C'è anche la Vincenzo D'Angelo srl tra le quattro ditte indicate dalla Regione Sicilia per il trasporto dei rifiuti indifferenziati in eccesso all’estero.
Si tratta della Tech Servizi, di Floridia, della catanese Sicula Trasporti, e della Pa Service srl, di Bolzano e come detto della Vincenzo d'Angelo srl, di Alcamo. Queste quattro imprese hanno risposto alla manifestazione d'interesse, e sono pronte a dividersi una torta che vale 40 milioni di euro in otto mesi.
Tra queste aziende quella dell’alcamese Vincenzo D'Angelo salta subito all’occhio. D’Angelo è considerato in provincia un vero re dei rifiuti. Il suo impianto ad Alcamo riceve e tratta sia la parte differenziata che quella indifferenziata proveniente dai Comuni.
Sono diverse le indagini sulla gestione dei rifiuti che lo vedono coinvolto - così come scrive Meridionews.it -. Gli ultimi guai giudiziari riguardano il processo di trasferimento di 15mila tonnellate di rifiuti indifferenziati da Napoli e provincia in Sicilia, nella discarica messinese di Mazzarrà Sant'Andrea,
Per quei fatti D'Angelo è stato rinviato a giudizio insieme ad altre due persone per traffico illecito di rifiuti e il processo è attualmente in corso al tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto.
Secondo la Guardia di finanza che seguì le indagini, le 15mila tonnellate di rifiuti di origine urbana non derivante da raccolta differenziata non potevano essere trasferiti, così come dimostrato dall'Arpa di Messina, perché non erano stati trattati come previsto dal codice dell’ambiente.
Sempre nel 2011 D'Angelo fu arrestato su ordine della Dda di Lecce in un'inchiesta che ipotizzava un altro traffico illecito di rifiuti verso l'estremo Oriente. Il Tribunale del Riesame decise per la revoca del provvedimento cautelare e gli atti furono trasferiti alla Procura di Palermo che non diede seguito all'inchiesta.
Ma non finisce qui, D'Angelo entra anche nella vicenda che ha riguardato lo smaltimento dei fanghi derivanti dal dragaggio del porto di Trapani, per l'America's cup di vela del 2005. In quel periodo l'imprenditore era legato a Carlo Ronzino, ex comandante della sezione di polizia giudiziaria della procura di Trapani, condannato in Cassazione per aver tentato di corrompere con la somma di 2500 euro un suo collega, il maresciallo Enrico Caruso, per far chiudere un occhio nelle indagini e nei controlli a carico della Sirtec di D'Angelo.
L'imprenditore di Alcamo, dimostrò che quella somma fosse un prestito per l'acquisto di un appartamento, fatto che gli ha permesso di rimanere estraneo alla vicenda giudiziaria. Ma i giudici nella sentenza della Cassazione di condanna a Ronzino hanno ritenuto provato che l'imputato è intervenuto in più occasioni sul personale della sua sezione di polizia giudiziaria affinchè fosse meno fiscale nei confronti delle attività di smaltimento compiute dal D'Angelo e facendogli arrivare i suggerimenti su come superare le anomalie ambientali riscontrate nelle sue aziende.
Insomma, quello che doveva essere il tentativo della Regione di cercare di diminuire i costi sui rifiuti e togliere potere alle discariche private diminuendo le quantità da abbancare, si sta trasformando in una nuova fonte di ricchezza per gli stessi proprietari degli impianti e da quel che sembra con poca trasparenza, visto che ci sono anche dei procedimenti giudiziari in corso per chi, come D'angelo, si è detto disponibile a svolgere il servizio di trasporto dei rifiuti verso l'estero.