Una città blindata, attraversata anche da qualche contestazione annunciata da gruppi sociali e alternativi, si prepara a ospitare il vertice sulla Libia. Sono state già messe in campo a Palermo strette misure di sicurezza, concentrate soprattutto nel quartiere dell'Acquasanta e attorno a Villa Igiea, il quartier generale del summit. Qui per due giorni, oggi e domani, il premier Giuseppe Conte, ministri degli esteri di vari paesi discuteranno con i due principali attori politici libici il futuro del paese mediterraneo nel dopo Gheddafi. Il traffico automobilistico è stato vietato in una ventina di strade, tra proteste e disagi dei residenti in parte attenuati da servizi di bus navetta. Rivoluzionata la circolazione anche in altre parti della città. Gli svincoli tra viale Lazio, viale Michelangelo, piazza Bolivar sulla circonvallazione saranno chiusi solo al passaggio delle delegazioni istituzionali. Divieti di sosta in una vasta area che va dal porto a Partanna Mondello. Un centinaio di barche ormeggiate al porticciolo dell'Arenella saranno spostate altrove. Oltre alle forze di sicurezza sono mobilitati gli studenti e i giovani dei centri sociali e di varie sigle che hanno tenuto un'assemblea e preparato uno striscione per dire "no alle politiche guerrafondaie e ai falsi processi di pacificazione". Un altro striscione "No summit" è comparso vicino a Villa Igiea. Nell'oratorio di Santa Chiara oggi si terrà un controvertice ("Interferenze") che proseguirà nel pomeriggio nell'ex chiesa dei Crociferi con la partecipazione del missionario padre Alex Zanotelli. E sempre oggi un corteo di giovani partirà da piazza Marina per concludersi davanti al teatro Massimo.
Nel capoluogo siciliano sono attesi "i principali interlocutori dello scenario libico", come ha annunciato nei giorni scorsi il premier Giuseppe Conte, e per mettere a punto il dispositivo di sicurezza da giorni si susseguono le riunioni in prefettura. Blindata l'area intorno a Villa Igea, che ospiterà il summit internazionale. Due le ordinanze firmate dal prefetto Antonella De Miro che prevedono, da un lato, la chiusura di cinque scuole (Istituto comprensivo statale Arenella e i relativi plessi Di Bartolo, Luigi Rizzo, Rampolla e Sileno) ricadenti nell’area circostante al Grande Hotel Villa Igea e, dall’altro, il divieto "assoluto" di trasportare, dalla mezzanotte del 12 sino alla stessa ora del 14, armi, munizioni, esplosivi, sostanze esplodenti, gas tossici, artifizi pirotecnici, carburanti, Gpl e metano.
"Per i soli mezzi che trasportano carburanti, Gpl e metano - spiegano dalla Prefettura - è previsto che possano transitare attraverso preordinati percorsi viari, specificamente indicati, sia se provenienti da Messina in direzione Trapani che viceversa". Diverse le strade off limits nei due giorni della Conferenza. Divieti di sosta con rimozione coatta intesseranno alcune vie prospicienti Villa Igea, il quartiere Arenella e le vie dell’Olimpo/Venere e piazza Castelforte e nella zona di piazza Don Bosco. E ancora via Crispi, via Marchese Ugo, via Monte Pellegrino, via Piano Gallo, via Villa Rosato, via Principe di Scalea. Ma i divieti riguarderanno anche il centro città (via Wagner, piazza Cassa di Risparmio, via Principe di Granatelli, via La Lumia), dove si trovano alcuni degli hotel che accoglieranno gli ospiti del summit. Ampliata l’area interdetta alla sosta adiacente l'Hotel Mercure di via Marchese Ugo, inserendo le piazze Mordini, Scalia e Mameli.
Khalifa Haftar non parteciperà alla conferenza di Palermo sulla Libia: lo riferiscono fonti dell’Esercito nazionale libico (Lna) molto vicine al maresciallo.
Le stesse fonti hanno precisato che la rinuncia è legata fra l'altro alla «presenza di rappresentanti del Qatar e di un gruppo legato ad Al Qaida». Fonti del governo italiano sono comunque fiduciose che alla fine il maresciallo possa venire a Palermo. Senza "l’uomo forte della Cirenaica" ogni accordo che varrà preso a Palermo potrebbe perdere di sostanza.
A Roma, intanto, la diplomazia italiana continua a tessere la tela per garantire qualche risultato alla conferenza. Ieri il premier Giuseppe Conte ha parlato al telefono con il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, uno dei protagonisti della regione più attesi a Palermo.
Sisi ha confermato a Conte il suo sostegno per «tutti gli sforzi in favore di una soluzione politica della crisi», ha riferito la presidenza egiziana, in una nota in cui però non si cita mai il vertice siciliano. Ad oggi la Francia è l’unico big occidentale a portare a Palermo un esponente di peso, il ministro degli Esteri Jean-Yves Le Drian.
l premier Conte nei giorni scorsi si è mostrato ottimista: "L'obiettivo e' dare un contributo concreto al percorso di stabilizzazione del Paese in pieno accordo con i principali attori politici libici, che avranno a Palermo un ruolo da protagonisti", ha scritto venerdi' sera su Facebook. "Non a caso il messaggio che vogliamo lanciare e' For Libya With Libya", ha aggiunto citando poi il piano del rappresentante speciale dell'Onu in Libia, Ghassan Salame', che "ha illustrato al consiglio di Sicurezza il nuovo piano di azione che sara' alla base della conferenza di Palermo". "Non riteniamo certo di poter risolvere tutti i problemi, ma vogliamo creare una sostenibile occasione di incontro - ha aggiunto Conte - C'e' grande attenzione per questo evento come attestato dall'elevato numero di conferme pervenute". Ne e' convinto anche il vice premier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, secondo cui "a differenza di quello che fanno i francesi, il governo italiano si pone come mediatore, non vuole imporre, non pretende nulla, non fissa date di elezioni, non vuole imporre le sue aziende". Quindi - aggiunge Salvini - "spero che tutti in Libia capiscano che l'unica via d'uscita per quel Paese e' il dialogo con l'Italia". Al Consiglio di sicurezza dell'Onu è stato unanime il giudizio positivo sull'importanza dell'appuntamento in Sicilia. "L'imminente conferenza di Palermo potrebbe rappresentare un'opportunità per ottenere maggior supporto pratico per stabilire un sistema di redistribuzione della ricchezza nazionale a beneficio di tutta la popolazione", ha dichiarato Salame', plaudendo alla tenuta del cessate il fuoco che ha messo fine agli scontri a Tripoli, mentre i gruppi armati hanno iniziato ad allontanarsi dalle istituzioni nella capitale. Il nuovo piano di Salamè prevede un congresso nazionale libico a inizio anno ed elezioni presidenziali in primavera.