di Leonardo Agate - Se non fosse che ci sarebbe da piangere, verrebbe da ridere; o il contrario, che è la stessa cosa.
La campagna elettorale affila le più recenti armi, che sono le promesse pazze. Gli avversari si guardano in cagnesco e scoprono le pietruzze negli occhi degli altri, senza tenere conto che hanno una trave nei loro. Gli scheletri nell’armadio altrui è facile trovarli; ma anche aprendo il proprio, se ne trovano in abbondanza. Roba da campagna elettorale, si può dire, ma stavolta è più pazza.
I vignettisti che ironizzano sulle figure di primo piano della politica ne rappresentano il lato paradossale, ma a volte risultano meno comici degli originali. Si promette di tutto, di questi tempi, da parte dei candidati e dei loro partiti. Nella nostra beneamata Marsala, per esempio, ogni candidato del collegio ha la sua ricetta per far ripartire l’aeroporto di Trapani – Birgi, che ha voli ridotti rispetto a prima, con gran danno per l’economia locale.
Alcuni candidati di nuovo pelo potrebbero dare più affidamento delle vecchie volpi che si ricandidano. Ma i nuovi candidati sono senza esperienza, né si sa cosa valgano. I vecchi politici che si ricandidano non meritano nuova fiducia. In numerosi anni non hanno nemmeno saputo cambiare il nome all’aeroporto: da Trapani – Birgi a Trapani – Marsala. Sembra una cosa da nulla, ma il fatto che Marsala non è citata nell’intestazione dell’aeroporto induce i turisti a optare per Trapani nella ricerca degli alloggi.
A livello nazionale, le balle più grosse non si capisce se siano quelle dette dai candidati nelle interviste o nei salotti - spettacolo televisivi, o se siano quelle inventate dai comici.
Il comico promette all’uditorio l’abolizione dell’imposta sulla prima casa. Qualcuno gli si avvicina per sussurrargli che quell’imposta non si paga più da tempo. Impassibile, il comico - imitatore risponde che l’abolirà di nuovo, per conferma definitiva.
Un altro personaggio, comicamente interpretato, promette pannoloni gratis a tutti gli anziani e assistenza di badante di bella presenza per almeno otto ore al giorno. In effetti, il governo, quello vero, ha promesso l’esenzione del canone Rai per gli ultrasettantacinquenni. Spera così di racimolare qualche poco di voti, se il 4 marzo sarà bello e i vecchietti andranno a votare.
La confusione, tra i detti del personaggio vero e quello satireggiato, ha infinite variazioni, perché per la fantasia, noi italiani, non ci frega nessuno.
A un politico, rappresentato in una sequenza di vignette, si è avvicinato un postulante per chiedergli l’assegnazione di un alloggio popolare. “Certo, sarà fatto”, gli ha assicurato il candidato, e rivolto al segretario particolare: “Segna!”. Il segretario segna. Dopo pochi passi, si avvicina un altro per chiedere un posto fisso, anche di bidello o puliziere, perché è disoccupato e tiene famiglia. Stretta di mano e incoraggiamento caloroso da parte del candidato, che si rivolge stentoreo al segretario: “Segna!”, e quello segna. Un vecchietto a questo punto si avvicina al candidato, sussurrandogli che “l’affare” non gli funziona più, e lo vorrebbe rimesso a posto. “Non preoccuparti, ci penserò io!”, assicura il candidato, e rivolto al segretario: “Segna!”.
Il segretario resta interdetto, poi chiede al candidato: “Ma con l’”affare” come si fa?”. “Tu non ti preoccupare, lo farò giocare con il mio”, è la risposta.
Ironia, comicità, paradossi e realtà si confondono come non mai in questa pazza, pazza, avvincente campagna elettorale.