E' stata una notte senza scosse, ma in pochi sono riusciti a dormire. Prima notte da sfollati per 600 persone nel Catanese dopo il terremoto di ieri, Santo Stefano.
Il sisma ha colpito duramente la zona alle tre di notte. Proseguono le verifiche degli edifici, mentre oggi saranno sul posto Di Maio e Salvini, nonché il capo della Protezione Civile, Borrelli.
Gli sfollati sono stati ospitati da famiglie, amici, in palestre o alberghi.
I danni finora calcolati sono circa sette milioni di euro.
Ecco il racconto del Corriere della Sera:
Lo chiamano il “gigante buono”, ma stavolta la spallata dell’Etna ha fatto paura. Sorprendendo nel sonno chi abita fra Acireale e Zafferana. Con un terremoto di 4.8 della scala Richter. Alle 3.19. Cinque secondi di terrore. Con le pareti di alcune case di Fleri crollate di botto. Con armadi e comò catapultati sui letti anche nella zona di Fiandaca, a due passi da Zafferana. Con tanta gente rovesciatasi per strada mentre cedevano i cornicioni delle case più vecchie. E tanti bloccati dentro perché i portoni non si aprivano più. Un pensionato di 80 anni, aiutato dai parenti, ha dovuto oltrepassare una finestra al piano terra. Portato via in ospedale, come è accaduto ad altre 9 persone, quattro in condizioni peggiori con ferite alla testa, ma nessuno in pericolo di vita. Gli sfollati però sono in totale 320: saranno ospitati in strutture alberghiere con cui la Regione Sicilia ha stipulato una convenzione. Il numero potrebbe crescere, poiché alcuni hanno deciso di passare questa prima notte in strutture comunali messe a disposizione dalla cittadina di Zafferana Etnea.
Sei i comuni colpiti dal sisma: Zafferana Etnea, Acireale, Aci Sant'Antonio, Aci Catena, Aci Bonaccorsi e Santa Venerina. Ventotto feriti, centinaia di case devastate. Sono i dati emersi dalle richieste presentate alla Regione Siciliana.
E gli sfollati, ora, alzano la voce con rabbia, chiedendo in coro perché nessuna autorità e istituzioni li abbia avvertiti per tempo. L'ira è rivolta soprattutto alla mancata allerta da parte della Protezione Civile: "Nel giorno di Natale - raccontano gli sfollati di Fleri- ci sono state oltre 50 scosse, ma non è arrivata nessuna allerta".
Intanto i tecnici hanno già sottoscritto una convenzione con Federalberghi per poter ospitare negli hotel e nelle strutture turistiche del territorio proprio chi non può fare rientro nella propria abitazione: si stima che saranno accolti così circa 320 persone. Tutti coloro che, invece, hanno paura a rientrare a casa per il possibile ripetersi di qualche scossa causa il protrarsi dello sciame sismico, potranno trascorrere la notte nei palazzetti dello sport aperti su disposizione delle autorità competenti.
MUSUMECI. «Non dobbiamo agire sull'onda emotiva. Faremmo un grave errore se così fosse. Mi sorprendo, comunque, quando qualcuno si sorprende delle attività sismiche. La Sicilia è la regione più esposta d’Italia e nel contempo quella meno attrezzata dal punto di vista infrastrutturale. L’80 per cento delle nostre scuole non è a norma, così come molti degli edifici strategici».
Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, incontrando a San Giovanni La Punta, nella sede della Protezione civile regionale, i sindaci dei Comuni più colpiti dal terremoto di stamane in provincia di Catania. Alla riunione erano presenti anche gli assessori alla Salute Ruggero Razza, alle Infrastrutture Marco Falcone, il capo della Protezione civile regionale Calogero Foti e il dirigente generale del Dipartimento tecnico regionale Salvatore Lizzio.
«Siamo abituati - ha proseguito il governatore - a convivere con le scosse e anche con i danni agli edifici. Stiamo cercando di capire come si evolverà l’attività effusiva e sismica, oltre a interrogarci se i Comuni hanno il Piano di protezione civile. Insomma, se tutto è predisposto perché si possa affrontare e gestire al meglio una condizione di emergenza. Gli sfollati? Speriamo possano tornare presto nelle loro case perché non si può vivere in un Palasport o in un albergo se non per alcuni giorni. Noi dobbiamo invece vigilare sulle infrastrutture, su quelle particolarmente sensibili come gli ospedali e le scuole. Sono questi i veri temi che devono fare riflettere tutti».