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04/11/2018 07:37:00

MALTEMPO, INFERNO IN SICILIA: 12 VITTIME. MUORE UN CONSIGLIERE DI SALEMI

19,00 -  Sulla villetta di Casteldaccia, travolta dal fiume e nella quale sono morte 9 persone. «La casa travolta dal fiume era abusiva e pendeva dal 2008 un ordine di demolizione del Comune che è stato impugnato dai proprietari dell'immobile davanti al Tar - ha spiegato il sindaco Giovanni Di Giacino - Da quanto ci risulta ancora il tribunale amministrativo non ha provveduto, per cui la demolizione non è stata possibile».

Ci sono tante concause” all’origine della tragedia a Casteldaccia “ma due hanno maggiore peso: la vicinanza del fabbricato al letto del fiume e la cattiva manutenzione ordinaria e straordinaria della rete idrografica. Oggi c’era una miriade di rifiuti di vario tipo e genere, dal manichino alla bombola di gas alla folta vegetazione che impedisce il deflusso dell’acqua”.

A dirlo, dopo un sopralluogo nella zona, è il geologo Fabio Tortorici, presidente della Fondazione Centro Studi del Consiglio Nazionale dei Geologi e consigliere dello stesso.

L’area “è abbastanza antropizzata – spiega Tortorici interpellato dall’ANSA – con fabbricati a poche decine di metri dall’alveo del fiume, sui cui argini cresce molta vegetazione spontanea che finisce nel letto del fiume e che in una fase di piena non agevola lo scorrimento dell’acqua” aggiunge guardando dall’alto la zona dell’incidente.

Il geologo spiega che il fatto che non ci siano state abbondanti precipitazioni nel punto in cui si è verificata la tragedia non è indicativo perché “bisogna considerare tutto il bacino idrografico, che è esteso 130 chilometri quadrati, se comprende canali o torrentelli”.

Le norme che si occupano della pulizia idraulica risalgono al 1904, ricorda il geologo secondo cui “va rivisto il governo del territorio, che non è cosa di semplice soluzione. Da decine di anni nei territori non c’e’ una adeguata manutenzione. La questione della pulizia idraulica investe tutta l’Italia”.

La competenza sarebbe dei Comuni e della Forestale ma intanto ciò che occorre sono “i finanziamenti più che le leggi”. Infine, Tortorici osserva che “mancano idrogeologi nelle piante organiche delle strutture che si occupano della manutenzione ma sarebbero le più adeguate sentinelle del territorio“.

 

 18,00 -  "Un uomo buono". Così Vittorio Sgarbi, ex Sindaco di Salemi, ricorda Alessandro Scavone, che è stato consigliere comunale durante la sfortunata parentesi amministrativa di Sgarbi.

Nell'occasione Sgarbi ritorna a parlare dello scioglimento per mafia del Comune di Salemi, quando lui era Sindaco. Sgarbi ricorda anche che Scavone era autore di un libro dove aveva raccolto materiale fotografico sulla storia di Salemi. 

Alessandro Scavone era un imprenditore agricolo di 44 anni, consigliere comunale a Salemi per il “Partito della rivoluzione”, la lista di Vittorio Sgarbi che avrebbe dovuto incontrare lunedì mattina a Palermo per una visita al Cretto di Burri. 

Scavone sabato sera era corso con la sua jeep e un altro amico, Salvatore D’Amato, alla ricerca di una terza persona in difficoltà nei pressi del distributore di benzina Tamoil. Lo stesso distributore che Scavone gestiva con il suo amico Gianni Tantaro lungo la statale già sconvolta da lavori di ristrutturazione, anche se la sua principale attività era quella di imbottigliare vino nell’area di Salemi, in provincia di Trapani, dove si parlò di lui quando imbottigliò il “vino per l’Unità d’Italia”. Estroverso e sempre disponibile per altri, sotto un diluvio incessante, Scavone s’è avventurato con D’Amato senza immaginare che il vicino fiume San Leonardo si sarebbe trasformato in un’onda vertiginosa alimentata dalle acque scese tumultuosamente dalla vicina collina di Vicari. Sbalzato fuori dall’abitacolo, Schiavone è stato poi trovato incastrato fra le lamiere contorto di un guardrail.

 

 17,00 -  La furia dell'acqua e del fango ha fatto irruzione in una pizzeria di Bolognetta, nel palermitano, costringendo clienti e personale a una fuga precipitosa.

Dalle immagini girate all'interno della pizzeria allagata, emerge paura, preoccupazione e concitazione. "Ragazzi teniamoci, teniamoci. Tenetevi!", grida un uomo nel far uscire le persone dal locale della Bolognetta, nel Palermitano. A fare da sfondo un'uscita collettiva molto ordinata. Nonostante tutto.

L'ondata di maltempo che ha colpito in questi giorni l'Italia si è abbattuta anche sulla Sicilia, portando a inondazioni in tutto il territorio.

Arriva anche la notizia che il Consiglio dei ministri discuterà lo stato d’emergenza per le regioni colpite dal maltempo. Ad annunciarlo è stato il premier Giuseppe Conte parlando con i giornalisti a Palermo. «Per le vicende di questi giorni ho già annunciato che la prossima settimana decreteremo lo stato di emergenza per tutte le regioni che l’hanno richiesta – ha detto il presidente del Consiglio – Adotteremo i provvedimenti di emergenza e daremo le prime somme necessarie. Le regioni più colpite sono la Sicilia, la Calabria, la Sardegna, il Veneto, le province autonome di Trento e Bolzano, il Friuli Venezia Giulia e il basso Lazio».

 

14,00 - 10 vittime in provincia di Palermo, nove a Casteldaccia e una Vicari, e due in provincia di Agrigento. Questo il bilancio delle piogge torrenziali abbattutesi sulla Sicilia nord occidentale, per un totale di 12 persone, mentre si cerca ancora un disperso nella zona di Corleone. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Trieste per il centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, ha espresso “un pensiero di cordoglio profondo alle vittime dei recenti nubifragi che hanno colpito e devestato tutta l’Italia. Le Forze Armate sono vicine e saranno sempre pronte a Difesa della nostra amate gente. In queste ore tanti nostri militari, che ringrazio particolarmente, sono impegnati con tanti volontari nel soccorso ai territori. Ai familiari delle vittime va tutte la vicinanza dell’Italia e alle zone colpite la solidarietà piena e concreta

Il premier Giuseppe Conte ha sorvolato le zone del Palermitano in elicottero e si è recato alla camera mortuaria del Policlinico di Palermo. “Dopo avere firmato i provvedimenti necessari a gestire l’emergenza, mi accingo a convocare il Consiglio dei ministri, la prossima settimana, per deliberare lo stato di emergenza. Con la deliberazione dello stato di emergenza il governo disporrà lo stanziamento delle prime risorse e adotterà gli interventi necessari a superare l’emergenza”, annuncia su Facebook. Poi aggiunge: “E’ da settimane che la nostra Penisola è martoriata da eventi meteorologici particolarmente violenti. Prima la Calabria, la Sicilia e la Sardegna, poi dal 27 ottobre il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, le province di Trento e Bolzano, nonché la Liguria e il basso Lazio. Il vento e le intense precipitazioni hanno causato vittime e ingenti danni. Già nei giorni scorsi il bilancio era tragico: 17 persone decedute, tantissime famiglie evacuate, interi territori distrutti. Le precipitazioni delle ultime ore soprattutto in Sicilia incrementano il tragico bilancio: 12 nuovi decessi e un disperso in provincia di Palermo e nell’agrigentino”.

“Dobbiamo ringraziare – scrive Conte – il pronto intervento del servizio di protezione civile e l’intera macchina dei soccorsi per avere soccorso la popolazione e avere garantito interventi di ripristino delle infrastrutture danneggiate per consentire la ripresa, quanto più rapida, delle normali condizioni di vita. In questi giorni mi sono mantenuto sempre in costante contatto con il Capo del Dipartimento Protezione Civile per avere un aggiornamento continuativo. Dopo avere firmato i provvedimenti necessari a gestire l’emergenza, mi accingo a convocare il Consiglio dei Ministri, la prossima settimana, per deliberare lo stato di emergenza”.

“Con la deliberazione dello stato di emergenza – promette il premier – il Governo disporrà lo stanziamento delle prime risorse e adotterà gli interventi necessari a superare l’emergenza. Il mio commosso pensiero va alle vittime di queste sciagure e ai loro familiari. E ancora una volta rinnovo la vicinanza a tutte le popolazioni colpite ed esprimo il mio personale ringraziamento alle donne e agli uomini del Servizio nazionale della Protezione civile che sono intervenuti e ancora stanno intervenendo per prestare soccorso”.

“Questa mattina – conclude – sono in Sicilia: sto effettuando un sopralluogo nel palermitano e nell’agrigentino. Nei prossimi giorni sarò al Nord: porterò di persona la deliberazione sullo stato di emergenza, non appena l’avremo adottata in Consiglio dei Ministri”.

“Case troppo vicino al fiume”, ha detto procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio, che ha aperto un’inchiesta. In effetti una casa nelle campagne di Casteldaccia, in contrada Dogali, è stata travolta dall’acqua che ha invaso le strade. Sono morti due bambini di uno e 3 anni e un ragazzino di 15 anni. Nell’abitazione erano riuniti due nuclei familiari. L’acqua è rapidamente arrivata al soffitto e le persone che si trovavano all’interno – due famiglie che si erano riunite per trascorrere insieme la serata- sono annegate. In due, un uomo e una bambina, sarebbero riusciti a salvarsi perché erano usciti per andare ad acquistare dei dolci. Una terza persona rimasta fuori dalla casa ha lanciato l’allarme col cellulare aggrappandosi a un albero.

Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha disposto che oggi e domani siano esposte le bandiere a mezz’asta negli edifici comunali in segno di lutto per le vittime del maltempo. “Mi sembra un atto doveroso – ha detto Orlando, anche in qualità di Presidente di Anci Sicilia – esprimere la nostra vicinanza alla comunità di Casteldaccia e a tutte le comunità colpite da questa tragedia. Anche per questo, rivolgo un invito ai colleghi sindaci perché aderiscano a questa iniziativa mostrando in questo momento di lutto e dolore l’unione della nostra comunità regionale”.

La Liguria ha offerto alla Sicilia ogni aiuto possibile per superare il drammatico momento. E il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti ha espresso cordoglio in una telefonata al presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, manifestando il cordoglio e la solidarietà per le vittime dell’ondata di maltempo.

 13,30 - L'Associazione Nazionale Vigili del Fuoco Discontinui ha inviato ai vertici dell'amministrazione centrale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco una richiesta di richiamo straordinario di Vigili Discontinui per le zone colpite dalle calamità naturali, per dare supporto alle unità permanenti che già di suo sono messe a dura prova nel quotidiano a causa della carenza cronica di personale, ma che comunque garantiscono con enormi sacrifici il soccorso tecnico urgente a tutta la popolazione.

La compagine discontinua dei Vigili del Fuoco si è messa a completa disposizione dell'amministrazione, evidenziando anche che qualora la mancanza di fondi possa negare l'avvio di detto personale, è disposta a unirsi ai colleghi permanenti anche senza alcun compenso. "I valori che la nostra divisa ci trasmette vanno oltre un compenso in denaro - il commento dei rappresentanti dell'associazione -".

 12,10 - Altre due vittime del maltempo in Sicilia. I vigili del fuoco stanno recuperando i corpi di due persone travolte con la propria auto da un torrente esondato nei pressi di Cammarata, in provincia di Agrigento.

Un uomo e una donna, Cosimo Fustaino, di 54 anni e la compagna 47 anni di nazionalità tedesca hanno perso la vita nell'Agrigentino battuto dalle piogge.

I due, da quanto è stato ricostruito, avevano noleggiato l'auto su cui viaggiavano, che è stata ritrovata dentro il torrente. I vigili del fuoco stanno operando sul posto. Il corpo della donna è stato recuperato. L’uomo è originario di Cammarata e si trovava in Sicilia con la moglie in occasione delle festività.

11,40 -  A Casteldaccia, nel Palermitano, due famiglie distrutte da un'ondata di piena del fiume Milicia che ha travolto una villa provocando la morte di 9 persone.

Tra le vittime due bambini di un anno e tre anni e un ragazzino di 15.

Una bambina e un adulto salvi perché si erano allontanati per un attimo, un'altra persona, un uomo, perché era fuori casa e si è aggrappato a un albero.

Ai microfoni di Rainews24 lo strazio dei parenti delle vittime, tra i quali uno dei superstiti: "Ho perso tutta la famiglia", urla disperato Giuseppe Giordano, che ha visto morire moglie, figli, genitori e due fratelli.

 

 11,20 - C'è anche un consigliere comunale di Salemi tra le vittime del maltempo in Sicilia.

Sarà lutto cittadino a Salemi per i funerali di Alessandro Scavone, consigliere comunale che ha perso la vita a Vicari, nel Palermitano, travolto dalle acque di un fiume esondato.

La decisione è del sindaco, Domenico Venuti. "Una tragedia spaventosa - afferma Venuti -. Salemi perde un giovane conosciuto e stimato, che amava la vita e la sua città. Ci stringiamo attorno alla famiglia, colpita da questo grave lutto. Ai familiari il cordoglio mio, dell'Amministrazione e di tutti i salemitani scossi da questa grave perdita".

Cordoglio viene espresso anche dal presidente del consiglio comunale di Salemi, Lorenzo Cascio, a nome di tutta l'assemblea cittadina: "Scavone era una persona perbene e corretta, che ha svolto con grande serietà il suo ruolo di consigliere comunale - dice Cascio - coniugando al meglio lavoro e passione politica".

 

 10,00 - Gli abitanti delle province di Palermo e Agrigento solo adesso tirano un sospiro di sollievo dopo tante ore di apprensione.


Ma regna sia la rabbia che la tristezza per i tanti danni causati da un maltempo in grado di lasciare traccia su un territorio fortemente provato. A gettare ulteriore inquietudine è la notizia delle vittime nel palermitano: non solo le due famiglie travolte dalla piena a Casteldaccia, ma anche un morto a Vicari rendono il sabato appena trascorso come uno dei più tragici vissuti dall’isola.

Ma tutto in realtà parte venerdì, quando nelle prime ore del mattino un violento temporale colpisce il settore occidentale della Sicilia. Sciacca, i Monti Sicani e l’entroterra palermitano vengono investiti in pieno da un’ondata di maltempo annunciata ma non per questo meno sorprendente. Interi centri abitati si salvano soltanto perché, essendo venerdì giorno 2, molte scuole e molti uffici risultano ancora chiusi e la gente è rimasta a casa. Sciacca in particolare rivive la stessa drammatica alluvione del novembre 2016, tra Agrigento e Palermo iniziano a contarsi i danni tra strade impraticabili e viabilità compromessa. Ma nel pomeriggio di venerdì, dalla sala operativa della Protezione Civile regionale, si dice a chiare lettere che ancora non è finita: per sabato l’allarme è rosso.

E così infatti, le previsioni vengono tragicamente confermate. Un primo temporale si abbatte sulle zone già provate dal maltempo di venerdì intorno all’ora di pranzo, ma a fare paura è quanto accade poi nel pomeriggio. Agrigento, Sciacca, Licata, Menfi, ancora i Monti Sicani ed infine l’intero comparto centro occidentale della provincia di Palermo vengono investiti da un’autentica tempesta. Per quasi un’ora paesi e città che già sono alle prese con onerose conte dei danni, sono raggiunti da acqua, fulmini e vento. Si teme il peggio ed in effetti la serata di questo sabato per la Sicilia occidentale risulta molto difficile.

A Sciacca esonda il torrente San Marco, contrada Foggia rimane subito isolata ed il comune è costretto a chiudere la circonvallazione. Almeno 50 famiglie sono evacuate, si vivono momenti di panico perché l’acqua invade case ed abitazioni. Nella vicina Menfi devono intervenire i sommozzatori dei Vigili del Fuoco per recuperare alcuni residenti della località Lido dei Fiori, letteralmente invasa dall’acqua: “Il mare si è come trasferito dentro le nostre case” afferma un testimone. A Burgio, nell’entroterra saccense, un muro crolla in pieno centro storico ed un ragazzo è inizialmente dato per disperso ma per fortuna viene poi messo in salvo. A Ribera invece, un’auto rimane impantanata in una strada provinciale trasformata in un fiume in piena: lì vicino, i fiumi Verdura e Magazzolo inondano le campagne famose per gli alberi di arancia. Ma mentre forze di sicurezza e Protezione Civile sono concentrate nel comparto orientale della provincia di Agrigento, proprio dal capoluogo arrivano altre drammatiche notizie. Il fiume Akragas, lo stesso che attraversa la valle dei Templi per poi sfociare nella frazione balneare di San Leone, esonda poco dopo l’orario di cena. Sui social gli account del comune di Agrigento e della Protezione Civile invitano all’immediata evacuazione dei quartieri limitrofi. Sul posto i Vigili del Fuoco aiutano i cittadini ad abbandonare le proprie abitazioni: almeno 50 famiglie devono trascorrere la notte fuori casa, mentre l’acqua avanza ed invade scantinati e piani inferiori degli stabili. La piena inizia ad essere sotto controllo in tarda serata, quando per fortuna il tempo dona tregua alla città ed alla provincia: “Abbiamo perso gran parte dei mobili, ma almeno possiamo rientrare”, scrive una residente del quartiere del Villaggio Peruzzo sui social.

A mezzanotte arriva poi la notizia della scoperta delle nove vittime a Casteldaccia, una zona dove ha piovuto di meno rispetto ad altre località del palermitano. A causare la tragedia forse una piena del fiume Milicia alimentato dai temporali dell’entroterra. A quel punto comunque, ben si è compreso come purtroppo il sabato di maltempo per la Sicilia sia stato più grave di quanto possibile immaginare alla vigilia. Proprio dall’entroterra palermitano arrivano anche i video di alcuni ristoranti evacuati a Bolognetta nel pieno del temporale, mentre diverse contrade risultano irraggiungibili ed isolate per via della piena dei torrenti.

La domenica, come detto, inizia con il sole ma i disagi permangono. Ad Agrigento ed in alcune zone della provincia diverse famiglie sono senza luce nelle case, a preoccupare adesso è soprattutto la viabilità. La Agrigento – Palermo è chiusa ed all’altezza di Vicari appare danneggiata, lungo la Agrigento – Caltanissetta è stato chiuso un ponte all’altezza di Pietraperzia: la provincia di fatto è isolata con collegamenti molto difficili sia per Palermo che per Catania. Treni fermi alla stazione della città dei templi, verifiche in corso lungo i binari della ferrovia. Nel palermitano è corsa contro il tempo per liberare le strade provinciali e la SS 118 dal fango e, in tal modo, ripristinare i collegamenti per le tante comunità già martoriate nell’entroterra. Con l’acqua che inizia a ritirarsi, i danni affiorano e si mostrano nella loro drammaticità.

La Sicilia occidentale si sveglia quindi in ginocchio: per tutta questa domenica sono previsti miglioramenti ma l’allerta resta arancione, il pericolo di smottamenti e frane rimane in agguato.

07,00 -   Il maltempo causa una vera e propria strage in Sicilia: nove persone, tra cui donne e bambini, sono morti in una villa in contrada Cavallaro a Casteldaccia (Palermo) a causa dell'esondazione del fiume Milicia ingrossato dalle piogge cadute ieri. Vigili del fuoco, Carabinieri, Protezione civile e sanitari del 118 sono sul posto.

Altre tre persone che si trovavano nella villa si sarebbero salvate. La villa si trova al confine dei comuni di Altavilla Milicia e Casteldaccia, non distante dall'autostrada Palermo-Catania. Nell'abitazione si trovavano amici e parenti per trascorrere insieme la serata. Due persone, un uomo e una bambina, si sarebbero salvate perché uscite per andare ad acquistare dei dolci. Una terza persona rimasta fuori dalla casa ha lanciato l'allarme col cellulare aggrappandosi a un albero quando l'abitazione è stata sommersa dall'acqua. Le vittime sarebbero annegate perché l'acqua è arrivata veloce raggiungendo il soffitto.

Si è conosciuta, intanto, l'identità delle vittime di Casteldaccia si tratta di Rachele e Federico Giordano di 1 e 15 anni, la loro mamma Stefania Catanzaro (32 anni), moglie dell’unico sopravvissuto; il nonno Antonino Giordano (65) e la moglie Matilde Comito (57), i figli Marco (32) e Monia (40), e un altro bimbo, Francesco Rugò che aveva solo 3 anni. Ecco cosa scrive Repubblica.

"Era bellissimo. Era il mio cuore. Non c'è più". Grida di dolore dandosi pugni in testa Giordano, che nella tragedia del maltempo ha perso il figlioletto e la moglie.


"Ho sentito i cani abbaiare. Erano circa le 22:30. Ho detto a mio marito di andare a vedere cosa accadeva. Ha aperto la porta e l'acqua ha invaso la casa. Abbiamo preso subito mia figlia di 39 anni che è invalida, siamo saliti in auto e siamo scappati", dice Maria Concetta Alfano, che ha una villetta a poca distanza da quella della tragedia. Andrea Cardinale, il marito, è ancora in pigiama. Dopo essere tornato a Palermo ha ricevuto la telefonata di un amico che gli ha detto della tragedia. Ha acceso la tv e ha sentito le prime notizie. Poi si è rimesso in auto ed è tornato a Casteldaccia. "L'acqua arrivava fino al cofano dell'auto - dice -. Sono riuscito a imboccare la statale per un pelo. Anche quella strada era invasa dall'acqua. Non conoscevo le vittime. Sono tornato per vedere cosa è accaduto ai miei cani. Veniamo qui a villeggiare da quattro anni e non era mai accaduto nulla.
Non sapevo neanche che qui vicino ci fosse un fiume".

"E' una tragedia spaventosa, il Milicia è un piccolo fiume con una portata molto limitata d'acqua. Non ha mai rappresentato un pericolo e quella di ieri a Casteldaccia non è stata una giornata molto piovosa", ha detto Giovanni Di Giacinto, sindaco di Casteldaccia. "Si tratta di un fiume che nasce nella zona di Ciminna, sembra che sia arrivata una improvvisa piena che ha sorpreso le persone all'interno della villetta", ha aggiunto il sindaco.

 

A Vicari, invece, è stato trovato morto dai Vigili del fuoco uno dei due dispersi su una jeep che si era saputo essere stata travolta dall’acqua. Il nome della vittima è Alessandro Scavone, di 44 anni. Sono ancora in corso, invece, a Corleone le ricerche di un medico di cui si sono perse le tracce sabato pomeriggio.

E' stato trovato morto uno dei due uomini che erano dispersi a Vicari (Palermo) a causa del maltempo: è Alessandro Scavone, titolare del distributore di carburanti. L'auto in cui si trovavano è stata investita dall'acqua esondata dal fiume San Leonardo. I due erano andati a recuperare un giovane rimasto al distributore. Quando l'auto, che stava rientrando verso le abitazioni, è stata travolta dalle acque quest'ultimo è riuscito a lanciarsi dalla vettura salvandosi.