Il 27 Marzo del 2013 ci lasciava Padre Rosario Vanella. La comunità di Custonaci lo ricorda. Non un ricordo sterile ma un ricordo riconoscente che tenda ad orientare i passi in avanti. Il suo sacerdozio è la narrazione di un impegno civile e religioso.
Don Rosario ha saputo relazionarsi con tutti in modo vero e maturo, leale e sincero custodendo sempre un solido senso di appartenenza, la libertà di entusiasmarsi per grandi ideali, il coraggio di prendere decisioni e restarvi fedele, l'animo aperto alla meraviglia.
Il suo "darsi come uomo-sacerdote" poi, ha sempre reso facile il dialogo anche con i non credenti, indifferenti. Solo dove si realizza un incontro umano, affermava, avviene anche un incontro cristiano.
Umanità che, sull'esempio del Buon Pastore, lo portava a piegarsi sul dolore di ogni uomo e donna sofferente per lenirne le piaghe; a gioire con chi era nella gioia mostrandosi padre, amico, compagno. Uomo fra gli uomini don Rosario. “Non dobbiamo formare cristiani della Domenica!". Questa frase è sintesi di ciò che caratterizzava, muoveva la "sua" pastorale delfare. La fede cristiana, diceva, se accolta e riscoperta ogni giorno come inestimabile dono di Dio, è qualcosa che ti segna indelebilmente, che ti porti dentro. Essa ti condiziona la vita a tal punto da toccare inevitabilmente il tema politico, civile e ti libera dall'inganno della neutralità. Il nostro Dio, infatti, è un Dio che fin dall'inizio sta in mezzo, è coinvolto e mai lontano, impassibile e neutrale. Da uomo vero, è stato prete che ha annunciato il Vangelo senza troppe parole, ha dato speranza e dignità a quanti è stata rubata.
Da uomo vero, è stato fiaccola per la Chiesa e per il popolo a lui affidato. E anche una volta consumata e buttata via, lo ha amato e condotto nel silenzio delle sue indicibili sofferenze.
E stato immagine di una Chiesa universale, povera, essenziale, sobria. Di una Chiesa madre che si dona ogni giorno senza riserve per amore dei suoi figli, nell'esercizio della sua diaconia nell'odierna società. Ti ricordano i tuoi figli nella fede, quella fede di cui tu sei stato testimone e maestro. Ti saluta la tua Custonaci che si impegna a fare di più e presto per "ravvivare ogni giorno il dono che ci hai lasciato". Ti salutano coloro che raccolgono la tua inestimabile eredità. E quanti con te hanno gioito sul Tabor e sofferto sul Golgota, ti tendono la mano per essere ancora da te condotti a Cristo e ottenere da Lui ogni bene. Amen.
Vincenzo Vassallo