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23/12/2018 08:39:00

23 dicembre: anniversario dell'omicidio di Giuseppe Montalto, ucciso dalla mafia perché...

 Ricorre oggi, 23 Dicembre, l'anniversario dell'omicidio di Giuseppe Montalto, ucciso dalla mafia trapanese come "regalo di Natale" dei boss. 

Giuseppe Montalto era un agente scelto della Polizia Penitenziaria. Nacque a Trapani il 14 maggio del 1965 e prestò servizio per vari anni nel carcere “Le Vallette” di Torino, prima di essere trasferito, nel 1993, a Palermo,, nella sezione di massima sorveglianza dell’Ucciardone, quella destinata ai criminali mafiosi. 

I boss dell’Ucciardone non solo continuavano ad ostentare ostilità e avversione nei confronti dello Stato ma anche in carcere continuavano a recitare la parte dei capi: scrivevano e spedivano i loro ordini attraverso i pizzini, che riuscivano ad oltrepassare le sbarre di ferro dell’Ucciardone e a dettare ancora legge nel mondo. Giuseppe Montalto trovò per puro caso uno di questi pizzini indirizzati  al boss Graviano, a Mariano Agate e Raffaele Ganci.


Lo sequestrò e denunciò subito l’accaduto. Cosa nostra lo fece uccidere, il 23 dicembre del 1995.

Giuseppe, uomo dello Stato e padre di trent’anni, non si aspettava certamente di essere ucciso alla vigilia di Natale, davanti agli occhi esterrefatti della moglie e della figlioletta di pochi mesi. 

Fu ammazzato  dal sicario di fiducia della mafia, il valdericino Vito Mazzara.

Giuseppe Montalto fu ucciso perché i mafiosi trapanesi, racconteranno poi i pentiti, volevano fare avere un regalo ai mafiosi detenuti al 41 bis: e lui era inviso alla mafia perché aveva fatto fino in fondo il suo dovere.

Mandati dell'omicidio sono stati riconosciuti il  super latitante Matteo Messina Denaro con il capo mafia trapanese Vincenzo Virga e il boss palermitano di Resuttana Nicolò Di Trapani. Il delitto  fu deciso nel corso di un summit di mafia a Salemi, come ha raccontato il pentito Milazzo, queste furono : le parole dei boss: “Dobbiamo vedere di fare il più presto possibile, così per Natale ci facciamo un regalo a qualche amico che è in carcere…”.