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30/09/2018 06:00:00

I primi movimenti dei partiti siciliani in vista delle Europee

 Il 2019 è l'anno del rinnovo del Parlamento Europeo. Altra prova di tenuta elettorale per i partiti. La crisi del Partito Democratico è perdurante, cola a picco con percentuali davvero risicate.


Forza Italia tenta di rinnovarsi, tuttavia in molti hanno già abbandonato il carro azzurro folgorati dalla linea della Lega di Matteo Salvini.  Lo ha detto, con fare preoccupato, Gianfranco Miccichè a Fiuggi. A pensare di risollevare le sorti è il leader indiscusso dei forzisti: Silvio Berlusconi.
Nonostante l'età, e l'affaticamento, scende in campo, di nuovo, intenzionato a candidarsi per le europee del prossimo anno. E Berlusconi sarà probabilmente capolista in Sicilia.
Miccichè continuerà la guida di Forza Italia sull'isola, avrà il compito di allestire una lista forte, che sappia convogliare le varie anime. Uno dei nomi che circola è quello di Giulio Tantillo consigliere comunale a Palermo, già coordinatore per il partito da diversi anni, vicino a Giuseppe Milazzo, capogruppo azzurro all'ARS.
Miccichè contro Salvini, ma non trova l'appoggio di quanti, dentro al partito, soprattutto nella Sicilia orientale, hanno indossato la cravatta verde. Salvo Pogliese, sindaco di Catania, non gradisce i toni e lo stop a Salvini, ricerca unità per tutto il centro destra e quindi anche con Giorgia Meloni. Nello Musumeci, presidente della Regione, è sempre più vicino a Fratelli di Italia, tanto da essere stato alla due giorni organizzata ad Atreju.

Se il centro destra non farà bene le sue mosse Forza Italia potrebbe subire un'altra battuta d' arresto, al suo interno ha una componente importante data dagli ex di An, uno fra tutti Marco Falcone, assessore regionale alle Infrastrutture.
Da Catania il nome per la candidatura è quello di Basilio Catanoso, mentre per Messina c'è Franco Rinaldi, cognato di Francantonio Genovese.
E poi c'è tutta l'area dei centristi che in questo momento cerca un posto al sole. L'UDC non esiste più a livello nazionale, sopravvive in Sicilia grazie a Mimmo Turano, e ha un assessorato da dirigere.
Dentro la lista forzista ci sono le candidature degli uscenti, come Innocenzo Leontini, appena insediatosi. Ma c'è anche Giovanni La Via, sempre catanese, che è stato eletto cinque anni fa con NCD, e che si dice intenzionato a ricandidarsi in Forza Italia. Non si hanno notizie di Salvatore Cicu, eletto in questa circoscrizione ma della sua politica non è arrivato nulla.
A voler tentare la carta delle europee è anche Gaetano Armao, assessore regionale all'Economia e vice presidente, del resto da ambienti palermitani si dice che Musumeci stia pensando di fare, a breve, un rimpasto di Giunta.
Si voterà nel mese di maggio, i partiti non sono mai usciti dall'empasse del voto del 4 marzo, quelle sconfitte bruciano e peraltro nessuno è stato in grado di riorganizzarsi sui territori.


La politica non c'è, Lega e Movimento Cinque Stelle crescono in percentuale, Salvini dal 17 è arrivato al 33%.
Un dato importante che consentirà al leader del carroccio di dettare linea e condizioni. Per la Lega il nome che si fa è quello di Fabio Cantarella, nome indicato da Salvo Pogliese.
Altri nomi che circolano sono quelli di Saverio Romano, che potrebbe candidarsi nello schieramento di Diventerà Bellissima, quindi lì trovare un posto anche per Raffaele Fitto, pugliese. Nella stessa lista ci potrebbe essere un nome vicino alla Meloni: Sandro Pappalardo, attuale assessore regionale al Turismo.
La circoscrizione lo ricordiamo è quella delle Isole, Sicilia e Sardegna.


Il Partito Democratico ha infilato una sconfitta dietro l'altra, sui territori i dem sono scomparsi. Non ci sono azioni, tavoli di discussione. Il nulla. Qualche fermento si intravede dalle parti di Palermo, la trazione è quella di Davide Faraone, che amplia il respiro e getta lo sguardo in ambienti moderati che possano ben dialogare con i democratici. Ci prova quest'anno il 5 e 6 ottobre con la Faraona siciliana.
Dentro il PD, che dovrebbe celebrare il congresso nazionale e regionale, i nomi che circolano per le europee sono quelli degli uscenti: Michela Giuffrida, Caterina Chinnici e Renato Soru.  Difficile che ci possa essere posto per tutti e tre. Sono cambiate le percentuali del PD e poi le correnti dentro al partito non lasciano scampo. Le correnti sono più di una, i renziani fanno capo a Faraone, poi ci sono gli ex Margherita che fanno capo a Giuseppe Lupo (tra cui il deputato regionale Baldo Gucciardi) che sono indirizzati verso il riconoscimento di una leadership nazionale a Zingaretti.
Non si finisce qui, ci sono i sottoboschi costituiti dagli ex DS: da Lillo Speziale a Pippo Digiacomo a Concetta Raia che insieme ai Partigiani di Antonio Rubino restano vicini a Fausto Raciti.  Dentro al PD c'è il caos, non sarà semplice avviare la fase del congresso che viene inteso non come momento di dialogo e di confronto ma come scontro tra correnti. Una battaglia che porterà ulteriori emorragie a ridosso proprio delle elezioni europee.
Compatti, o almeno così dicono loro, sono i Cinque Stelle che schiereranno in campo sicuramente l'uscente Ignazio Corrao.