“La Sicilia resta sul podio, rimaniamo ben saldi al secondo posto dopo la Campania, abbiamo 3.178 illeciti ambientali accertati, un numero in aumento, soprattutto grazie all’applicazione della legge sugli ecoreati, che abbiamo inseguito come Legambiente per oltre 20 anni”.
A dirlo è stato il presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna, presentando a Palermo i dati siciliani del rapporto sull’ecomafia 2018 elaborato dall’associazione ambientalista. In Italia il giro d’affari delle ecomafie è pari a 14 milioni di euro, in aumento del 10 per cento rispetto allo scorso anno. Secondo il numero uno di Legambiente Sicilia le situazioni più gravi riguardano i rifiuti, dove “abbiamo il 24 per cento dei reati individuati”, il bracconaggio, e gli incendi dolosi, che assegnano all’Isola “il primo posto nella tragica classifica dei terreni bruciati”. Ma un altro primato riguarda anche i furti d’arte.
“Anche se se ne parla meno continua a esistere il traffico illegale dei reperti archeologici”. Quello descritto da Zanna è “un quadro molto negativo, ma la speranza è che la legge sugli ecoreati venga applicata sempre di più. C’è bisogno di applicarla di più e meglio e anche per questo rinnoviamo la richiesta di formare il personale di pubblica sicurezza sui contenuti di questa norma”.
Qui la presentazione del rapporto Ecomafie: