I sondaggi, gli ultimi,, sono drastici. Il 5 marzo non ci sarà alcuna maggioranza. Inutili i tentativi, delle forze in campo, nell'evitare inciuci con l'altra metà del cielo.
La situazione è questa, all'indomani del voto o ci sarà accordo o ci sarà caos.
E qualunque promessa, a smentita di quanto detto, sarà perfettamente inutile. Farebbero bene tutti, da destra a sinistra, nel non avventurarsi nel terreno impervio delle non alleanze. La storia, a brevissimo, li smentirebbe.
Il Ministro Marco Minniti,ne è consapevole, ha già aperto ad un governo di larghe intese, purché il Pd ne faccia parte.
E certo! Mica le larghe intese si faranno con gli umpa lumpa.
Insensata sarà, il 18 febbraio, la sfilata di Giorgia Meloni, e il suo contratto pubblico anti inciuci, con gli italiani.
Gli elettori siano furbi, non credano alle bufale di chi parla di un ritorno alle urne, in assenza di una maggioranza.
Innanzitutto con quale legge elettorale? Hanno impiegato mesi prima di dare alla luce il Rosatellum. Inoltre, gli eletti col cavolo che tornerebbero in corsa per una nuova, e dispendiosa, campagna elettorale.
Non in ultimo non lo consentirebbe l'Eurpoa, da approvare ci sono i provvedimenti ecomomici, la stabilità dei mercati e così via.
Elettorato confuso dunque, crescono gli indecisi. E a determinare questa percentuale sono stati gli ultimi accadimenti dei rimborsi grillini.
Luigi Di Maio ha già fatto le dovute epurazioni e assicura che gli eletti non graditi, che hanno sbagliato, saranno mandati cacciati dopo.
In che modo? Di Maio ha fatto firmare loro un accordo, tra le parti, innanzi ad un notaio. Contratto che, badate bene, legalmente non ha alcun valore. Quindi che si fa? E' possibile rinunciare alla candidatura? I grillini hanno detto di no.
Vengono smentiti dai costituzionalisti e dagli esperti della materia elettorale. Il ritiro della candidatura può esserci nell'identico modo in cui avviene l'accettazione. Lo prescrive la legge, altrimenti non avrebbero senso i candidati supplenti, anche questi previsti da una norma.
I grillini hanno inghiottito l'amaro calice, e allora hanno parlato di termini scaduti per la rinuncia. Falso. La rinuncia può avvenire in qualunque momento.
Quindi, va bene la rinuncia firmata davanti al notaio ma la stessa, pena la nullità, deve essere presentata presso la cancelleria della Corte di Appello dove si è presentata la candidatura. Presto fatto, se davvero lo si volesse.
E poi, pillola di diritto parlamentare, un deputato eletto può dimettersi ma le dimissioni possono essere respinte dall'assemblea parlamentare.
E' più facile, insomma, trovare un ago in un pagliaio.
Cresce il popolo degli indecisi che se scelgono di andare a votare lo faranno per il movimento Cinque Stelle o per il PD.
E i grillini sono in piena campagna elettorale. Ieri hanno inaugurato il comitato di Marsala. Domenica 18 febbraio saranno presenti a Trapani con i candidati Piera Aiello e Antonio Lombardo per la Camera dei Deputati. Presenti anche Antonella Campagna, Francesco Mollame e Vincenzo Maurizio Santangelo per il Senato.
Interverranno anche Ignazio Corrao e Sergio Tancredi. “Ciò che contraddistingue i candidati del M5S dagli altri è sicuramente la capacità di ascoltare le esigenze dei cittadini e, soprattutto, il tentativo di sanare il cattivo rapporto tra politica ed i cittadini. Purtroppo in tutti questi anni la politica è stata sinonimo di incoerenza, personalismi e soprattutto demagogia. I nostri candidati ci mettono la faccia, dialogano con i cittadini ed affrontano le difficoltà, senza scendere a compromessi. Anche domenica un incontro aperto all’intera cittadinanza per un confronto condiviso sul programma, la presentazione dei candidati di camera e senato, Il movimento cinque stelle si affaccia al 4 marzo come unica forza in grado di realizzare un programma di pieno rispetto ed attuazione dei principi costituzionali troppo spesso ignorati o calpestati da una casta politica e burocratica che ha il solo obiettivo di mantenere i propri privilegi”, così la nota stampa.
Domenica sarà la volta pure di Pamela Orrù che a Castellammare del Golfo, alle ore 17, a Palazzo Crociferi, parteciperà ad un incontro.
L’evento è organizzato dal PD della città e sarà l’occasione per la candidata di incontrare e confrontarsi con la cittadinanza sul programma e sulle tematiche del territorio.
Ieri intanto c’era il pubblico delle grandi occasioni per seguire l’intervento di Maria Elena Boschi al comitato di Anna Maria Angileri.
Tanti i supporter a Marsala per la Boschi. La sottosegretaria renziana alla presidenza del Consiglio, è in Sicilia per il suo mini-tour elettorale. Trova nell’Isola un partito attraversato dalle polemiche per le candidature calate dall’alto. Una è la sua: il leader Matteo Renzi l’ha voluta in ben tre collegi in Sicilia. Scortata come un Capo di Stato, la sottosegretaria ha parlato per quasi mezz’ora: «Abbiamo ancora due settimane di campagna elettorale decisive. Ci sono milioni di italiani che ancora non hanno deciso se andare a votare e per chi. Ma il governo Pd in cinque anni ha fatto bene. Il pil è ricominciato a crescere. Sono stati assunti 83mila docenti. E resta l’unico argine ai populismi e al centrodestra».
Non sono mancate le polemiche per l'adesione al Partito Democratico di Dore Misuraca, ex forzista, poi NCD e ora dem. Fiumi di lamentele per Davide Faraone che non avrebbe dovuto far entrare, e accomodare, un uomo del centro destra.
Camminano, come sempre, a correnti alterne.
I voti del centro destra vanno bene per raggiungere la presa di un seggio, non vanno bene, uomini e donne di quell'area, se devono transitare dentro il partito.
Vecchia storia, la città di Marsala ne sa qualcosa di questa politica da orticello. Quindi, altro strascico di polemica contro Faraone, contro il vicerè di Renzi in Sicilia, e via con altri appellattivi. E' così che i “protestanti” del Pd hanno deciso di fare la campagna elettorale, sui social e con le polemiche che non servono a nessuno. Cercare i voti quando? Se ne accorgeranno il 5 marzo.