In un precedente articolo abbiamo trattato del marsalese Domenico Giacomarro, allenatore di calcio (leggi qui). Reo di essersi fatto procurare dal Tribunale della sua città natale un certificato per sbloccare una somma. Questa vicenda la abbiamo volontariamente divisa in due parti per non mandare in confusione gli affezionati lettori. Nelle prossime righe il racconto della seconda e ultima parte.
E' una storia a tappe. I fatti prendono piede, come raccontato nel lontano autunno 2016, nel periodo in cui Giacomarro assume l'incarico di primo allenatore della Turris (poi costatogli l'esonero a novembre dello stesso anno, leggi qui). Poi, il deferimento della Procura Federale innanzi alla Commissione Disciplinare del Settore Tecnico il 24 ottobre 2017, il proscioglimento disposto dalla stessa Commissione; il reclamo da parte dell'organo della Procura Federale (accolto dalla Corte preliminarmente precisando che: «secondo un orientamento ormai consolidato della giurisprudenza del Collegio di Garanzia dello Sport, lo standard probatorio sufficiente a fondare una pronuncia di condanna nel giudizio disciplinare non si spinge sino alla certezza della commissione dell’illecito il grado di prova richiesto, però, deve essere comunque superiore alla semplice valutazione della probabilità, ma inferiore alla esclusione di ogni ragionevole dubbio») e infine il pronunciamento della sentenza, stabilendo che:
«Sembra doversi desumere che l’aver adito la Cancelleria delle Esecuzioni Immobiliari del Tribunale di Marsala, in luogo di quella delle Esecuzioni Mobiliari (competente per il caso che occupa, trattandosi di pignoramento presso terzi) non costituì un’involontaria svista, bensì, presumibilmente, un’iniziativa preordinata. Ne discende, quindi, che il deferito ha fornito un qualificato contributo (concorso materiale o morale) all’effetto alterativo di cui all’atto di incolpazione, contribuendo, quantomeno, alla rappresentazione di una realtà diversa da quella effettiva, nella prospettiva di conseguire la riscossione del suo credito».
Sulla base, dunque, di «indizi gravi, precisi e concordanti», la Corte ha accolto il reclamo proposto dalla Procura, infliggendo a gennaio 2018 quattro mesi di squalifica al tecnico marsalese che nel frattempo era alla guida da ottobre dell'Alto Tavoliere San Severo (Serie D). A partire dalla trasferta di Gravina del 28 gennaio scorso, Giacomarro nelle partite ufficiali non si è potuto più sedere sulla panca giallogranata. La lontananza dai campi da gioco dell'allenatore e una posizione di classifica non proprio lusinghiera ha fatto consumare ad aprile il rapporto con la società. Dopo questa parentesi nera, adesso l'allenatore di Marsala finirà di scontare la propria squalifica a maggio. Per poi sperare di rilanciarsi nella prossima stagione con un incarico lavorativo dal sapore forte.
La redazione di Tp24.it rimane a disposizione e da spazio ad eventuali repliche dell'interessato sulla vicenda.