Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
11/01/2018 04:15:00

Novità in teatro: Carmen ammazza Don Josè

di Leonardo Agate  -  Non bastano le previsioni nere per il Pd alle prossime elezioni. Ora si ci mette pure Dario Nardella, fidato erede di Matteo Renzi alla guida dell’amministrazione comunale fiorentina. Il sindaco Nardella ha giustificato il mutamento della trama della Carmen di Georges Bizet, rappresentata nel Maggio Musicale Fiorentino, di cui il sindaco è presidente. E’ avvenuto che il regista ha ritenuto di modernizzare l’opera, ambientandola in un campo Rom e facendo assassinare con un colpo di pistola don José dalla protagonista, che per circa un secolo e mezzo era stata uccisa a coltellate dal truce amante, in tutti i teatri del mondo, secondo il libretto.

I cantanti sono stati bravi e il pubblico ha applaudito, ma ha fischiato i mutamenti di ambiente e di trama. Ha anche riso a ganasce aperte, quando la pistola, con la quale la protagonista ha stecchito l’odiato uomo, ha fatto cilecca, non producendo il regolamentare “bum”. A don José è toccato cadere a terra al semplice indirizzo della pistola contro di lui, con un effetto comico irresistibile, come nei migliori film del muto.

Nel Web si sono scatenate le turbe degli ironico - satirici nei riguardi del sindaco Nardella, che ha cinguettato nell’etere che il mutamento della trama andava incontro a ponderate esigenze di contrasto del femminicidio, argomento ormai d’obbligo nel politicamente corretto. Infatti, sembra assodato che cambiare il nome – da omicidio a femminicidio – renda maggiormente l’idea del grave atto compiuto contro un altro essere umano, vietato pure, senza graduazione di efferatezza di genere, in uno dei Dieci Comandamenti, oltre che in tutti i codici penali.

Non si ricorda che fosse mai avvenuta una mutazione così radicale della trama di un’opera classica. Ricordo che un pomeriggio ho visto, al Teatro Greco di Segesta, un’opera di Euripide in cui i protagonisti e le comparse era vestiti come militari delle SS, e portavano al cinturone le pistole, invece che le spade. Ma i morti e i feriti restavano quelli che tali erano stati divisati negli scritti del grande tragico. Ne fui leggermente nauseato, ma insomma quelli che morivano duemila anni fa sulle scene continuavano a morire dopo duemila anni, e me ne sono fatta ragione.
Nel nuovo allestimento della Carmen, invece, la protagonista da vittima diventa carnefice: un bel salto logico ingiustificato, che perfino nei salotti dell’intelligenza più avanzata avrà creato discussioni a non finire.
Andando di questo passo, si può pensare che anche i Promessi Sposi, per esempio, possano essere mutati nella loro storia. La povera Lucia, che tanto ha dovuto soffrire per le pretese allegre di don Rodrigo, potrebbe diventare l’eroina del femminismo 2.0, e non ci vorrebbe molta fantasia. Forse già qualche autore, di quelli che fanno scuola di scrittura, ci sta già lavorando. Immaginate. Si può pensare a una nuova Lucia che, furba di quattro cotte, accetta la corte del signorotto, e si fa portare sotto le sue lenzuola. Poi, mentre il perverso uomo è al massimo dell’erezione, zac! con una coltellata gli stacca il pene, portandolo di seguito come trofeo di vittoria per le vie e piazze, simbolo evidente della raggiunta vendetta della femmina sull’uomo, tradizionale oppressore.
Ho fatto solo un esempio, ma quanti se ne potrebbero ancora fare e realizzare?
Avanti popolo della riscossa femminile, il tuo vessillo trionferà!