Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
28/12/2018 07:19:00

Sicilia, dopo il terremoto sull'Etna: si contano i danni e gli sfollati

 Dichiarazione dello Stato di Calamità nazionale e un Piano regionale straordinario antisismico. Questa l’ iniziativa decisa dalla giunta della Regione Siciliana, riunita in seduta straordinaria a Catania su proposta del governatore Nello Musumeci, a seguito del terremoto nell’area etnea.

Contestualmente è stata avanzata al Governo centrale la richiesta per la dichiarazione dello stato di emergenza. “Siamo intervenuti con rapidità – evidenzia Musumeci- come la gravita’ del caso richiedeva. Auspichiamo che adesso il governo centrale possa deliberare la nostra richiesta, insieme alle risorse necessarie per i primi interventi. Nel contempo, abbiamo approvato anche un Piano straordinario antisismico che prevede una ricognizione, da parte della Protezione civile regionale e del Genio civile, degli edifici strategici e del loro grado di sicurezza in caso di terremoto. Non abbiamo ancora il quadro chiaro dell’effettivo ammontare dei danni, perche’ i sopralluoghi sono solo all’inizio”.

Alla seduta della giunta ha partecipato anche il capo della Protezione civile regionale Calogero Foti, che ha relazionato sulla situazione dei luoghi a seguito delle prime verifiche eseguite insieme ai tecnici del Genio civile. Sei i Comuni piu’ colpiti: Aci Catena, Aci Sant’Antonio, Acireale, Santa Venerina, Viagrande e Zafferana Etnea, con una popolazione di circa 130mila persone. Le frazioni nelle quali si sono registrati i maggiori danni sono: Santa Maria La Stella e Lavinaio (ad Aci Sant’Antonio), Pennisi e Piano d’Api (Acireale), Linera e Cosentini (Santa Venerina), Fleri e Pisano (Zafferana Etnea).

La forte scossa di terremoto avvenuta nella notte si Santo Stefano, esattamente alle 03.19, ha causato numerosi danni alle pendici dell’Etna tra Zafferana Etnea, Acireale, Trecastagni, Viagrande in parte dovuti all’estrema superficialità del sisma (appena 1.2 km di profondità), che ha permesso uno scuotimento davvero notevole.

I danni maggiori sono presenti a Fleri, frazione di Zafferana Etnea, e riguardano perlopiù abitazioni vecchie. I soccorritori hanno estratto diverse persone dalle macerie, fortunatamente non in gravi condizioni. In totale sono almeno 11 i feriti.
Il terremoto ha danneggiato pesantemente la chiesa di Maria SS, del Carmelo, a Pennisi (frazione di Acireale), da dove è precipitata anche la statua di San Emidio.

Il sisma ha innescato l’apertura di grosse crepe nel terreno tra Zafferana Etnea e Trecastagni.

A seguito del terremoto è giunto in Sicilia Angelo Borrelli, Capo Dipartimento della Protezione Civile, che ha fatto il punto della situazione assieme ad un team di esperti.
Borrelli ha incontrato le autorità locali presso la Prefettura di Catania per panificare gli interventi di assistenza alla popolazione e soprattutto per le verifiche di agibilità delle strutture colpite.

Durante la conferenza stampa Borrelli ha affermato, citando i tecnici dell’INGV : “l’evento sismico anche se isolato è correlato all’attività del vulcano. La temperatura sta diminuendo e ciò fa sperare di andare verso una quiescenza dei fenomeni sismici ed eruttivi”.