A Triscina si avvicinano tre tipi di ruspe: quelle che butteranno giù le case abusive, quelle che faranno gli scavi per la rete fognaria (con collegamento al depuratore di Castelvetrano) e quelle degli stessi proprietari, per risparmiare sui costi di abbattimento.
Sono arrivate prima quest’ultime che, venerdì scorso, hanno buttato giù la prima casa, fatta da un piano terreno e da un primo piano. Le altre, quelle del Comune, potrebbero arrivare prima dell’estate, a giudicare dal fatto che c’è già l’assegnazione dell’impresa. Mentre per l’impianto fognario, la gara d’appalto è ancora nella fase di acquisizione delle offerte.
Sono questi dunque i prossimi cantieri che toccheranno il lido degli abusi, oggi trasformato in lido dei condoni. Condoni che però si sono dovuti fermare a 150 metri dalla battigia. Oltre quel limite infatti, gli immobili costruiti dopo la legge di inedificabilità assoluta del 1976, non hanno potuto beneficiare di nessuna sanatoria.
Ma la borgata, al di là degli immobili da abbattere (in massima parte sulla costa), oggi è in regola. E siccome non ha mai avuto una rete fognaria, è arrivato il momento anche per quella, dopo i finanziamenti ottenuti dall’ex sindaco Gianni Pompeo.
Più di 18 milioni di euro sono la base d’asta per realizzarla. Mentre circa 14 milioni serviranno per l’ampliamento del depuratore della città.
Il professor Enrico Rolle, Commissario Straordinario Unico “per il coordinamento e la realizzazione degli interventi di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue urbane”, pochi giorni fa ha indetto il relativo bando per il sistema fognario di Triscina ed il relativo collegamento al depuratore di via Errante Vecchia a Castelvetrano. Il termine per la presentazione delle offerte da parte delle imprese è del 30 giugno. Dopodiché, partiranno le procedure per l’assegnazione.
Il via alle demolizioni delle case abusive invece, come si diceva, è stato dato da un privato. Mentre degli altri abbattimenti se ne occuperà la Cogemat srl di Trapani, con un ribasso del 34,6 % su un importo a base d’asta di 1.730.000 euro. L’impresa ha partecipato alla gara attraverso il cosiddetto “avvalimento” con un’altra impresa di Terni, quella di Salvatore Baronci, in un contratto con cui l’una si obbliga verso l’altra nel metterle a disposizione tutte le risorse che occorrono per l’esecuzione dei lavori.
“Si è pervenuti a un significativo traguardo nell’avviata azione amministrativa di ripristino della violata legalità nelle trasformazioni del territorio castelvetranese, in special modo di quello costiero – ha affermato Salvatore Caccamo, della commissione straordinaria che da circa un anno amministra il comune di Castelvetrano, dopo lo scioglimento per mafia - Inoltre si attuano le leggi dello Stato reprimendo le gravi e continuate violazioni edilizie che hanno sinora rovinosamente pregiudicato le valenze paesaggistiche e artistiche dell’area, danneggiando l’avvio di interventi turistici capaci di accrescere la redditività locale”.
Triscina sembra essere ancora più in ritardo rispetto alla vicina Marsala dove, sette anni dopo la prima azione delle ruspe che hanno buttato giù l’immobile ancora incompleto di contrada Spagnola, sono state demolite 56 case.
Il comune di Castelvetrano invece, nella borgata ne ha abbattute soltanto 2: un immobile ancora grezzo ed un garage.
E dato che nella relazione di scioglimento per mafia è citata anche l’inerzia sulle demolizioni, è naturale che qualsiasi commissione straordinaria avrebbe avuto il dovere di predisporre tutti gli atti per sopperire a questa carenza. Particolare, questo, poco compreso dalla diffusa quanto errata convinzione che “questo commissario si stia intestardendo con le case di Triscina”.
Egidio Morici