15,00 - Disperazione e rabbia oggi ai funerali, nella cattedrale di Palermo, delle nove vittime della tragedia di Casteldaccia, dove la piena del Milicia ha fatto strage di due nuclei familiari tra loro imparentati, che si erano riuniti per il ponte della festa di Ognissanti in una villa presa in affitto e che era abusiva, trasformatasi in una trappola mortale.
"Non c'era nessun del governo nazionale. Siamo stati abbandonati come sempre... la Sicilia abbandonata dallo Stato", si e' sfogata con l'AGI Marinella Arena, diventata suo malgrado in questi giorni la portavoce di una tragedia familiare, cugina di Giuseppe Giordano, il superstite che ha perso moglie, due figli di uno e 15 anni e altri parenti.
Alle esequie erano presenti rappresentati delle forze dell'ordine, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, quello di Casteldaccia, Giovanni Di Giacinto, e il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, seduto in fondo alla chiesa assieme all'assessore alle Autonomie locali, Bernadette Grasso. Ma non c'erano rappresentanti istituzionali nazionali. Un'assenza che ferisce? "Si', ma abbiamo anche ben altro per cui essere arrabbiati", ha aggiunto Arena. Dolore e tensione, di cui sono stati segno anche il malore accusato da alcuni parenti in un duomo pieno di gente, come nel sagrato, e il rifiuto opposto ai proprietari della 'villetta della morte' di partecipare alle esequie. "E' stato il volere di Giuseppe Giordano", sorretto per tutto il tempo oggi, e' stato detto. E poi: "Giuseppe ha preso in affitto questa villetta, ma non sapeva il rischio in cui metteva la sua famiglia. Altrimenti non l'avrebbe mai fatto: non gli e' stato mai detto che era a rischio e una famiglia e' stata annientata". Nell'omelia il vicario generale, monsignor Giuseppe Oliveri, e' stato diretto, chiedendo giustizia e assunzione di responsabilita': "E' lecito e forse anche doveroso, che anche ci si interroghi a tutti i livelli per cercare di dare una spiegazione a quello che appare inspiegabile e, comunque, inaccettabile. Ma speriamo vivamente che lo si faccia non per alimentare inutili polemiche o favorire il ben noto e insopportabile rimpallo di responsabilita'". Tra le nove bare, accolte con fiori, palloncini bianchi e applausi da migliaia di persone in una citta' a lutto, spiccavamo quelle bianche delle tre vittime piu' giovani. Giuseppe Giordano ha visto morire la moglie, Stefania Catanzaro, 32 anni, la figlia di un anno, Rachele, e il figlio Federico, di 15 anni, il piccolo eroe che ha tentato di salvare la sorellina tenendola in alto fino a quando non e' stato sopraffatto dalla furia dell'acqua: piu' volte i suoi compagni in chiesa lo hanno salutato gridando il suo nome. Morti anche i genitori di Giordano, Antonino, 65 anni, e Matilde Comito, la sorella Monia, 40 anni, il fratello Marco, 32 anni; il nipote di tre anni, Francesco Rugo, e la nonna 65enne del piccolo, Nunzia Flamia. Avranno pace nel Cimitero dei Cappuccini.
07,00 - Nove bare, di cui una bianca. E' il giorno del dolore, è il giorno dei funerali delle nove persone, tutte parenti, morte la sera di sabato a Casteldaccia, nel Palermitano, travolte dal fiume Milicia.
Saranno celebrati oggi alle 11 nella Cattedrale di Palermo i funerali delle nove vittime.
Le salme sono state portate nella chiesa della Madonna di Lourdes, in piazza Ingastone, e la bara di Rachele 1 anno, è l'unica rimasta scoperta; dentro ci sono due piccoli peluche di Minnie e Topolino. Sterminata una famiglia, la famiglia Giordano che si trovava nella villetta di Casteldaccia, presa in affitto due anni fa, per stare il ponte di Ognisanti insieme, a far festa. Invece è avvenuta la tragedia, alle 22 circa, quando il fiume Milicia, ingrossatosi durante le ore precedenti, ha inondato la villetta fino al tetto. Non c'è stato scampo per le persone che stavano dentro.
Si contano le vittime, i feriti e i danni di una ondata di maltempo che ha lasciato dietro una scia di distruzione e morte.
Un maltempo eccezionale, questo sì, ma quella casa era abusiva, completamente, e doveva essere demolita. In queste ore sulla questione sono infuriate polemiche, su quel territorio, su quella casa costruita nell'alveo del fiume, sui controlli, su chi avrebbe dovuto demolire e non l'ha fatto.
Ieri il presidente della Regione Nello Musumeci ha fatto visita al luogo dove si è verificata la strage. "Commissarieremo tutti i comuni che non hanno risposto all'appello della Regione su cui si chiedeva conto e ragione delle case abusive sugli alvei dei fiumi", ha detto il governatore siciliano.
La Procura di Terini imerese ha aperto un fascicolo e ipotizza i reati di disastro colposo e omicidio colposo. Si tratta di indagini ancora a carico di ignoti. La villa ovviamente è sotto sequestro così come tutta l'area vicina al fiume Milicia.
Ma la casa andava demolita. La villetta di Casteldaccia travolta dal fiume Milicia in piena era abusiva e doveva essere abbattuta. Il Comune che aveva emesso il provvedimento avrebbe dovuto demolire l'immobile, anche se i proprietari avevano fatto ricorso al Tar. Il tribunale amministrativo però non ha mai sospeso l'ordine di demolizione.
A renderlo noto è l'ufficio stampa del Consiglio di Stato e della Giustizia Amministrativa.
"Il Tar Sicilia-Palermo non ha mai sospeso l'ordinanza di demolizione del sindaco dell'immobile sito in contrada Cavallaro a Casteldaccia travolto dall'esondazione del fiume Milicia (decreto n. 1602 del 2011)".
"Non può sostenersi che la semplice presentazione di ricorso sia di per sé sufficiente a bloccare l'efficacia dell'ordine di demolizione. In ogni caso, nel 2011 il giudizio al Tar si è concluso e l'ordinanza di demolizione del sindaco non è stata annullata; ne' il Comune si è mai costituito in giudizio. Quindi, in questi anni l'ordinanza di demolizione poteva - e doveva - essere eseguita".
Il sindaco di Casteldaccia aveva dichiarato ieri che il Comune non aveva eseguito l'ordine di demolizione per il ricorso al Tar presentato nel 2008. Ma la stessa nota del Consiglio di Stato smentisce il sindaco: “è un maldestro tentativo dell'amministrazione comunale di scaricare la responsabilità di quanto è accaduto sulla pendenza di detto ricorso".
"I proprietari dell'immobile hanno proposto ricorso nel dicembre del 2008, ma, per legge, il ricorso non determina alcun effetto sospensivo dell'efficacia del provvedimento impugnato - spiega la nota - inoltre, non essendo stata chiesta alcuna tutela cautelare, il TAR non ha emesso alcun provvedimento sospensivo e pertanto il Comune aveva il potere-dovere di portare ad esecuzione l'ordinanza di demolizione (tanto più che la stessa era motivata anche con profili relativi al rischio idrogeologico e fluviale)".
Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ha parlato di"Situazione critica, pronto lo stato di emergenza per la Sicilia".
In settimana ci sarà un Consiglio dei ministri straordinario, convocato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per deliberare lo stato di emergenza in Sicilia per il maltempo. Ad annunciarlo è lo stesso premier, durante la conferenza stampa congiunta con il primo ministro della Repubblica Algerina Democratica e Popolare, Ahmed Ouyahia.
Ieri Conte è stato in Sicilia per un sopralluogo nei luoghi martoriati dal maltempo e ha incontrato sindaci e rappresentanti delle forze dell'ordine nel corso di una riunione in Prefettura.
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Intanto per aiutare ciò che resta della famiglia è stata avviata una raccolta fondi, eccola.
È appena stata lanciata su GoFundMe una campagna di raccolta fondi per Asia Giordano, la bambina di 12 anni scampata alla tragedia che ha colpito due famiglie nella villetta di Casteldaccia, in provincia di Palermo, invasa da acqua e fango a causa dello straripamento del fiume Milicia. Asia era andata a comprare i dolci con lo zio. Suo padre, Giuseppe Giordano, è riuscito a salvarsi aggrappandosi ad un albero.
Ad iniziare la campagna la giornalista palermitana Germana Bevilacqua: “Volevamo dare un aiuto tangibile ad Asia, che oggi si trova a non aver più la mamma, il fratellino e la sorellina, i nonni, gli zii. Ha però un padre, Giuseppe, che si prenderà cura di lei e che non vogliamo lasciare solo”. L'obiettivo della campagna è fissato a 10mila euro, “con cui – racconta l'organizzatrice della raccolta fondi – daremo una mano per il loro futuro. Con i soldi raccolti potremmo finanziare la scuola e la formazione di Asia o qualsiasi altra cosa possa esser loro utile in questa fase”. La campagna è raggiungibile al link www.gofundme.com/per-la-piccola-asia-di-casteldaccia