“Questo meraviglioso cagnolino gironzolava dalle parti di casa mia, in Contrada Berbaro. Era stata fatta una segnalazione sui social per capire se qualcuno lo stesse cercando, nessuno lo aveva reclamato. Poi lo abbiamo ritrovato morto dentro a questo sacco per i rifiuti”.
Ci scrive così S., una nostra lettrice, una cittadina marsalese che come chi scrive non ha potuto far altro che rimanere impotente di fronte a tanta e tale sciocca ferocia demoniaca. E' l'ennesimo fatto di cronaca nera riguardante l'abbandono, il maltrattamento o l'uccisione di animali nella nostra provincia, ma questa volta la storia che stiamo per raccontarvi fa letteralmente accapponare la pelle.
Ricostruiamo i fatti seguendo la segnalazione di S. e la logica. Questo bel maschietto meticcio, verosimilmente di taglia grande (lo deduciamo dalla lunga coda) non superiore ai 6 mesi di età, regolarmente bardato di pettorina bazzicava intorno a un comprensorio di villini da villeggiatura sito nella periferia sud della città. Il cane, verosimilmente scappato da qualche abitazioni limitrofa oppure tristemente e meschinamente abbandonato da qualche marsalese partito in vacanza, pur dopo varie segnalazioni a mezzo Facebook, non era stato reclamato da nessuno. Nel pomeriggio di ieri, mercoledì 1° agosto 2018, S. esce di casa per correre al lavoro e le si prospetta una scena agghiacciante: il cagnolino, chiaramente morto, buttato sul ciglio della strada all'interno di un sacco nero. “Non c'era nessuna traccia di incidente stradale, nessun indizio che potesse far pensare a una drammatica fatalità”, e in quella strada, aggiungiamo noi, è impossibile raggiungere velocità elevate con i veicoli, altrimenti nei periodi estivi oltre che di animali domestici si farebbe strage di bimbi, “è stato ucciso. E' stato barbaramente ucciso. Dopo aver effettuato le foto, sono dovuta correre al lavoro, e al mio ritorno il povero corpo del cagnolino non c'era più”. Non è dato nemmeno sapere, dunque, se qualche altro cittadino abitante nei pressi abbia, come da prassi, allertato la Polizia Municipale per la “rimozione” (perdonateci l'assurdo termine) del cane, o se lo stesso sia stato rimosso da colui o coloro che poco prima lo avevano ucciso.
Di certo è che nel 2018 esiste ancora gente che, dal profondo della propria meschina ignoranza, si permette di arrogarsi il ruolo di giudice e boia, di trucidare un cagnolino colpevole del solo fatto di essere stato abbandonato nel posto sbagliato, di aver infastidito un umano.
E' uno schifo.
E' una vergogna.
E' una sconfitta per tutti.
Emanuele Scavuzzo