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03/08/2018 06:00:00

Le meduse nel mare siciliano. L'Ispra: "Non c'è allarme. Ci sono sempre state"

Una bambina romana di 7 anni, Gaia Trimarchi, è morta, a seguito di una reazione allergica dovuta al contatto con una medusa mentre si trovava in vacanza nelle Filippine, nell’isola di Sabitang Laya. Una fine tragica che rappresenta un caso limite tra le conseguenze che si possono avere, in genere, dopo il contatto con meduse particolarmente pericolose.

Nell’ultimo mese nel mediterraneo sono diversi i casi di bagnanti che hanno dovuto fare ricorso al pronto soccorso a causa del contatto. L’ultimo qualche giorno fa a Cannatello, frazione balneare dell’agrigentino, dove una ragazza, una pallavolista venticinquenne di Lucca ha rischiato uno shock anafilattico dopo il contatto con diverse meduse di grosse dimensioni.

La ragazza soccorsa immediatamente dagli assistenti bagnanti Felice Amodio e Giuseppe Filippazzo, della cooperativa «Ulisse» di Porto Empedocle, è stata prima portata a riva e poi trasferita al pronto soccorso dell’ospedale «San Giovanni di Dio», dove, la situazione clinica è migliorata e tutto è passato solo con un grande spavento.

L’attacco delle meduse nell’agrigentino è arrivato a pochi giorni dalla invasione nella spiaggia di Porto Palo a Menfi della “Pelagia Noctiluca”, tipica medusa del Mediterraneo, quella rosa piccolina, che è la specie più urticante e comune del mediterraneo. E sempre nell’agrigentino anche i bagnanti del litorale di Sciacca e a Capo San Marco hanno segnalato la presenza di tante meduse, che nel fine settimana scorso si sono viste anche nel mare del litorale trapanese.

L’esperto dell'ISPRA sulle cause della diffusione - Ma qual è il motivo di questa presenza così massiccia di meduse nel nostro mare? Secondo Franco Andaloro, esperto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca sull’Ambiente, tra le prime cause c’è l’innalzamento della temperatura dei mari che modifica le correnti che spingono le meduse sulla costa. Come secondo motivo la diminuzione della popolazione di pesci predatori e delle tartarughe marine. In pratica alterando la piramide alimentare marina si allarga la base che è formata appunto da plancton e meduse. 

Senza dubbio – afferma Andaloro - i grandi predatori diminuiscono a causa della sovra-pesca, ma anche del bracconaggio e dalle microplastiche che hanno ormai invaso i mari. Se le meduse per l’uomo sono un grande fastidio, mangiando uova e larve di piccoli pesci risultano particolarmente dannose per la catena alimentare marina".

Cosa fare e come difendersi – Andaloro consiglia di avere sempre a portata di mano degli antistaminici per fare un’automedicazione ed evitare così di intasare il pronto soccorso. I lidi potrebbero intervenire utilizzando bandiere bianche, rosse o verdi per segnalare la loro presenza. E’ allo studio un sistema di «detecting» automatico su boa. Andaloro, infine, spiega che le meduse si spostano verticalmente con la corrente e occupano tutta la colonna d’acqua. "Non ci sono regole e soprattutto le meduse non attaccano l’uomo. Siamo noi che andiamo verso di loro". Secondo Andaloro, in definitiva non c’è nessun allarme meduse. E' l’uomo, invece, che dovrebbe rendersi conto che viviamo in un mondo fatto per 2/3 di acqua e che le meduse in mare ci sono sempre state e ci sono anche d’inverno quando l’uomo non va a farsi il bagno.