Da controlli dal Dipartimento del Personale della Regione è emerso che i furbetti ritardatari sono sempre gli stessi. Oggetto delle decurtazioni risultano essere gli stessi nominativi e che i ritardi non recuperati nel mese successivo sono quasi sempre a carico dello stesso personale, l’amministrazione però, è lenta a recuperare i soldi delle ore perse. Le somme sono cospicue perché le ore di assenza superano il numero di ore di intere giornate lavorative.
L’assessorato guidato da Bernadette Grasso sta provando ad accelerare il recupero dei soldi. Con una circolare firmata dalla dirigente Rosalia Pipia si impone ai dirigenti di servizio di vigilare sulla corretta applicazione delle norme per il recupero delle ore non lavorate o dei soldi corrispondenti. Se i ritardi e i mancati recuperi sono reiterati, continui, e eccessivi i dirigenti dovranno darne comunicazione all’ufficio Disciplinare che avvierà un procedimento contro il dipendente. Che a quel punto rischia sanzioni più gravi del semplice rimborso delle somme corrispondenti alle ore di lavoro saltate.
Intanto però la prima mossa è una procedura accelerata per il recupero. La circolare firmata dalla Pipia accorcia i vari passaggi e ne taglia uno: fino alla settimana scorsa era necessario che i vari uffici comunicassero i debiti orari da recuperare al dipartimento Personale e solo dopo si poteva trattenere le somme in busta paga rispettando l’ordine delle comunicazioni ricevute. Adesso ogni ufficio dovrà comunicare al dipartimento Personale i debiti orari e nello stesso momento, tramite Pec, informerà il dipendente. A quel punto sarà automatica la trattenuta delle somme nella busta paga del mese successivo.