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08/02/2018 06:00:00

Dirigenti e sottogoverno: le nomine di Musumeci

 Nello Musumeci, presidente della Regione, ha dato il via alla rotazione dei dirigenti regionali. Via Patrizia Monterosso e tutti i fedelissimi di Rosario Crocetta.

Azzerati tutti i consigli di amministrazione delle società regionali. Nuove nomine e nuovi soggetti.

Alla Sas, azienda Servizi ausiliari Sicilia, Musumeci  ha nominato Gianluigi Amico, uomo di fiducia e capo del suo gabinetto. Amico prende il posto di  Sergio Tufano, crocettiano.

Si tratta di nomine, sottolinea Musumeci, del tutto temporanee che andranno riviste dopo il 4 marzo, ad elezioni nazionali avvenute, a campagna elettorale finita.

Nomina anche per l'Ast,  che sarà guidata da Mario La Rocca, capo di gabinetto di Ruggero Razza, assessore regionale alla Salute.

La Rocca fu uno dei primi a denunciare tutte le incongruenze e le stranezze che riguardavano la situazione dei traghetti, poi divenuta inchiesta. La Rocca prende il posto di Massimo Finocchiaro. Nel consiglio di amministrazione dell'Ast sono andati  Rosalia Pipia, capo di gabinetto dell'assessore  regionale Bernadette Grasso ( Funzione Pubblica), e Giuseppe Battaglia capo di gabinetto dell'assessore Toto Cordaro ( Territorio e Ambiente).

All'Irfis va  Giacomo Gargano, il consiglio di amministrazione si compone poi di Sebastiano Conti Nibali e Lucia Di Fatta che prendono il posto di Patrizia Monterosso e di Salvatore Parla.

Cambio vertice anche in  Sicilia digitale. Via Antonio Ingrogia, al suo posto arriva Dario  Corona.

Non si fermano le polemiche sugli stipendi d'oro all'ARS. Una questione che tiene banco sulle televisioni nazionali, i parlamentari siciliani non hanno dato una buona rappresentazione della Sicilia.

Scontro in diretta tra Massimo Giletti, conduttore di Non è l'Arena, e il parlamentare, capogruppo di Forza Italia, Giuseppe Milazzo.

Durante l'intervento si sono paragonati i compensi percepiti dagli impiegati regionali della Lombardia con quelli della Sicilia.

Milazzo si è  innervosito e a margine della trasmissione ha diramato una nota: “Si è dato del pagliaccio alla Sicilia, di certo non al sottoscritto, il cui operato, sia sul piano politico che personale è ineccepibile. Del resto, non sono io che devo rispondere di vicende passate”.

Duranta la diretta, poi, Milazzo ha  precisato che i parlamentari non beneficiano di nessun vitalizio, essendo uniformati alla legge Monti che vige anche nelle altre regioni d’Italia: “Ho  spiegato la volontà e l’impegno della maggioranza nel tagliare gli stipendi, ripristinando il tetto. Ribadisco, che non avendo un accordo con i sindacati, gli interessati al provvedimento ricorreranno al Tar, il quale gli darà ragione". Continua Milazzo: “Ognuno pensi e scriva ciò che vuole; se l’intento è gettare fango, che lo facciano pure, cavalcando certi populismi adeguati al proprio modo di vedere la vita. Non penso che debba essere io, a  40 anni, a dover rispondere o spiegare lo sfacelo in cui ci ha portato il passato. Stiamo portando avanti una nuova idea di politica, seppur dinanzi a tante difficoltà".

A  meno di ventiquattro ore a dare risposta è Giovanni Ardizzone, ex presidente dell'ARS. Ardizzone ha intenzione di presentare querela nei confronti del giornalista: “Mi vedo costretto a promuovere un'azione di risarcimento, in sede civile, per le smodate ed inusitate dichiarazioni rilasciate dal signor Giletti. Il conduttore televisivo ha ripetutamente inveito con insulti contro la mia persona. Adesso intendo tutelarmi legalmente perché è chiaro l’intento diffamante e persecutorio del conduttore, non rivestendo io più alcun incarico istituzionale".