Ha detto "no" al ricatto della mafia e ha fatto arrestare l'uomo che gli chiedeva il pizzo filmandolo con una telecamera nascosta per poi portare tutto ai carabinieri. A finire in manette - nell'ambito dell'operazione Cupola - è stato Luigi Marino, che figura tra le 48 persone arrestate nel maxi-blitz che ha azzerato i vertici dei clan mafiosi palermitani.
L'imprenditore coraggioso, titolare di una ditta edile, è Giuseppe Piraino. "Sì, ho avuto paura - ha confessato a Sky tg24 - ma la denuncia è l'unico atto da percorrere. E' stato quasi un atto dovuto; non potevo non prendere posizione davanti alle minacce rivolte anche agli operai del mio cantiere".
Lunga l'ondata di solidarietà nei confronti di Piraino. “Desideriamo esprime solidarietà e sostegno all’imprenditore, al collega e all’uomo, Giuseppe Piraino, che si è ribellato alle richieste estorsive e ribadire la nostra solida presenza al fianco delle imprese che denunciano - afferma il presidente di Ance Palermo, Fabio Sanfratello - alla quale si aggiunge anche il beneficio economico previsto dal protocollo di legalità che caratterizza l’attività della Cassa edile. Sosterremo Piraino in una battaglia che non è solo sua ma di tutta la categoria”.