Gli abitanti delle province di Agrigento e Palermo solo adesso tirano un sospiro di sollievo dopo tante ore di apprensione.
Ma regna sia la rabbia che la tristezza per i tanti danni causati da un maltempo in grado di lasciare traccia su un territorio fortemente provato. A gettare ulteriore inquietudine è la notizia delle vittime nel palermitano: non solo le due famiglie travolte dalla piena a Casteldaccia, ma anche un morto a Vicari rendono il sabato appena trascorso come uno dei più tragici vissuti dall’isola.
Ma tutto in realtà parte venerdì, quando nelle prime ore del mattino un violento temporale colpisce il settore occidentale della Sicilia. Sciacca, i Monti Sicani e l’entroterra palermitano vengono investiti in pieno da un’ondata di maltempo annunciata ma non per questo meno sorprendente. Interi centri abitati si salvano soltanto perché, essendo venerdì giorno 2, molte scuole e molti uffici risultano ancora chiusi e la gente è rimasta a casa. Sciacca in particolare rivive la stessa drammatica alluvione del novembre 2016, tra Agrigento e Palermo iniziano a contarsi i danni tra strade impraticabili e viabilità compromessa. Ma nel pomeriggio di venerdì, dalla sala operativa della Protezione Civile regionale, si dice a chiare lettere che ancora non è finita: per sabato l’allarme è rosso.
E così infatti, le previsioni vengono tragicamente confermate. Un primo temporale si abbatte sulle zone già provate dal maltempo di venerdì intorno all’ora di pranzo, ma a fare paura è quanto accade poi nel pomeriggio. Agrigento, Sciacca, Licata, Menfi, ancora i Monti Sicani ed infine l’intero comparto centro occidentale della provincia di Palermo vengono investiti da un’autentica tempesta. Per quasi un’ora paesi e città che già sono alle prese con onerose conte dei danni, sono raggiunti da acqua, fulmini e vento. Si teme il peggio ed in effetti la serata di questo sabato per la Sicilia occidentale risulta molto difficile.
A Sciacca esonda il torrente San Marco, contrada Foggia rimane subito isolata ed il comune è costretto a chiudere la circonvallazione. Almeno 50 famiglie sono evacuate, si vivono momenti di panico perché l’acqua invade case ed abitazioni. Nella vicina Menfi devono intervenire i sommozzatori dei Vigili del Fuoco per recuperare alcuni residenti della località Lido dei Fiori, letteralmente invasa dall’acqua: “Il mare si è come trasferito dentro le nostre case” afferma un testimone. A Burgio, nell’entroterra saccense, un muro crolla in pieno centro storico ed un ragazzo è inizialmente dato per disperso ma per fortuna viene poi messo in salvo. A Ribera invece, un’auto rimane impantanata in una strada provinciale trasformata in un fiume in piena: lì vicino, i fiumi Verdura e Magazzolo inondano le campagne famose per gli alberi di arancia. Ma mentre forze di sicurezza e Protezione Civile sono concentrate nel comparto orientale della provincia di Agrigento, proprio dal capoluogo arrivano altre drammatiche notizie. Il fiume Akragas, lo stesso che attraversa la valle dei Templi per poi sfociare nella frazione balneare di San Leone, esonda poco dopo l’orario di cena. Sui social gli account del comune di Agrigento e della Protezione Civile invitano all’immediata evacuazione dei quartieri limitrofi. Sul posto i Vigili del Fuoco aiutano i cittadini ad abbandonare le proprie abitazioni: almeno 50 famiglie devono trascorrere la notte fuori casa, mentre l’acqua avanza ed invade scantinati e piani inferiori degli stabili. La piena inizia ad essere sotto controllo in tarda serata, quando per fortuna il tempo dona tregua alla città ed alla provincia: “Abbiamo perso gran parte dei mobili, ma almeno possiamo rientrare”, scrive una residente del quartiere del Villaggio Peruzzo sui social.
A mezzanotte arriva poi la notizia della scoperta delle nove vittime a Casteldaccia, una zona dove ha piovuto di meno rispetto ad altre località del palermitano. A causare la tragedia forse una piena del fiume Milicia alimentato dai temporali dell’entroterra. A quel punto comunque, ben si è compreso come purtroppo il sabato di maltempo per la Sicilia sia stato più grave di quanto possibile immaginare alla vigilia. Proprio dall’entroterra palermitano arrivano anche i video di alcuni ristoranti evacuati a Bolognetta nel pieno del temporale, mentre diverse contrade risultano irraggiungibili ed isolate per via della piena dei torrenti.
La domenica, come detto, inizia con il sole ma i disagi permangono. Ad Agrigento ed in alcune zone della provincia diverse famiglie sono senza luce nelle case, a preoccupare adesso è soprattutto la viabilità. La Agrigento – Palermo è chiusa ed all’altezza di Vicari appare danneggiata, lungo la Agrigento – Caltanissetta è stato chiuso un ponte all’altezza di Pietraperzia: la provincia di fatto è isolata con collegamenti molto difficili sia per Palermo che per Catania. Treni fermi alla stazione della città dei templi, verifiche in corso lungo i binari della ferrovia. Nel palermitano è corsa contro il tempo per liberare le strade provinciali e la SS 118 dal fango e, in tal modo, ripristinare i collegamenti per le tante comunità già martoriate nell’entroterra. Con l’acqua che inizia a ritirarsi, i danni affiorano e si mostrano nella loro drammaticità.
La Sicilia occidentale si sveglia quindi in ginocchio: per tutta questa domenica sono previsti miglioramenti ma l’allerta resta arancione, il pericolo di smottamenti e frane rimane in agguato.