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21/01/2018 06:00:00

Verso le elezioni, le candidature a Trapani e in Sicilia tra messaggini, veti, rifiuti...

I partiti in Sicilia, come nel resto del Paese, sono in fermento.
Ci sono i nomi da scegliere per le liste. Il Partito Democratico non naviga in buone acque, la scelta dei candidati è importante per evitare un flop, come quello delle regionali, nonostante stiano ancora facendo l'analisi del voto, a meno di quaranta giorni dalle elezioni nazionali.
Il segretario regionale dem, Fausto Raciti, ha seguito la linea di Matteo Renzi, ha detto la verità: in Sicilia hanno perso due volte. Sono stati terzi, dopo il movimento Cinque Stelle.

Raciti ha la copertuta romana. In atto, per chi non se ne fosse accorto, c'è il rinnovamento della classe dirigente, ad essere candidati, o presi in considerazione, i renziani della prima ora ( quelli veri, mica di facciata), i giovani smart del partito, e non è una questione di età.
Ma dalla direzione regionale, a parte il mea culpa per la sconfitta alle regionali, c'è un'espressione che più volte viene ripetuta da Raciti: “ E' tardi”.
Insomma, la corsa per la composizione delle liste, e di conseguenza per le indicazioni della base, è una cosa che non può trovare riscontro. Si ascolteranno i territori, attraverso i segretari provinciali, ma non si potrà fare altro.
Certo, avrebbero potuto convocare la direzione regionale anche il 29 gennaio.

Se ne è accorto Antonello Cracolici, così come tanti altri, che si è trattata di una direzione dal sapore romano: non si è detto nulla di rilevante.
Il partito continua ad essere spaccato in due, i leader siciliani soccomberanno di fronte alla volontà di Renzi, che in Sicilia si legge Raciti-Faraone.

E intanto ci sono i primi nomi delle candidature, sono stati scelti direttamente dal segretario nazionale. Si tratta di Valeria Sudano, catanese, vicina al deputato regionale Luca Sammartino, con Renzi un rapporto personale di fiducia reciproca. In campo per Palermo i suoi due punti di riferimento nell'isola: Davide Faraone, Fausto Raciti. Nel nisseno c'è la Daniela Cardinale, figlia di Totò, leader di Sicilia Futura. Su questi nomi non si discute, è Renzi che mette mani alle liste e che sceglierà i nomi, l'indicazione già c'è.
Su altri nomi, invece, c'è incertezza. Lo stesso Rosario Crocetta potrebbe stare fermo questo giro, ma tra il senatore Beppe Lumia e Crocetta c'è chi spinge per quest’ultimo; nell’agrigentino si fa il nome di Teresa Piccione, uscente.
Certamente la linea che viene dettata dalla segreteria nazionale non piace ai tanti big siciliani, che adesso non si riscoprono più renziani. La direzione non ha portato gli accordi sperati, i nomi verranno decisi a Roma, le aree del partito faranno le loro indicazioni, non è detto che vengano prese in considerazione.
A direzione siciliana conclusa dal Nazareno sono partiti dei messaggi di testo, destinatari i deputati uscenti. Il testo del messaggio recita così: “Carissime colleghe e carissimi colleghi, come sapete in queste ore stiamo lavorando con la coalizione e con il gruppo dirigente alla definizione delle candidature per le elezioni politiche del prossimo 4 marzo. Il lavoro che stiamo svolgendo richiede una faticosa sintesi tra le segnalazioni del territorio, le esigenze del pluralismo interno e la necessaria apertura alla società civile. Tuttavia vogliamo innanzitutto rivolgerci a Voi, parlamentari uscenti, per chiederVi di indicarci (cortesemente entro questo fine settimana) la vostra eventuale disponibilità e preferenza per contendere la vittoria nei collegi uninominali. Sappiamo che in molti territori questo lavoro di raccolta delle disponibilità è già in fase avanzata, ma ci sembra giusto e doveroso invitarvi anche a nome della segreteria nazionale a indicare ciascuno di Voi una preferenza per i collegi. La battaglia del 4 marzo si giocherà sul filo dei voti. E sappiamo di poter contare sull’impegno di tutta la nostra comunità politica”.
Questa la nuova frontiera dei dem, lo sguardo all'orizzonte, indicato da Raciti, passa attraverso un semplicissimo messaggio di testo.
E i sondaggi non promettono nulla di buono, in Sicilia il testa a testa è tra il centro destra e il movimento Cinque Stelle.

I grillini si ritrovano a votare i loro candidati attraverso le parlamentarie, non senza polemica.
Tuttavia ci saranno dei nomi scelti direttamente dal trio Cancelleri-Di Battista-Di Maio. A Palermo per i collegi plurinominali sarebbero indicati l' mprenditore Aldo Penna, il direttore di Banca Etica Steni Di Piazza e Carmela Trifirò. Scelte che non sembrano trovare accordo con la base del movimento che parlano di scelte imposte e non condivise.
A partecipare alle parlamentarie anche il marsalese Antonio Angileri, ex candidato sindaco per la città di Marsala nel 2015.
Accordo raggiunto per il centro destra, Noi con l'Italia e L'UDC di Cesa correranno con la coalizione di Silvio Berlusconi. In Sicilia a “Noi con l'Italia” andrebbero cinque collegi uninominali. Si siederanno attorno ad un tavolo Gianfranco Miccichè , Saverio Romano e l'UDC per capire come dovranno essere spartiti i posti in lista.
Lo stesso Miccichè riconosce che senza Saverio Romano in Sicilia si perderebbero 25 collegi.
Nel trapanese Tonino d'Alì, senatore forzista uscente, pare abbia già chiuso il suo accordo con Berlusconi, nuovamente candidato per il Senato. Ad aspirare ad un posto alla Camera, con elezione certa, è Giuseppe Parrino, il medico alcamese pare abbia avuto rassicurazioni da parte dello stesso Miccichè per la candidatura.
Nel centro destra è ricerca alle donne da mettere in lista, non disdegnerebbe la mazarese Silvia Calvanico, fresca di regionali, dove ha fatto una buona affermazione.
Noi con l'Italia schiererebbe in campo lo stesso Saverio Romano come capolista anche nel collegio di Trapani.
Acque agitate dentro il PD che certamente andrà alla riconferma al senato di Pamela Orrù, pare non ci sia il nome di Paolo Ruggirello tra i papabili alla candidatura.
Il nodo Giacomo Tranchida potrebbe essere risolto con una candidatura alla Camera ma Tranchida non conferma né smentisce.
A rifiutare la candidatura per la “Lista del Popolo”, movimento che fa capo a Antonio Ingroia, è il trapanese Natale Salvo.
Niente candidatura alla Camera, così come offertagli, per Salvo che dice di avere una visione romantica della politica non ancorata alla poltrona. Per Natale Salvo la componente del merito, unitamente a quella del metodo, non si incontrano in questo progetto politico di Ingroia: “ Lascio ad altri di rappresentare la provincia di Trapani alla Camera. Nello specifico al giovane sociologo marsalese Giacomo Sansica”.