgica. Per questo ringrazio il commissario Giovanni Bavetta che ha mantenuto l’impegno di metterci a disposizione il personale necessario, specialisti che ora hanno l’opportunità di svolgere una formazione teorico-pratica dei percorsi diagnostico-terapeutici, effettuando anche uno specifico training al nostro reparto del Civico”.

PROGETTO GESTANTI - Sarà avviato, nei prossimi giorni, al reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale S. Antonio Abate, un progetto di ricerca mirato ad esplorare i vissuti psicologici delle gestanti, nei diversi momenti del pre-parto e post-parto. Dal mese di gennaio sarà somministrato a tutte le gestanti un questionario, sia nella fase di pre ricovero che in quella di dimissione, con l’obiettivo di rilevare i cambiamenti psicologici, e di sondare la qualità percepita relativamente alla permanenza in reparto.

La ricerca, che avrà la durata di un anno, nasce da un progetto elaborato dal responsabile della unità operativa di Psicologia ospedaliera, Giuseppe Giacalone e si inserisce in un rapporto di proficua collaborazione tra la UOC Ostetricia e Ginecologia diretta da Laura Giambanco e la UOC Servizio di Psicologia guidata da Giuseppe Sammartano.

“L’auspicio – afferma Giacalone - è di migliorare e implementare sempre di più la qualità dell’assistenza sanitaria, nell’ottica di una imprescindibile umanizzazione delle cure”.