È nella casa canonica della chiesa-rettoria San Francesco di Paola in Mazara del Vallo che si è concretizzata la prima iniziativa diocesana d’accoglienza in risposta all’appello di Papa Francesco.
Il Pontefice, lo scorso gennaio, in occasione della Giornata del migrante, disse: «Per le comunità locali, accogliere, conoscere e riconoscere significa aprirsi alla ricchezza della diversità senza preconcetti, comprendere le potenzialità e le speranze dei nuovi arrivati, così come la loro vulnerabilità e i loro timori». La comunità parrocchiale della Cattedrale di Mazara (dalla quale dipende la chiesa-rettoria), con decisione presa in Consiglio pastorale, ha deciso di accogliere così un giovane migrante. Si chiama Seckou Keita, ha diciannove anni ed è originario del Mali, dal 2014 a Mazara del Vallo. Il giovane è arrivato in Sicilia quando aveva quindici anni e ha seguito il percorso di minore non accompagnato. Per lui, poi intanto diventato maggiorenne, si è aperta la strada di un progetto umanitario. Dopo un periodo di permanenza (prorogato per alcuni mesi), in una comunità d’accoglienza, i primi di luglio Seckou avrebbe dovuto lasciare la struttura e trovarsi una nuova casa. La sua storia è finita così all’attenzione del Consiglio pastorale della Cattedrale; di lui ne ha parlato suor Alessandra Martin che, insieme alle altre suore francescane, presso la Casa Comunità Speranza, segue anche Seckou nel suo percorso scolastico. La casa canonica della piccola chiesa-rettoria era libera e così, dopo il sì del Consiglio pastorale, è stata sistemata «con non poche difficoltà economiche–spiega don Edoardo Bonacasa – ma con l’impegno di tantissimi parrocchiani che non si sono tirati indietro». Don Bonacasa ha chiarito anche che nella casa, visto lo spazio, sarà accolto anche un secondo ragazzo migrante che vivrà l’appartamento insieme a Seckou. «I due giovani non saranno lasciati soli – ha specificato don Bonacasa – ma la comunità parrocchiale si è impegnata ad accompagnarli». Al momento inaugurale sono stati presenti, tra gli altri, la direttrice dell’Ufficio diocesano ecumenico, Erina Ferlito, il direttore della Caritas diocesana, Mimmo Errante Parrino e il presidente della “Fondazione San Vito Onlus”, Vito Puccio. «La nostra speranza è quella che questo piccolo segno possa diventare lievito per altrettante iniziative in Diocesi»ha chiarito Dora Polizzi, segretaria del Consiglio pastorale della Cattedrale.