Campagna elettorale, per le elezioni nazionali del 4 marzo, pronta al nastro di partenza.
Tanti i big che sui territori stanno perfezionando accordi, stringono nuove alleanze e si sincerano che le vecchie non si vadano dissolvendo.
Rebus candidature. I leader nazionali avranno l’ultima parola, da Matteo Renzi a Silvio Berlusconi saranno loro a decidere sulle proposte avanzate dai vari segretari e coordinatori regionali.
I nodi da sciogliere sono più di uno. Sia in Forza Italia che dentro il PD bisogna capire di chi sarà la leadership.
Renzi non ha, ancora, chiarito se continuerà a fare il segretario nazionale o se ambisce a tornare alla qualifica di Presidente del Consiglio.
Dall’altra parte Berlusconi, attualmente continua ad essere incandidabile.
Salvini non è ben visto dal Cavaliere per le sue posizioni troppo estremiste, non c’è accordo nemmeno sulla legge Fornero. E quindi il centro destra dovrà, a breve, capire chi potrebbe essere il nuovo traghettatore.
Di certo c’è che i partiti, tutti, dovranno fare un grande lavoro, l’astensionismo già al 34% potrebbe crescere, il divario tra politica ed elettori è segnato.
Perde punti percentuali il Partito Democratico, insieme ai suoi alleati, si attesterebbe a circa il 27%; il centro destra, capeggiato da Forza Italia, raggiungerebbe il 36%.
È il movimento Cinque Stelle che cresce e si impone come prima forza politica, con il suo 28% senza alcun tipo di alleanza.
Si rafforza anche il partito di Pietro Grasso, Liberi e Uguali, per loro un buon 7%.
Pronti a tornare in parlamento i super gettonati onorevoli e senatori, che di quella poltrona ne hanno fatto casa abituale.
Siedono lì, comodi, da tantissimi anni e sono pronti a ritornarci.
A cominciare dal senatore azzurro trapanese,Antonio d’Ali.
In quella postazione siede dal 1994, non si cura nemmeno di chi lo vorrebbe politicamente fuori dalla stanza dei bottoni. Nessuna candidatura per la moglie, nessuna postazione in lista per altri. Al senato, collegio di Trapani, per la lista di Forza Italia c’è lui: d’Ali. Gianfranco Miccichè dovrà farsene una ragione.
Nel centro sinistra è Beppe Lumia che conferma il record di elezioni in Senato: 24 anni.
Per i forzisti alla Camera poi c’è la siracusana Stefania Prestigiacomo, anche per lei l’assunzione a carico dei cittadini italiani è di ben 24 anni. L’ appellativo di onorevole per 26 anni, invece, va ad Ignazio La Russa.
Tutti i nomi citati, sono uscenti ma di certa candidatura. La poltrona è poltrona. Roma è la città eterna e il potere logora chi non ce l’ha.
E tanti sono gli aspiranti rappresentanti nazionali.
L’UDC di Mimmo Turano nel trapanese, fa sapere l’assessore regionale, parte dai tre candidati forti della lista per le regionali: Eleonora Lo Curto, Mimmo Turano, Giuseppe La Porta.
Liberi e Uguali schiera in campo il marsalese Daniele Nuccio (in quale posizione non si sa ancora) e Gaspare Giacalone, sindaco di Petrosino.
In merito a queste indiscrezioni i rispettivi politici hanno detto la loro. Giacalone ha commentato con sorpresa e con orgoglio la probabile candidatura e si è reso disponibile dichiarando, però, che non lascerebbe la guida della città che lo ha eletto sindaco, per la seconda volta nel giugno 2017.
Nuccio, dalla sua pagina Facebook, si compiace per l’indicazione e non si tira indietro.
Pochi giorni prima della presentazione delle liste il movimento Cinque Stelle indicherà, con le primarie online, i loro candidati portavoce.Un marsalese pronto ad essere votato: Antonio Angileri; verso la riconferma al Senato l’uscente Maurizio Santangelo.
I grillini si dicono pronti a governare il Belpaese. Se così fosse pronto a lasciare l’Italia è Silvio Berlusconi: “ Non penserete che, se vincessero, lascerebbero il giocattolo a quel ragazzotto che non prenderei nemmeno come fattorino nelle mie aziende, vero? Dietro c’ è altro...So per certo che Davigo è stato a Genova, a casa di Grillo, per tre volte. E so che hanno stretto l’ accordo per fare il governo, con otto magistrati come ministri”.
È solo l’inizio di una campagna elettorale che prelude al massacro mediatico degli avversari politici.