In un luogo sospeso tra passato e presente, tra rostri romani e suggestive installazioni contemporanee dal forte impatto emotivo, l’ex stabilimento Florio ha aggiunto contenuti artistici alla sua già ampia proposta culturale ospitando, presso la “Mensa donne” e “Magazzini della Trizzana”, “Lux” e “L’Anatomia Della Irrequietezza” rispettivi titoli delle mostre, inaugurate sabato scorso, degli artisti Luigi Franzese e Gianmario Conti. «Le mostre che inauguriamo questa sera- dice il Direttore della struttura Luigi Biondo- rappresentano la volontà di far vivere in questo luogo il passato, i reperti storici e la memoria, tramite l’arte del passato, ma anche di preservare nel futuro questo spazio dedicato alla libertà dello spirito». A seguire i ringraziamenti della presidentessa dell’Associazione Lallabis Mariella Bonfiglio «Da febbraio ha preso vita il progetto di realizzare una mostra che coniugasse arte, degustazione di prodotti locali e vino, restando fedele a quella che è la proposta culturale di Lallabis. Desidero ringraziare l’artista Luigi Franzese, assente per un progetto cinematografico in corso, per aver messo a disposizione dell’ex stabilimento Florio delle opere in grado di suscitare nello spettatore emozioni intense e Gianmario Conti, oggi presente, con il quale ho collaborato da vicino e con cui ho potuto sperimentare l’importanza di superare pacificamente le difformità di pensiero tra un bergamasco (terra di cui è originario) e una siciliana, per la buona riuscita di un progetto condiviso. Un particolare ringraziamento va all’ospitante Comune di Favignana e ai miei collaboratori e associati Franca Grosso, il sommelier Gianluca Avanzini e il mio braccio destro Vincenzo Bonfiglio che mi hanno supportato ed affiancato nella realizzazione dell’evento». Tra le installazioni esposte e realizzata dell’artista Luigi Franzese, la maschera “Fragile” metafora della fortificazione individuale che passa da un processo travagliato di esperienza terrena. Le opere figurative di Gianmario Conti inserite nel ciclo “L’Anatomia Della Irrequietezza” sono state associate alla riproduzione, in sala, di urla e voci angoscianti che hanno accompagnato i visitatori in un viaggio verso l’inquietudine dell’Io. Alla fine della serata è stato servito il vino della cantina terre di Giafar, bene confiscato alla mafia. A conclusione della serata sono state offerte ai partecipanti bruschette con pesce locale, cous cous, pane cunzato e biscotti serviti accompagnati da vino.