Il giudice monocratico Lorenzo Chiaramonte ha assolto dall’accusa di abusivismo edilizio, ma condannato per violazione di sigilli (a 4 mesi di reclusione), la 46enne pantesca Bice Loredana Pineda, moglie di un luogotenente dei carabinieri in servizio alla Compagnia di Marsala.
La donna, proprietaria dell’immobile secondo l’accusa “abusivo”, era sotto processo con l’ingegnere Antonello Ferrante, di 56 anni, progettista, e il fratello Bartolomeo Pineda, di 54.
L’accusa di abusivismo edilizio (e deturpamento di bellezze ambientali) era stata mossa a Bice Loredana Pineda e all’ingegnere Ferrante, entrambi assolti da questa imputazione, mentre sia la donna e che il fratello (Bartolomeo Pineda) sono stati condannati per violazione di sigilli. Secondo l’accusa, infatti, nonostante il sequestro dell’immobile disposto dalla Procura di Marsala, sarebbero ugualmente proseguiti i lavori di copertura di alcuni tetti. I legali dei Pineda (Pellegrino e Canale) si dichiarano “parzialmente soddisfatti”, ma preannunciano appello. L’indagine, coordinata dall’allora procuratore Alberto Di Pisa, fu svolta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura. Secondo l’accusa, la proprietaria e il progettista (quest’ultimo difeso dagli avvocati Caleca e Mangano) avrebbero tentato di spacciare il recinto frangivento in pietra di un antico giardino pantesco, in località Mursìa, su un terreno collinare con vista sul mare, come un vecchio dammuso di circa 100 metri quadrati da ricostruire. A tal fine, fu presentato al Comune di Pantelleria e alla Soprintendenza un progetto per la ristrutturazione, con demolizione e ricostruzione, di un “edificio esistente privo di copertura”.